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Indice degli argomenti Toggle Cos’è il gas radon e perché è pericoloso?Gas radon e qualità dell’aria indoorQuaderno Tecnico di ISPRA su qualità dell’aria indoor e gas radonAmbienti a rischio e soluzioni mirateLinee guida del Piano Nazionale d’Azione per il gas radonNormativa sul radonCase History di successo: bonifica del gas radon presso la Società Agricola Fay con estrattori Vortice Prodotti utili per la rilevazione e la bonifica del radonPannelli di vetro cellulare FOAMGLAS® BoardHelty Flow-RMapei – Mapeproof AL APVOLTECO – AMPHIBIAFaq Gas radonCome posso sapere se la mia casa è contaminata dal radon?Quali sono i rischi per la salute associati al radon?Quali sono le zone più a rischio di radon in Italia?Come prevenire il problema del gas radon?Come posso ridurre la concentrazione di radon nella mia casa? Cos’è il gas radon e perché è pericoloso? Il gas radon è un gas nobile radioattivo di origine naturale, conosciuto come “silent killer” per la sua totale impercettibilità: è infatti inodore, incolore e, se disciolto in acqua, anche insapore, il che lo rende impossibile da rilevare senza appositi strumenti. Si genera naturalmente dal decadimento dell’uranio presente nel suolo, nelle rocce e in alcuni materiali da costruzione come tufo e granito, e può accumularsi in ambienti chiusi come abitazioni e luoghi di lavoro, specialmente negli spazi interrati o seminterrati. Il radon penetra all’interno degli edifici attraverso fondazioni, fessure, crepe o cavedi tecnici. Elementi come la scarsa ventilazione degli ambienti, l’uso di infissi a tenuta stagna o, perfino, l’applicazione di cappotti termoisolanti, che ne favoriscono il ristagno, possono aumentare il rischio di esposizione. Una volta liberato nell’aria, il radon decade producendo elementi radioattivi, tra cui polonio-218, polonio-214, piombo e bismuto, particolarmente pericolosi se inalati. Questi isotopi emettono particelle alfa che possono danneggiare il DNA delle cellule polmonari, rappresentando, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo di tabacco. Si tratta di elementi nocivi per l’uomo in quanto radioattivi, che possono disperdersi nell’aria ed essere respirati dagli esseri umani. All’aperto, queste sostanze vengono disperse, ma al chiuso è più complicato. Poiché la concentrazione di radon può variare significativamente nel corso della giornata e con il cambio delle stagioni, il suo monitoraggio richiede tempi prolungati, almeno un anno, per ottenere dati affidabili e intervenire con adeguate misure di bonifica. La sua presenza, quindi, costituisce un rischio importante per la salute pubblica, richiedendo una gestione attenta e soluzioni mirate per garantire ambienti sicuri e salubri. Gli ambienti maggiormente esposti, ovviamente, sono quelli a contatto con il terreno, come le taverne e le cantine. Il gas raggiunge questi spazi attraversando piccole aperture, come pozzetti o prese di luce, crepe, strutture permeabili, come solai in legno o murature. Gas radon e qualità dell’aria indoor Come abbiamo visto il gas radon quando si trova all’interno delle abitazioni è pericoloso per la salute delle persone. La salubrità dell’aria e l’inquinamento indoor, del resto, sono un problema molto più critico di quanto si possa pensare, in moltissime case. Molto spesso si tende a considerare dannoso solo ed esclusivamente l’inquinamento atmosferico che affligge la maggior parte, se non la totalità, delle città del mondo. Ma lo smog non è l’unico nemico della nostra salute e, considerando che secondo diversi studi si passa all’interno di ambienti chiusi (tra lavoro, tempo libero e vita privata) quasi la totalità del proprio tempo, sarebbe meglio dare maggior rilievo alla qualità dell’aria interna. Per conoscere il livello di inquinamento interno è possibile ricorrere ad appositi sensori, che rilevano la concentrazione dei principali inquinanti, tra cui anche le note polvere sottili o la CO2. Se si provasse a casa, probabilmente la maggior parte delle persone resterebbe colpita dall’elevato livello di inquinamento rilevato. Gli inquinanti a