CasaClima, da certificazione energetica a prototipo di qualità

L’edilizia deve privilegiare la qualità integrata, che comprende efficienza energetica e sostenibilità. Ne è convinto Ulrich Santa, direttore dell’Agenzia CasaClima

Intervista a Ulrich Santa, direttore dell’Agenzia CasaClima

Indice degli argomenti:

CasaClima oggi è ben più della certificazione energetica obbligatoria degli edifici in Alto Adige. L’Agenzia e la sua filosofia hanno permesso di ampliare in tutta Italia un concetto di edilizia capace di coniugare efficienza energetica e sostenibilità ambientale.

Ulrich Santa, direttore dell’Agenzia CasaClima «Ma la parola chiave è qualità, nella progettazione dell’edificio che deve essere integrata, ma anche nell’esecuzione del progetto, il resto è la conseguenza diretta». Parola di Ulrich Santa, direttore generale dell’Agenzia CasaClima, che ha appena celebrato un importante traguardo: la consegna della targhetta numero 10mila.

«Questo traguardo ci ricorda che sono trascorsi 17 anni dalla prima casa certificata CasaClima, nel 2002. All’epoca era un sistema di nicchia, una visione pionieristica – afferma Santa – Ma oggi guardiamo già al prossimo obiettivo previsto: ovvero 11mila edifici certificati a fine 2019 oltre ai 7mila interventi di ristrutturazione certificata. Ciò conferma che non è più una visione, ma uno standard consolidato e che pur essendo nato in Alto Adige, in quello che noi chiamiamo Clima Land, raccoglie adesioni su tutto il territorio italiano».

Che cosa significa questo traguardo raggiunto e che stimolo può offrire all’edilizia?

Certamente ci fa piacere, anche alla luce del raggiungimento delle politiche energetiche e ambientali: una moderna abitazione CasaClima consuma circa il 10% di un edificio medio esistente e poi interviene al soddisfacimento del fabbisogno energetico con l’ausilio delle fonti rinnovabili.

Il traguardo delle 10mila case certificate casaClima

10.000 case certificate CasaClima – img @Tobias Kaser

L’edilizia è uno dei settori in cui vi sono tutte le soluzioni già pronte per ridurre in modo consistente il consumo energetico. Oggi l’impegno va finalizzato alla sostenibilità nel suo complesso. Non possiamo quindi parlare di edilizia sostenibile senza tenere in considerazione l’aspetto energetico, ma dobbiamo cercare di ragionare in maniera olistica, comprendendo tutti gli aspetti, tra cui i materiali edili. Ma ci sono molte voci da considerare nella qualità edilizia indoor dal comfort termo-igrometrico a quello acustico, ma anche la luce naturale e molto altro ancora.

In questi 17 anni su quale concetto chiave si è perfezionata e consolidata la filosofia dello standard CasaClima?

La parola chiave è la qualità, nella progettazione dell’edificio che deve essere integrata, ma anche nell’esecuzione del progetto. Il sistema CasaClima è l’unico a prevedere verifiche non solo a livello progettuale, ma anche in cantiere e nel momento del collaudo finale (la stessa Agenzia segnala che accanto ai controlli del progetto, sono soprattutto i sopralluoghi in cantiere il segno distintivo della garanzia di qualità CasaClima, eseguiti da un soggetto terzo e indipendente, gli audit vengono effettuati durante la costruzione e alla conclusione dei lavori – nda).

Il resto è la conseguenza diretta di questo processo mirato alla qualità: sostenibilità ambientale, efficienza energetica, comfort. In questi anni molte imprese tradizionali, avvicinatesi allo standard CasaClima dapprima solo come vincolo richiesto dal cliente, si sono “convertite” e sono divenute appassionate sostenitrici.

Qual è il vero valore aggiunto della Certificazione Casaclima?

Il vero valore aggiunto è tutto quello che gravita attorno a questo processo, a cominciare dalla formazione a progettisti e maestranze, finalizzato a trasferire il know how, traducendosi in un’opportunità per le imprese, specie le Pmi.

Nel tempo ci siamo concentrati sui punti essenziali, evitando così uno standard accademico con moltissimi indicatori difficili da comprendere e da attuare. Abbiamo privilegiato l’adozione di pochi criteri, ma chiari e in grado di essere determinanti per raggiungere il risultato.

Per questo oggi siamo un riferimento concreto per il mercato, potendo offrirgli strumenti e indicazioni utili per costruire in maniera più sostenibile e qualitativa.

Com’è cambiata la percezione generale del certificato energetico CasaClima?

Si sa che è un documento che attesta le caratteristiche energetiche, la sostenibilità e la qualità di un edificio, in linea con la Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD). Tuttavia CasaClima esprime una filosofia che coniuga qualità progettuale a quella costruttiva.

È importante l’efficienza energetica, ma oggi serve avere uno sguardo più ampio, che la comprenda certamente, ma che guardi alla qualità – come detto – e che tenga conto della sostenibilità ambientale.

Su quali materiali edili occorre focalizzare l’attenzione nel discorso complessivo di qualità?

Premesso che non esiste il materiale universale, buono per tutti gli impieghi, nella certificazione CasaClima i nostri protocolli, pur essendo abbastanza “agnostici”, caldeggiano l’adozione di materiali costruttivi locali. La scelta dei materiali non deve seguire solo l’unico indicatore di efficientamento energetico, ma va calato nel contesto peculiare. Se poi parliamo delle nostre certificazioni di sostenibilità (CasaClima Nature, Climahotel….) si guarda in maniera particolare all’impatto dei materiali, per esempio considerando anche indicazioni quali l’energia grigia inglobata al loro interno.

Esempio di CasaClima Nature

CasaClimaNature – img @Arik Oberrauch

Sempre a proposito di materiali edili, occorre anche guardare alla durabilità. In ogni caso bisogna fare attenzione all’impatto ambientale, anche sotto il profilo energetico.

Quanto l’innovazione tecnologica può aiutare a migliorare il patrimonio edilizio esistente e renderlo efficiente e confortevole?

Ho una formazione di ingegnere informatico e già più di 25 anni fa mi sono interessato ai sistemi di building automation e di domotica proprio per promuovere l’interazione tra impiantistica e l’involucro edilizio, convinto ancora che possano migliorare la prestazione dell’edificio. Dove vedo, però, un grande potenziale di miglioramento è nella progettazione integrata. C’è davvero bisogno di una maggiore collaborazione sinergica tra architetti, progettisti e impiantisti, di trovare un linguaggio comune: serve un’integrazione di competenze, oltre che tecnologica, per arrivare a un lavoro condiviso.

Ciò che manca oggi ancora è una maggiore diffusione del processo di commissioning, ovvero un processo di gestione del progetto per ottenere, verificare e documentare le prestazioni dell’edificio. In ogni caso l’apporto della tecnologia sarà salutare, specialmente l’ICT ci permetterà di arrivare a concepire un sistema energetico integrato, sia in termini di consumo che di stabilizzazione della produzione energetica in una rete distribuita, decentralizzata e intelligente.

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