COP24: un accordo poco ambizioso per il clima e il futuro del Pianeta

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP24 finisce senza che siano state definite azioni davvero concrete che assicurino di contenere il surriscaldamento del pianeta entro 1,5C° e che sia stato adottato un quadro normativo che garantisca un adeguato sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo.

COP24 raggiunto un accordo poco ambizioso per il clima

Indice degli interventi:

La Cop24, Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Katowice, si è conclusa dopo due settimane di difficili negoziati tra i Rappresentanti di 196 paesi e dell’Unione Europea riuniti in Polonia.

Alla fine sabato 15 dicembre sono state adottate una serie di linee guida per garantire il rispetto dell’accordo di Parigi del 2015, che mira a mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, possibilmente a 1,5°.

COP24 fatica a raggiungere obiettivi definitivi

Uno degli elementi chiave del “pacchetto Katowice” è l’adozione di un quadro dettagliato sulla trasparenza, che stabilisce che i paesi dovranno fornire informazioni sui loro piani d’azione nazionali, compresa la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, nonché le misure di mitigazione e di adattamento, assicurando una certa flessibilità ai paesi in via di sviluppo.

Per quanto riguarda la spinosa questione dei finanziamenti dei paesi sviluppati a sostegno dell’azione per il clima nei paesi in via di sviluppo, il documento stabilisce un modo per decidere nuovi e più ambiziosi obiettivi dal 2025, a partire dall’attuale impegno a mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno dal 2020.

Un altro risultato è che le nazioni hanno concordato su come valutare collettivamente l’efficacia dell’azione per il clima nel 2023, e su come monitorare e riferire i progressi nello sviluppo e nel trasferimento di tecnologia.

E’ soddisfatto il presidente della COP24 Michał Kurtyka che ha commentato: “Lavoriamo a questo pacchetto da tre anni. Quando abbiamo a che fare con le posizioni di quasi 200 Parti, non è facile trovare un accordo. In queste circostanze, ogni passo avanti è un grande risultato. Possiamo essere orgogliosi di noi stessi. I nostri sforzi comuni non si sono concentrati solo nella difesa degli interessi nazionali. Eravamo consapevoli della nostra responsabilità nei confronti delle persone e dell’impegno per il destino della Terra, che è la nostra casa e la casa delle generazioni future che verranno dopo di noi. Posso dire ad alta voce che sono stati presi in considerazione gli interessi di tutte le parti nel pacchetto di Katowice e, cosa ancora più importante, il suo impatto sul mondo sarà positivo. Abbiamo compiuto un grande passo avanti verso la realizzazione del target fissato dall’accordo di Parigi”.

Ma secondo le associazioni ambientaliste dalla conferenza non è emersa una risposta chiara ed efficace per assicurare il contenimento del surriscaldamento entro 1,5°, nonostante l’allarme lanciato dal recente rapporto dell’IPCC che evidenzia che restano solo 12 anni per salvare il Pianeta e dimezzare le emissioni di CO2.

Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente sottolinea che i Governo non sono stati capaci di concordare un chiaro impegno che garantisca di “rafforzare entro il 2020 gli attuali obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con la soglia critica di 1.5°C; non sono inoltre riusciti ad adottare un efficace quadro normativo, il cosiddetto Rulebook, in grado di dare piena attuazione all’Accordo di Parigi e a garantire un adeguato sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo che devono far fronte a devastanti impatti climatici”.

Il Rulebook adottato presenta invece alcune lacune che dovranno obbligatoriamente essere superate entro il 2020.

Inoltre in Polonia non è stato raggiunto alcun impegno collettivo chiaro per ottimizzare gli obiettivi di azione sul clima, i cosiddetti Nationally Determined Contributions (NDC).

Abbiamo a disposizione solo 2 anni ricorda il Presidente nazionale di Legambiente per poter realizzare alleanze in grado di raggiungere un accordo ambizioso per il pianeta, come ha provato a fare una parte dell’Europa durante la COP24. Il Vecchio Continente infattiinsieme ad alcuni paesi emergenti e in via di sviluppo, ha promosso la Coalizione degli Ambiziosi che a Katowice che aveva l’obiettivo di aumentare entro il 2020 il target di diminuzione delle emissioni fissato a Parigi.

E’ davvero importante che l’Europa arrivi preparata al Summit convocato dal Segretario Generale dell’ONU Guterres per il prossimo settembre 2019 a New York, che valuterà lo stato di avanzamento del processo di revisione degli attuali impegni, con obiettivi climatici nazionali aggiornati e più ambiziosi entro il 2020, secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi. impegnandosi

Secondo Legambiente dovrebbe arrivare a questo appuntamento avendo rivisto il proprio obiettivo al 2030, coerentemente con la soglia critica di 1.5°C, andando ben oltre il 55% di riduzione delle emissioni proposto già da diversi governi e dall’Europarlamento.