cui fare attenzione sono molti, da quelli appena citati, ai VOC, fino al gas radon, particolarmente nocivo e difficilmente rilevabile senza apposita strumentazione. Quaderno Tecnico di ISPRA su qualità dell’aria indoor e gas radon L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha pubblicato un nuovo Quaderno tecnico dedicato alla gestione degli inquinanti indoor, con particolare riferimento al gas radon. Questo documento offre linee guida pratiche e tecniche, inserite nel contesto del Piano di Azione Nazionale per il Radon (PNAR), per ridurre la concentrazione di radon e migliorare la qualità dell’aria all’interno degli edifici. Nel Quaderno molto spazio viene dato ai riferimenti tecnici e normativi: in Italia infatti, pur mancando una normativa che regolamenti l’inquinamento dell’aria indoor, sono stati emanati molti documenti relativi ai limiti di sostanze dannose previsti per i diversi materiali utilizzati in edilizia; ai sistemi di climatizzazione e sono diverse le normative internazionali dedicate a microclima, aerazione e illuminazione di ambienti indoor. Ambienti a rischio e soluzioni mirate Gli ambienti interessati includono abitazioni, uffici, strutture comunitarie, ricreative e sociali: spazi chiusi dove la popolazione trascorre la maggior parte del proprio tempo. Il rischio maggiore deriva dal fatto che gli inquinanti, come il radon, possono accumularsi in concentrazioni significative. Il quaderno tecnico suggerisce interventi mirati per: Misurazione del radon indoor: identificazione delle concentrazioni tramite strumenti certificati, come i dosimetri a tracce e i rilevatori elettretici. Interventi tecnici per la riduzione del radon: Passivi: ventilazione naturale e sigillatura di fessure. Attivi: ventilazione meccanica e sistemi di depressurizzazione del suolo o degli intercapedini. Un elemento interessante delle indicazioni ISPRA è il bilanciamento tra la necessità di aerare gli ambienti per diluire il radon e l’obiettivo di ridurre il consumo energetico degli edifici, in linea con le normative sull’efficientamento energetico. Il documento fornisce soluzioni applicabili sia agli edifici esistenti che a quelli di nuova costruzione, con un’attenzione particolare al contesto locale e alla geomorfologia del suolo, fattori che influenzano la presenza del radon. Viene inoltre sottolineata l’importanza di un approccio integrato, che consideri la tipologia di materiali da costruzione, le abitudini e le attività svolte negli ambienti interni e l’interazione tra diversi inquinanti. Linee guida del Piano Nazionale d’Azione per il gas radon E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 gennaio 2024 “Adozione del piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032“, con le linee guida per ridurre l’esposizione a questo gas e i consequenziali rischi a lungo termine nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni. Il Piano è previsto dalla “Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio, del 5 dicembre 2013, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti“, che all’art. 103 prevede l’adozione dal parte di tutti gli Stati membri di un Piano per limitare l’esposizione dei cittadini al gas radon. L’obiettivo è ridurre i casi di tumore dovuti all’esposizione al radon e ai suoi prodotti di decadimento, adottando le corrette misure. Si richiede per esempio che negli interventi di riqualificazione si consideri il risanamento sia energetico che del radon. Il Piano prende in considerazione una riduzione diffusa della concentrazione di radon negli edifici con concentrazione superiore ai 200 Bq/m3, dando la priorità a quelli che superano i 300 Bq/m3, ma agendo anche su concentrazioni minori. L’Osservatorio nazionale radon, di cui fanno parte le amministrazioni competenti, monitorerà la realizzazione del Piano, svolgendo la funzione di garante per i cittadini e le amministrazioni e curando l’avanzamento delle misure. Ogni 10 anni il Piano verrà aggiornato. Partendo dai dati disponibili – piuttosto datati in realtà – si stima che siano 800.000, il 4% del totale, le abitazioni con concentrazioni di radon superiore ai 200 