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Indice degli argomenti Toggle I benefici del Superbonus, i dati elaborati da BankitaliaPer Bankitalia i benefici ambientali si ripagano in 40 anniPer Bankitalia servono delle “correzioni” Ogni misura economica deve essere sottoposta ad un severo controllo del rapporto costo-benefici. Non fanno eccezione il Superbonus e il Bonus facciate, le importanti agevolazioni fiscali che sono costate allo Stato rispettivamente 68,7 miliardi e 19 miliardi di euro. Tali cifre sono bilanciate dagli effetti positivi che hanno significato per l’economia del paese e per l’efficientamento energetico? Bankitalia ha provato a rispondere a questa domanda facendo una stima dei benefici e analizzando gli effetti macroeconomici delle due misure, sia in termini di edilizia che sulla finanza pubblica. Secondo la Banca d’Italia ci vorranno circa 40 anni per recuperare i costi sborsati. I benefici del Superbonus, i dati elaborati da Bankitalia I diversi bonus edilizi introdotti negli anni passati hanno dato slancio al settore; nel biennio 2021-2022 il “valore aggiunto nelle costruzioni” è cresciuto del 30% rispetto al biennio precedente. Più elevati anche gli investimenti in costruzioni residenziali, cresciuti del 40% rispetto al 2018-2019. Un boom che ha interessato famiglie e condomini che hanno approfittato delle vantaggiose detrazioni, dello sconto in fattura e della cessione del credito per eseguire lavori di rifacimento, efficientamento energetico, messa a norma e ammodernamento di edifici privati. Ma non tutti hanno usufruito del Superbonus in maniera corretta. Vi sono stati diversi casi di imprese, commercialisti e privati cittadini che hanno commesso vere e proprie frodi ai danni dello Stato, dichiarando falsi crediti, eseguendo lavori difformi o non eseguendoli affatto. Secondo una stima della premier Giorgia Meloni si contano: “9 miliardi di euro di truffe, cioè di lavori che non sono stati fatti, di lavori che sarebbero stati fatti su edifici che non esistono.” Così il presidente del consiglio in un episodio della rubrica “Gli appunti di Giorgia.” Ma allora quali e quanti sono i benefici? Per Bankitalia i benefici ambientali si ripagano in 40 anni Una cosa è certa: il Superbonus, insieme agli altri bonus edilizi, ha contribuito all’efficientamento energetico su scala nazionale, modernizzando edifici datati e riducendo gli sprechi. Ciò in adempimento dell’obiettivo europeo di contenere le emissioni di CO2 entro il 2050. Ma a che prezzo? Bankitalia ha messo a confronto il costo delle misure con il valore monetario “attualizzato della riduzione attesa delle emissioni di gas serra” – recita il documento presentato alla Commissione Bilancio alla Camera- “calcolato in termini di minori danni futuri legati al cambiamento climatico in tutto il pianeta” quindi minor produzione agricola, spese straordinarie contro la siccità e altri interventi necessari per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Facendo un calcolo approssimativo, Bankitalia ha stimato che i benefici ambientali del Superbonus e del Bonus facciate potranno ripagare i costi finanziari sostenuti non prima del 2063, tra 40 anni circa. Superbonus “più costoso” delle aspettative Vi sono diverse ragioni per cui l’esborso finanziario legato al Superbonus ha superato le stime iniziali. Le due principali sono: i molteplici “ritocchi” legislativi e la richiesta più marcata di quanto previsto. “Detrazioni con aliquote pari o superiori al 100 per cento possono accrescere i costi, dato che il contribuente – non partecipando in alcun modo alla spesa o partecipando in modo limitato – non ha interesse a contenerli. Il costo degli interventi si è rivelato molto superiore alle stime iniziali”. Le cifre dell’Ufficio parlamentare di Bilancio parlano chiaro: rispetto alla cifra iniziale stimata – ovvero 35 miliardi di euro – lo Stato ha speso 61 miliardi di euro (dato elaborato a novembre 2022, quindi la cifra reale potrebbe subire una revisioni al rialzo). Per Bankitalia servono delle “correzioni” Il documento elaborato dalla Banca d’Italia evidenzia gli ingenti costi per sostenere le misure e l’impatto sui conti pubblici. Impatto che – per il momento – non è stato bilanciato dal risparmio economico collegato all’efficientamento energetico. Il rapporto costi-benefici, infatti, non sarà soddisfatto prima di (almeno) 40 anni. Da qui la necessità di contenere le uscite spingendo il governo ad intraprendere vie alternative per perseguire gli obiettivi ambientali, ad esempio con incentivi di diversa natura che siano in grado di produrre effetti positivi nel lungo periodo, nel rispetto degli impegni presi dall’Italia in ambito europeo e internazionale. Inoltre dovrebbero essere privilegiate le famiglie a basso reddito, concentrando le agevolazioni nei confronti dei nuclei più bisognosi che, senza gli sgravi statali, non potrebbero ristrutturare gli immobili. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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