Anche Jennifer Mrgan, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International sottolinea che la COP24 doveva raggiungere un accordo molto più ambizioso, considerando i disastri climatici che hanno caratterizzato gli ultimi anni e i continui allarmi lanciati dai più importanti climatologi.

Greenpeace ha approvato l’adozione del “rulebook” che se supportato da ambizioni adeguate può contribuire alla difesa del clima.

Il WWF in una nota commenta che pur apprezzando i  progressi fatti a Katowice verso l’adozione di un “Libro delle regole”, l’accordo raggiunto comunque non è al livello di accelerazione dell’azione necessario per affrontare l’emergenza climatica.

L’appuntamento con la COP25 è in Cile dall’11 al 25 novembre 2019, con la PreCOP in Costa Rica.


13/12/18

COP24: non trovare un accordo per il clima sarebbe un “suicidio”

Non ha usato mezzi termini António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite nel proprio discorso in cui ha ribadito un concetto importante: il cambiamento climatico è più veloce di noi e che Katowice deve – senza mezzi termini – essere un successo, per invertire questa tendenza.UN Secretary-General António Guterres: COP 24, necessario trovare un accordo per il climaDal 2 dicembre, la COP24 ha riunito migliaia di decisori, ministri e negoziatori con l’obiettivo chiave di adottare linee guida condivise per garantire l’attuazione dell’accordo di Parigi del 2015, firmato da 197 paesi che si sono impegnati a trovare misure per limitare il riscaldamento globale a meno di 2°C – e il più vicino possibile a 1,5° rispetto ai livelli preindustriali.

La conferenza si conclude domani sera ma António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, in un discorso ha evidenziato che ci sono ancora troppe incertezze per definire norme dettagliate e precise per l’attuazione dell’accordo di Parigi: “sprecare questa opportunità a Katowice comprometterebbe la nostra ultima occasione per fermare il cambiamento climatico. Non solo sarebbe immorale, sarebbe suicida“.

A preoccupare maggiormente l’atteggiamento di alcuni paesi quali Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e Kuwait.

Guterres pur apprezzando l’impegno delle delegazioni nazionali, ha chiesto di accelerare gli sforzi per dare seguito agli impegni presi a Parigi, verso un mondo a basse emissioni e resistente ai cambiamenti climatici.

Il Segretario Generale ha poi ricordato che i paesi forti hanno l’obbligo finanziario di sostenere gli sforzi dei paesi in via di sviluppo, come stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), firmato nel 1992. Il segretario generale ha esortato le nazioni sviluppate a “aumentare i propri contributi per mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020, come stabilito tre anni fa a Parigi”.

E’ inoltre indispensabile che i paesi adottino regole precise e trasparenti per attuare l’Accordo di Parigi e garantire la transizione energetica.


6/12/18

COP24: una corretta azione per il clima potrebbe salvare un milione di vite

In occasione della COP24 in corso a Katowice in Polonia fino al 14 dicembre, l’OMS ha presentato un Rapporto che sottolinea che un’azione coraggiosa sul clima potrebbe salvare un milione di vite, creando ricchezza per i paesi. Ogni anno l’inquinamento causa 7 milioni di morti in tutto il mondoCOP 24: una corretta azione per il clima potrebbe salvare un milione di vite l'annoPresentato alla COP24 in Polonia un Rapporto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che spiega i benefici per la salute e l’economia legati a una corretta attuazione dell’accordo di Parigi del 2015.

Un’azione coraggiosa sul clima che porti alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, si legge nella nota stampa, potrebbe aiutare a salvare un milione di vite e garantire enormi benefici economici entro il 2050.

L’accordo di Parigi è potenzialmente il più importante accordo sanitario di questo secolo”, ha detto il Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS. “E’ infatti evidente che il cambiamento climatico sta già avendo un grave impatto sulla vita e sulla salute umana. Sono minacciati gli elementi più importanti legati alla qualità della salute, aria pulita, acqua potabile, cibo nutriente e rifugi sicuri”.

Il rapporto “COP24 special report: health and climate change” sottolinea inoltre gli enormi benefici economici legati agli investimenti volti alla riduzione dell’inquinamento, che potrebbero rendere il doppio di quanto speso. Il ritorno sull’investimento è ancora maggiore per i paesi chiave nella lotta ai cambiamenti climatici, come la Cina e l’India.

I dati forniti nel rapporto fanno impressione: ogni anno l’inquinamento causa 7 milioni di morti in tutto il mondo e costa circa 5.11 trilioni di dollari in spesa per la salute. Nei 15 paesi che hanno le più alte emissioni di gas serra, si stima che l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute costi più del 4% del PIL.