Bq/m3; 200.000 quelle con concentrazione superiore ai 400 Bq/m3 (l’1%) e 200.000 i luoghi di lavoro che superano i 300 Bq/m3. Il successo del Piano dipende anche dalla volontà dei proprietari degli immobili di fare interventi di risanamento, sostenendoli economicamente. A questo proposito, si legge nel testo: sarebbe certamente utile l’introduzione di specifici incentivi economici statali o regionali, o anche l’introduzione di una voce specifica sul valore di concentrazione del radon nell’ambito della certificazione energetica già obbligatoria ex lege nei contratti di compravendita e locazione, almeno dal 1 gennaio 2025 quando ci si aspetta che in tutti gli edifici di nuova costruzione sia rispettato il valore di 200 Bq/m3 , anche a fini di equità del mercato immobiliare. Normativa sul radon La normativa sul gas radon regolamenta i limiti di esposizione e le misure da adottare per la prevenzione e il controllo. Già nel 2009, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva raccomandato che la concentrazione media annuale di radon indoor non superasse i 100 Bq/m³, indicando come valore massimo tollerabile 300 Bq/m³ in situazioni particolari. Queste indicazioni sono state riprese dalla direttiva europea 59/2013/Euratom, che ha stabilito norme di sicurezza di base per la protezione contro le radiazioni ionizzanti, compreso il radon. La normativa europea ha sollecitato gli Stati membri a predisporre piani nazionali per ridurre al minimo l’esposizione al radon, includendo misure specifiche per edifici pubblici, abitazioni private e luoghi di lavoro, con particolare attenzione a scuole e ospedali situati in aree a rischio. In Italia, il D.Lgs. 101/2020 recepisce queste direttive, fissando obblighi di monitoraggio e intervento per ambienti chiusi e luoghi di lavoro, definendo criteri per la misurazione e indicando limiti di concentrazione di radon da non superare. Queste normative si allineano anche all’Agenda ONU 2030, che promuove l’obiettivo di rendere le città sicure e sostenibili, evidenziando l’importanza di intervenire prontamente per ridurre il rischio radon negli edifici scolastici e in altri spazi di vita pubblica. Case History di successo: bonifica del gas radon presso la Società Agricola Fay con estrattori Vortice Come abbiamo visto il gas radon rappresenta un pericolo significativo per la salute umana ed è particolarmente diffuso in aree come la Valtellina, la Valchiavenna e la Val di Livigno, dove la conformazione del terreno ne facilita la presenza. La normativa italiana, con la Legge 101/2020, impone il monitoraggio e la bonifica obbligatoria in locali interrati, come le cantine vinicole. Nella Società Agricola Fay di San Giacomo di Teglio (SO), è stato condotto con successo un intervento mirato di bonifica. Bonifica RADON nella Società Agricola FAY Il progetto, che ha coinvolto tutte le cantine, i locali contenenti botti e bottiglie, e tutte le aree dedicate all’invecchiamento dei vini, è stato realizzato seguendo una metodologia strutturata che ha previsto inizialmente un’analisi accurata delle vie d’ingresso del gas radon negli ambienti, per identificare le fonti di infiltrazione. A questa fase è seguita la progettazione degli interventi, con l’obiettivo di definire una strategia efficace per la mitigazione. Successivamente, è stata eseguita l’installazione di sistemi di ventilazione progettati da Vortice, specificamente ideati per estrarre il radon e convogliarlo all’esterno, mantenendo così un ambiente salubre. L’ultima fase dell’intervento ha previsto il collaudo e la misurazione finale, che ha confermato il successo della bonifica attraverso rilevazioni effettuate con strumentazione conforme alla normativa. L’estrattore CA-RM ES viene dimensionato in base alla portata di estrazione calcolata e può essere posto in ambienti in cui vi sia la presenza di personale Gli estrattori CA-RM ES di Vortice hanno svolto un ruolo fondamentale nell’intervento. Grazie alla loro resistenza all’acqua, sono in grado di funzionare anche in condizioni critiche, come pozzetti sommersi o in caso di esposizione diretta a pioggia. I motori a magneti