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A cura di: Tommaso Tetro Il Cdm ha dato il via libera alla riorganizzazione del ministero della Transizione ecologica. Nel Dpcm si fa presente che le strutture amministrative in precedenza del ministero dell’Ambiente vengono integrate “con le competenze in materia energetica sul piano nazionale e internazionale” che prima erano “assegnate al ministero dello Sviluppo economico”. Per Roberto Cingolani il nuovo ministero è “la punta d’eccellenza della forza governo e dell’innovazione del Pnrr. E’ un passo fondamentale, sarà la rigenerazione della Pubblica amministrazione”. Tre dipartimenti e 10 direzioni Il “‘nuovo’ ministero si articola in tre dipartimenti e 10 direzioni generali”; la dotazione organica dirigenziale in 13 posizioni di livello generale e 67 di livello non generale”. I dipartimenti sono: amministrazione generale, pianificazione e patrimonio naturale (con l’istituzione della direzione generale innovazione tecnologica e comunicazione); sviluppo sostenibile (che avrà competenze in materia di economia circolare e valutazioni e autorizzazioni ambientali con la creazione di una direzione ad hoc); e il dipartimento energia (con energie rinnovabili e gestione degli incentivi energia). Il dipartimento amministrazione generale, pianificazione e patrimonio naturale (DiAG), articolato in quattro uffici di livello dirigenziale generale: risorse umane e acquisti (RUA); innovazione tecnologica e comunicazione (ITC); attività europea ed internazionale (AEI); patrimonio naturalistico e mare (PNM). Il dipartimento sviluppo sostenibile (DiSS), articolato i tre direzioni generali: economia circolare (EC); uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche (USSRI); valutazioni ambientali (VA). Il dipartimento energia (DiE), articolato in tre direzioni: infrastrutture e sicurezza (IS); competitività ed efficienza energetica (CEE); incentivi energia (IE). Efficienza, più personale, digitalizzazione processi Le innovazioni apportate “hanno richiesto un adeguamento di compiti e funzioni dei dipartimenti e delle direzioni generali” per “assicurare una più efficace sinergia sui temi della transizione ecologica, un efficientamento dei processi trasversali legati alla gestione delle risorse umane, acquisti, informatica, potenziando, al contempo, l’amministrazione anche grazie alla re-ingegnerizzazione delle attribuzioni dei compiti per grandi temi e per migliorare la capacità di programmazione”. Questo ha comportato un adeguamento dei compiti e delle funzioni per arrivare a processi più efficienti. “La nuova articolazione – viene rilevato dal ministero – permetterà di incrementare la dotazione di personale e avviare una digitalizzazione dei processi, rispondendo alle nuove esigenze legate alla realizzazione delle iniziative e dei progetti collegati al Pnrr. Anche la nuova vocazione sul piano delle relazioni internazionali ne risulta rafforzata nei confronti dell’Unione europea e degli organismi internazionali”. La forza innovatrice del Pnrr e del governo “Il nuovo Mite con il decreto approvato oggi diventa la punta di eccellenza di tutta la forza innovatrice del Pnrr e del governo nel suo insieme – osserva Cingolani – pronto ad accogliere tutte le sfide sul piano delle politiche ambientali, energetiche e del clima sulle quali il nostro Paese sta giocando un ruolo di primo piano dopo il G20 Ambiente clima energia di Napoli e in vista della prossima Conferenza mondiale sul clima di cui siamo co-organizzatori. Si tratta di un passo fondamentale per dare piena operatività alla transizione ecologica attraverso l’impiego degli strumenti e delle risorse del Pnrr – prosegue – sarà una vera e propria rigenerazione che consentirà di superare quegli ostacoli di origine burocratica, tecnologica e strutturale e rendere la pubblica amministrazione efficacemente al servizio dei cittadini e dell’ambiente”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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