Al contrario, le azioni per rispettare l’impegno di Parigi di mantenere il riscaldamento al di sotto dei 2 gradi Celsius, costerebbero circa l’1 per cento del PIL globale.

La Dott.ssa Maria Neira, Direttrice di Public Health, Environmental and Social Determinants of Health per l’OMS ha spiegato che “Il vero costo del cambiamento climatico si fa sentire nei nostri ospedali e nei nostri polmoni. L’onere per la salute legato all’inquinamento è ora così elevato, che il passaggio a scelte più pulite e sostenibili per l’approvvigionamento energetico, i trasporti e i sistemi alimentari si ripaga efficacemente. Quando si tiene conto della salute, la mitigazione dei cambiamenti climatici è un’opportunità, non un costo”.

Il rapporto contiene raccomandazioni per i decisori politici su come affrontare contemporaneamente l’azione per il clima e le questioni di salute pubblica, tra cui politiche volte a ridurre le emissioni di carbonio e l’inquinamento atmosferico; la mobilitazione dei sindaci per attuare il cambiamento a livello locale; investimenti in strutture sanitarie “intelligenti”.


4/12/18

COP24: il tempo per limitare il surriscaldamento sta per scadere

Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite ha inaugurato la COP24 di Katowice in Polonia lanciando un drammatico appello: per molti paesi è ormai una questione di vita o di morte, non si può più perdere tempoCOP24: il tempo per limitare il surriscaldamento sta per scadereMentre il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato l’intenzione del Paese di uscire dall’Accordo di Parigi, Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite ha inaugurato la COP24 di Katowicecon un discorso durissimo in cui lancia un appello a tutti i paesi perché il tempo a nostra disposizione è davvero finito: “il cambiamento climatico è più veloce di noi e dobbiamo recuperare il ritardo prima che sia troppo tardi. Già oggi per molte persone e paesi, è una questione di vita o di morte”. 

La conferenza delle Nazioni Unite sul clima di quest’anno è un momento chiave per l’attuazione dell’accordo di Parigi, attraverso la messa a punto di norme dettagliate e precise.

Anche se siamo testimoni di impatti climatici devastanti che provocano disastri in tutto il mondo, non stiamo ancora facendo abbastanza per evitare che le ripercussioni del surriscaldamento siano irreversibili e catastrofiche. Né stiamo facendo abbastanza per capitalizzare le enormi opportunità sociali, economiche e ambientali legate agli interventi per la sostenibilità ambientale.

Senza dimenticare che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi ridurrebbe l’inquinamento atmosferico, salvando oltre un milione di vite umane all’anno entro il 2030.

L’accordo di Parigi va reso operativo con azioni forti e concrete che prevedano che le comunità e le nazioni più fragili siano pienamente assistite: “Se falliremo, i ghiacci dell’Artico e l’Antartico continueranno a sciogliersi, i coralli si sbiancheranno e poi moriranno, gli oceani aumenteranno, più persone moriranno a causa dell’inquinamento atmosferico, la scarsità d’acqua affliggerà una parte significativa dell’umanità e il costo dei disastri sarà insostenibile”. 

Nel suo discorso il segretario generale delle Nazioni Unite ha evidenziato gli impegni imprescindibili per una reale transizione verso un mondo sostenibile e a basse emissioni, a partire dalla diminuzione del 45% delle emissioni rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030, obiettivo al 2050 è emissioni pari a zero.

L’energia rinnovabile dovrà fornire metà o due terzi dell’energia primaria mondiale entro il 2050, con una corrispondente riduzione dei combustibili fossili.

Per combattere il cambiamento climatico la finanza ha un’importanza centrale: l’azione per il clima si deve sviluppare in cinque aree economiche chiave,  energia, città, uso del suolo, acqua e industria. Ciò significa costruire tutte le infrastrutture necessarie, eliminare i sussidi per i combustibili fossili e investire in tecnologie pulite, sostenere i lavoratori impiegati nella sostenibilità, assistere i paesi più vulnerabili.


3/12/18

A Katowice fino al 14 dicembre aperti i negoziati per definire una precisa azione per la lotta al cambiamento climatico, con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro la soglia critica di 1,5° CLa COP24 alla sfida per il clima E’ iniziata ieri in Polonia, a Katowice, la COP24, ventiquattresima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, che vede riuniti fino al 14 dicembre i ministri e i negoziatori responsabili delle questioni ambientali di tutti i governi.

Obiettivo della Conferenza delle Nazioni Unite è assicurare l’adozione di un pacchetto di misure a garanzia della corretta attuazione dell’accordo di Parigi firmato nel dicembre 2015 che, ricordiamo, chiede di limitare il surriscaldamento globale ben al di sotto di 2°C; possibilmente a 1,5°C.