permanenti, basati sulla tecnologia EC utilizzata anche nei veicoli elettrici, garantiscono elevata efficienza energetica, con consumi contenuti tra 90 e 165 W, e performance eccellenti, raggiungendo portate d’aria fino a 1.200 m³/h con 200 Pa di pressione residua. La tenuta stagna degli apparecchi elimina ogni rischio di dispersione del radon, assicurando la massima sicurezza per gli operatori e per l’ambiente. Inoltre, gli estrattori sono progettati per funzionare in modo continuo, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, rendendoli ideali per applicazioni di questo tipo. L’intervento ha interessato tutte le aree della cantina, comprese quelle dedicate all’invecchiamento dei vini e ai depositi di botti e bottiglie, garantendo una riduzione efficace dei livelli di radon e la piena sicurezza dei locali. L’installazione su misura del sistema di ventilazione Vortice ha risolto un problema importante, rispettando le normative vigenti e assicurando un ambiente salubre per lavoratori e prodotti. Prodotti utili per la rilevazione e la bonifica del radon Pannelli di vetro cellulare FOAMGLAS® Board Pannelli di vetro cellulare FOAMGLAS® Board L’impiego dei pannelli di vetro cellulare FOAMGLAS® BOARD per la prevenzione del gas Radon è una soluzione efficace e duratura. Questi pannelli, costituiti da lastre di puro vetro a celle stagne, impediscono il passaggio di tutti i gas (μ = ∞, EN ISO 10456). Misurano 60×120 cm e sono rivestiti su entrambe le superfici principali per consentire una posa libera, su un piano opportunamente preparato, utilizzando collante per la sola sigillatura dei giunti. La posa, effettuata a giunti stagni con appositi adesivi FOAMGLAS®, crea uno strato di tenuta stagna continuo, impedendo al gas Radon di penetrare nell’edificio. Inoltre, impedisce il passaggio di acqua e umidità garantendo pavimenti asciutti e ambienti salubri. Il controllo dell’umidità relativa all’interno dell’edificio è di elevata importanza per prevenire la formazione di condense e di muffe le cui spore disperse in aria potrebbe portare a conseguenze sulle vie respiratorie, oculari etc. I pannelli possono essere utilizzati come isolamento interno di pavimenti e pareti o direttamente a contatto con il terreno sotto le fondazioni e sulle murature contro terra. I pannelli FOAMGLAS® BOARD T3+ hanno una resistenza alla compressione (EN 826 Allegato A) ≥ 500 kPa e sono ampiamente utilizzati per l’isolamento dei pavimenti interni. Pannelli con maggiore resistenza alla compressione sono disponibili in base ai carichi di progetto e al tipo di applicazione. (Per ulteriori informazioni tecniche, fare riferimento ai documenti EPD/TDS/PDS/DoP disponibili sul sito aziendale). Test e Casi Studio: 1) I test eseguiti nei laboratori “Recupero Edilizio ed Efficienza Energetica” e “Misure Termiche e Meccaniche” del Politecnico di Milano – Polo di Lecco, hanno dimostrato l’efficacia della tenuta all’aria e all’acqua di due campioni: uno prelevato al centro del pannello e l’altro a cavallo del giunto sigillato. I risultati attestano che il sistema FOAMGLAS® è pienamente efficace nel contrastare la propagazione del gas Radon, rappresentando una valida alternativa per l’isolamento dei pavimenti contro terra e delle fondazioni. Pannelli di vetro cellulare FOAMGLAS® Board 2) Tra giugno 2016 e agosto 2017, l’Istituto FIW di Monaco ha analizzato quattro campioni di materiale utilizzati per la realizzazione di quattro tetti compatti FOAMGLAS®, verificando tre proprietà prestazionali: valore lambda, resistenza alla compressione e contenuto di umidità. I tetti, con un’età compresa tra 29 e 45 anni, non hanno mostrato effetti di invecchiamento in termini di aumento della conduttività termica o riduzione della resistenza alla compressione. 3) Nella Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD (EPD-PCE-20200300-IBB1-EN, pubblicato da IBU), la durata dichiarata dell’isolamento FOAMGLAS® è di 100 anni. Helty Flow-R Hetly FlowULTRA-R, particolarmente adatta per retrofit residenziali. Flow-R è la nuova linea di VMC decentralizzata di Helty – disponibile in 4 diverse soluzioni a seconda dello spazio interessato – progettata specificamente per mitigare il rischio di esposizione al gas radon, garantire ambienti salubri sia in ambito residenziale che terziario, assicurando la riduzione dei costi di riscaldamento grazie al recupero di calore. Helty Flow-R vanta una elevata flessibilità nella configurazione del funzionamento, consentendo ai progettisti di interventi di risanamento di definire la strategia di ventilazione più adatta. Grazie alla regolazione differenziale delle portate d’aria trattate, è possibile implementare strategie di contenimento (sovrapressione) o captazione (depressione), garantendo così un’efficace prevenzione dell’ingresso del gas radon negli ambienti e mantenendo le concentrazioni entro i limiti previsti dal progetto. Inoltre la regolazione adattiva abbinata al sensore Radon Monitor, permette di monitorare costantemente la concentrazione di gas radon e di regolare automaticamente i parametri di ventilazione in base alle esigenze, compensando variazioni stagionali e giornaliere. Grazie al controllo da remoto è possibile creare scenari personalizzati in base all’utilizzo degli ambienti e alla concentrazione di radon rilevata. In aggiunta i filtri avanzati rimuovono pollini, agenti inquinanti e polveri sottili. Lo scambiatore entalpico a doppio flusso incrociato controcorrente recupera fino al 91% del calore, migliorando l’efficienza energetica degli edifici. Tutte le versioni della Helty Flow-R possono integrare il Sensore Presenza Radon, che consente un monitoraggio attivo e interventi automatizzati. Mapei – Mapeproof AL AP Mapei – Mapeproof AL AP Le soluzioni Mapei per la problematica del gas radon si rivelano efficaci sia per la riqualificazione di strutture esistenti sia per le nuove costruzioni. Tra queste, il sistema Mapeproof AL AP, una membrana impermeabilizzante in HDPE adesivizzata e ricoperta da un coating protettivo sensibile alla pressione, assicura un’adesione tenace e continua al calcestruzzo, impedendo la migrazione laterale di acqua e gas. Grazie alla sua semplicità di posa, robustezza e durabilità, Mapeproof AL AP rappresenta una soluzione ideale per l’impermeabilizzazione orizzontale e verticale in pre-getto di strutture interrate come parcheggi, piscine, vasche e sottopassi. Oltre a fungere da barriera contro l’acqua di falda e l’umidità del terreno, offre protezione efficace contro gas nocivi come radon e metano. Questo sistema conferma l’impegno costante di Mapei nell’innovazione tecnologica e nella semplificazione dei processi costruttivi a livello globale. VOLTECO – AMPHIBIA Amphibia di VOLTECO La membrana impermeabile in epdm Amphibia 3000 Grip pre-getto di VOLTECO rappresenta una soluzione efficace per proteggere le strutture interrate dal gas radon, oltre che per garantire impermeabilità contro l’umidità e l’acqua. Agisce come una barriera efficace, garantendo impermeabilità e sicurezza strutturale anche in sottofondazione. La membrana, realizzata in 3 strati a capacità espansiva differenziata, è idro-reattiva e autoriparante: reagisce al contatto con l’acqua, sigilla automaticamente eventuali microfessure e si aggancia saldamente al calcestruzzo. Può essere applicata sia sottofondazione/pavimento che verticalmente su pareti interrate, adattandosi a nuovi edifici o interventi di riqualificazione. Inoltre garantisce la gestione delle discontinuità, consentendo la sigillatura di giunti di costruzione e passaggi impiantistici, assicurando una protezione uniforme e continua. Amphibia assicura molteplici vantaggi nel controllo del radon: Efficacia combinata: integrazione con altri sistemi Volteco per migliorare le prestazioni di impermeabilizzazione e protezione dai gas. Durabilità e affidabilità: assicura una casa salubre, asciutta e conforme alle normative vigenti (come la legge 1504). Adattabilità normativa: risponde alle attuali direttive per la protezione dal radon, applicabile sia per nuove costruzioni che per ristrutturazioni. Resistenza agli agenti naturali aggressivi presenti nel terreno Facilità di applicazione Faq Gas radon Come posso sapere se la mia casa è contaminata dal radon? Per