Lo scenario in cui si svolge la COP24 è decisamente preoccupante per il clima e l’ambiente. In questo periodo infatti sono stati pubblicati importanti report che mostrano che il tempo a nostra disposizione è davvero finito: l’impatto dei cambiamenti climatici è sempre più catastrofico e senza interventi rigorosi non può che peggiorare.

Greenpeace evidenzia che i vari studi pubblicati nel 2018 tra cui l’Emissions Gap Report dell’UNEP, il rapporto di previsione sullo stato del clima 2018 dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale e l’Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC, hanno lanciato nuovi allarmi sollecitando interventi più urgenti da parte dei governi:

  • Se l’aumento delle temperature dovesse continuare al ritmo corrente, il riscaldamento climatico supererebbe la soglia di 1,5°C tra il 2030 e il 2052
  • Sono aumentati in maniera preoccupante i livelli di CO2, la stima è di 405,5 parti per milione (ppm) nel 2017, nel 2015 in atmosfera c’erano 400,1 ppm
  • Il 2018 sarà probabilmente il quarto anno più caldo di sempre. Negli ultimi 22 anni ci sono stati i venti anni più caldi
  • Il rapporto “UNEP Emission Gap” rivela che i Paesi devono aumentare di cinque volte le riduzioni di emissioni di gas serra per garantire il rispetto dell’obiettivo 1,5°C

In questo scenario l’Unione europea sembra voler intensificare i propri sforzi e ha proposto un obiettivo “emissioni zero” al 2050. “Tuttavia – secondo Greenpeace- per restare entro 1,5°C questo obiettivo deve essere anticipato al 2040”.

Il WWF considera che la COP24 sia un’importante occasione per garantire il rispetto dell’accordo di Parigi. Il responsabile Clima ed Energia del WWF Internazionale, Manuel Pulgar-Vidal a questo proposito sottolinea: “I risultati di questa Conferenza fra i negoziatori delle Nazioni Unite sul clima, getteranno le basi per un progresso multilaterale e continuativo nella lotta contro il cambiamento climatico con il ritmo e la velocità necessari per essere all’altezza di ciò che afferma la scienza”.

L’associazione ambientalista evidenzia che perché ciò avvenga è necessario garantire il potenziamento urgente dell’azione climatica, anche attraverso finanziamenti e sostegni precisi per i paesi in via di sviluppo. Inoltre devono essere definiti con maggiore chiarezza e trasparenza gli impegni di riduzione assunti da ciascun Paese, che devono diventare più ambiziosi se si vuole attuare l’accordo di Parigi .

Sarebbe necessario che venissero presentati i nuovi e migliorati piani nazionali sul clima (NDC) entro il 2020.

Il WWF Italia ha lanciato da ieri su Twitter la campagna #GreenIsTheNewBlack ‘Lasciamo sotto terra le cattive energie’: obiettivo è invitare il Governo a spingere nel Piano Energia Clima, che deve essere presentato entro il 31 dicembre, su rinnovabili, efficienza e risparmio energetico.

Mauro Albrizio, responsabile dell’ufficio europeo di Legambiente, commenta che uno dei fattori che potrà assicurare il successo della COP24 sarà la capacità dell’Europa di svolgere un ruolo di leadeship, mettendo in campo una “Coalizione di Ambiziosi”, con il pieno coinvolgimento e supporto della Cina, in grado di ricreare lo spirito di Parigi. Solo in questo modo si potrà davvero vincere la sfida per il clima, assicurando nuova occupazione e crescita economica e accelerando la decarbonizzazione.

Dall’Europa può e deve partire l’impegno per raggiungere zero emissioni nette entro il 2040, grazie a una Strategia climatica di lungo termine che sia molto più ambiziosa del 55% di riduzione delle emissioni entro il 2030”.

Per Legambiente oltre al ruolo dell’Europa, per il successo di Katowice è fondamentale garantire con azioni forti e ambiziose la riduzione delle emissioni in linea con la soglia critica di 1.5°C, in modo da poter raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale.

Si potrà dire che la COP24 sarà stata un successo se verranno raggiunti questi 3 punti che permetteranno di tradurre in azione l’Accordo di Parigi:

  • adozione del cosiddetto “Rulebook” (PAWP – Paris Agreement Work Programme) ovvero le linee guida per rendere operativo l’Accordo di Parigi;
  • impegno dei governi ad aumentare entro il 2020 gli attuali impegni (NDCs), in linea con la soglia critica di 1,5°
  • adeguato sostegno finanziario ai paesi più poveri per far fronte ai loro impegni di riduzione delle emissioni e poter adattarsi ai mutamenti climatici in corso, attraverso un processo concordato per definire il nuovo obiettivo post-2025 che superi gli attuali 100 miliardi di dollari l’anno previsti entro il 2020.

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