misurare e monitorare in modo attendibile la presenza di gas radon in un’abitazione, è fondamentale adottare un approccio che garantisca risultati accurati e significativi. Sebbene siano facilmente reperibili online rilevatori elettronici a basso costo, questi strumenti non rappresentano una scelta adeguata per un monitoraggio affidabile. Il loro utilizzo, spesso accompagnato da una conoscenza superficiale del fenomeno fisico, può portare a conclusioni errate, soprattutto quando si interpretano valori elevati letti sul display dopo poche ore di utilizzo. Questi dispositivi, infatti, sono poco utili se non si tiene conto delle variazioni quotidiane e stagionali della concentrazione di radon. Un metodo più accurato e riconosciuto legalmente è quello basato su rilevatori passivi, come i dosimetri a tracce, che devono essere esposti per un periodo prolungato. Dopo questa fase, i dispositivi vengono inviati a un laboratorio qualificato per l’analisi, fornendo un valore medio annuale della concentrazione di radon. Questa procedura non solo permette di ottenere dati significativi, ma crea anche un canale di comunicazione diretto con tecnici esperti, in grado di rispondere a eventuali dubbi e rassicurare in caso di risultati elevati. È importante sottolineare che, sia in Italia che in Europa, l’unico valore che ha validità legale è la media annua della concentrazione di radon (normativa italiana, D.Lgs. 101/2020). Misurazioni di breve durata, che coprono solo pochi giorni o settimane, possono introdurre errori significativi e non forniscono una base affidabile per valutare il rischio. Per questo motivo, affidarsi a strumenti e procedure scientificamente validati è essenziale per garantire un monitoraggio efficace e prendere decisioni informate. Il costo di una misura è generalmente contenuto, inoltre alcune ARPA/APPA e il Servizio Radon dell’ENEA offrono servizi di misurazione. Quali sono i rischi per la salute associati al radon? Il gas radon, presente nell’aria degli ambienti chiusi, viene respirato dalle persone e le particelle possono depositarsi all’interno dei polmoni. Le conseguenze possono essere di varia natura ma, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il radon che è inserito nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene, è la seconda causa di cancro ai polmoni dopo il fumo di tabacco. Risulta infatti essere una delle principali fonti di esposizione alle radiazioni ionizzanti, che si generano appunto in fase di decadimento. Quando inalato, il radon e i suoi prodotti di decadimento emettono particelle alfa che possono danneggiare il DNA delle cellule nei polmoni, aumentando il rischio di mutazioni che possono portare allo sviluppo di tumori. Fra gli altri potenziali rischi legati all’esposizione prolungata a livelli elevati di radon segnaliamo possibili problemi respiratori cronici. Quali sono le zone più a rischio di radon in Italia? Anche se ve ne è traccia ovunque, non tutte le aree geografiche sono ugualmente esposte al gas radon, in quanto incidono notevolmente le caratteristiche del terreno su cui insiste l’edificio. La situazione peggiore si genera in presenza di terreni molto permeabili, che permettono la risalita in superficie di questa sostanza, soprattutto se sono presenti rocce ad elevato contenuto di uranio, come tufi, granito e porfido. La concentrazione di radon, poi, varia anche a seconda delle condizioni di pressione interna di ogni ambiente, che cambiano a seconda della temperatura e di eventuali sistemi di ventilazione. Il progetto “Radon” dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha contribuito a mappare la distribuzione del radon in Italia, identificando le aree a maggiore rischio. Inolte alcune regioni hanno avviato programmi di monitoraggio e sensibilizzazione per informare la popolazione e promuovere misure di mitigazione. Come prevenire il problema del gas radon? Considerata la pericolosità del gas radon, è importante evitare che si concentri negli ambienti chiusi che si vivono ogni giorno. Si possono mettere in atto differenti azioni per contrastare questo problema, che vanno dall’intervento sulle fondazioni esistenti, alla corretta ventilazione dei locali. Quando si rileva una elevata concentrazione di gas radon in un edificio esistente, quindi, si procede con la cosiddetta bonifica, che può prevedere interventi quali la sigillatura di crepe e fessure presenti nelle strutture e l’isolamento di tutte le aperture che comunicano con i piani interrati. Inoltre, è importante agire sulle fondazioni, realizzando un vespaio aerato, se necessario con la ventilazione forzata e valutare solai galleggianti. È utile anche impermeabilizzare le pavimentazioni che sono a contatto con il terreno e, come anticipato, provvedere alla corretta ventilazione dei locali. Il ricambio d’aria, con frequenza e volumi adeguati, infatti, aiuta a combattere l’elevata concentrazione di radon. In ogni caso, il consiglio è quello di rivolgersi a dei tecnici che, in base alla specifica situazione, valutano il miglior intervento da eseguire. Nel caso dei nuovi edifici, infine, è fondamentale porre la corretta attenzione al problema fin dalla fase progettuale, realizzando fondazioni ventilate, utilizzare materiali sicuri, isolare anche tutte le tubazioni degli impianti, impermeabilizzare i pavimenti. Come posso ridurre la concentrazione di radon nella mia casa? Per ridurre la concentrazione di radon in un’abitazione, è necessario adottare azioni di mitigazione mirate, che possono essere suddivise in interventi per edifici esistenti e misure preventive per nuove costruzioni. Gli interventi devono essere scelti in base a fattori come la concentrazione di radon rilevata, le caratteristiche costruttive dell’edificio e il costo dell’opera. Negli edifici esistenti, la soluzione più semplice, ma temporanea, consiste nell’aumentare i ricambi d’aria aprendo le finestre. Tuttavia, questa pratica è poco efficace a lungo termine, poiché il radon tende a riaccumularsi in poche ore e non è praticabile nei mesi invernali. Interventi più strutturati, come la ventilazione naturale o forzata del vespaio (se presente), possono essere più duraturi. In particolare, l’installazione di un sistema di ventilazione forzata permette di mettere in depressione il vespaio, riducendo significativamente l’ingresso del gas. Per edifici con fondazioni a platea, la tecnica più comune è la depressurizzazione del suolo, che prevede l’installazione di pozzetti radon sotto o accanto all’edificio, collegati a impianti di estrazione dell’aria. Questa soluzione è particolarmente efficace se abbinata all’uso di tubazioni di drenaggio posizionate sotto le fondazioni durante la costruzione. In alcuni casi, quando la depressurizzazione non è praticabile, è possibile utilizzare la pressurizzazione dell’intero edificio, creando una leggera sovrapressione per impedire al radon di entrare. Questa tecnica è particolarmente indicata per edifici dotati di impianti di ventilazione forzata. Ulteriori tecniche di mitigazione includono la ventilazione forzata di cantine o locali interrati non occupati, la sigillatura di crepe e giunti nelle pavimentazioni e nelle canalizzazioni, o l’impermeabilizzazione dei pavimenti esistenti. Tuttavia, queste soluzioni hanno un’efficacia limitata se utilizzate da sole e spesso richiedono interventi tecnicamente complessi. Per gli edifici di nuova costruzione, le misure preventive come l’inserimento di sistemi di drenaggio e ventilazione sotto le fondazioni sono particolarmente efficaci ed economiche, con un costo trascurabile rispetto al budget complessivo dell’edificio. Le normative italiane (D.Lgs. 101/2020) incoraggiano l’adozione di tali accorgimenti nei regolamenti edilizi regionali. Indipendentemente dalla tecnica scelta, è fondamentale che gli interventi siano progettati e realizzati da professionisti qualificati, che abbiano seguito corsi di specializzazione in risanamento radon. Infine, la verifica dell’efficacia degli interventi deve essere effettuata tramite misurazioni annuali della concentrazione di radon, come richiesto dalla normativa. (fonte Istituto Superiore della Sanità). Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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