L’Husqvarna Urban Green Space Index mappa il verde urbano

L’Husqvarna Urban Green Space Index è un indicatore che fornisce una fotografia in tempo reale del verde nelle città, utilizzando satelliti alimentati dall’intelligenza artificiale. Ad oggi sono 270 i centri urbani mappati, in 60 paesi del mondo

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L’Husqvarna Urban Green Space Index mappa il verde urbano

Husqvarna, azienda leader a livello internazionale nella vendita di prodotti e soluzioni per la cura degli spazi verdi urbani, ha creato l’Husqvarna Urban Green Space Index (Hugsi): si tratta di una soluzione satellitare alimentata dall’intelligenza artificiale che indica quanto sono verdi le città, analizzando le loro aree urbane e il loro sviluppo.

Al momento sono 270 le città coinvolte in 60 paesi del mondo. L’obiettivo è accrescere la consapevolezza dei cittadini sul valore che riveste il verde urbano, ma anche fornire un supporto concreto e matematico a chi si occupa di politica perché possa prendere decisioni avvalorate da dati scientifici.

Come funziona l’Husqvarna Urban Green Space Index

Partendo dai dati del progetto Copernicus, supportato dalla Commissione Europea, e da quelli dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), i dati rilevati attraverso le immagini satellitari vengono acquisiti e processati; ad ogni città viene attribuito un punteggio.

Hugsi indaga la quantità e valuta la salute degli spazi verdi nelle città di tutto il mondo secondo i seguenti fattori chiave di prestazione (KPI):

percentuale di spazio verde urbano, spazio verde urbano pro capite, percentuale di spazio cittadino coperto da alberi, stato medio di salute del verde urbano, distribuzione dello spazio verde urbano, percentuale di spazio cittadino coperto d’erba.

L’importanza del verde urbano è stata dimostrata molteplici volte dal mondo scientifico. Gli esseri umani che sono cresciuti con un minor contatto con lo spazio verde intorno a loro registrano circa il 55% di rischio in più di sviluppare disturbi mentali come depressione, ansia e abuso di sostanze nel lungo periodo. A conferma di questa analisi, durante la pandemia più di 5 milioni di persone si sono sottoposte a screening per l’igiene mentale: un aumento del 500% circa rispetto al dato del 2019. Per non parlare del volume delle emissioni di carbonio nell’atmosfera delle aree urbane di tutto il mondo, che provocano danni alla salute fisica nel suo complesso.

Inoltre, il Barcelona Institute of Global Health ha analizzato più di 1.000 città in 31 Paesi europei, scoprendo che si potrebbero evitare fino a 43.000 morti premature all’anno se questi centri urbani seguissero le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) circa la vicinanza delle abitazioni agli spazi verdi, che suggeriscono la presenza di uno spazio verde di almeno 0,5 ettari a una distanza lineare non superiore a 300 metri da ogni abitazione. I risultati hanno mostrato che il 62% della popolazione europea vive in aree con meno spazio verde di quello raccomandato. Piantare più alberi rimane, quindi, la soluzione più valida e realistica per una vita sana all’interno delle città.

Che cosa è emerso finora dal monitoraggio satellitare

Le immagini acquisite dai satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea mostrano che in media a livello globale si sta registrando un calo dello spazio verde urbano, con -0,08% di vegetazione in meno nel 2020 rispetto al 2019 e -0,01% di verde nel 2019 rispetto al 2018.

Nei primi quattro posti delle città più virtuose ci sono ben 4 centri urbani dei Paesi Bassi e a seguire, al 5° posto, la città di Durban in Sud Africa, con il 60%. Per quanto riguarda l’Italia, le città analizzate sono Milano, Roma e Venezia che, scendono nella classifica mondiale e si collocano rispettivamente ai 131°, 142° e 202° posti: situazione che evidenzia la necessità di coinvolgere maggiormente la comunità, i cittadini, le aziende e le organizzazioni nella cura e nell’implementazione delle aree verdi. Va ricordato, però, che non più tardi di qualche mese fa proprio Milano ha perso un finanziamento di 12 milioni di euro: soldi che sarebbero serviti per la messa a dimora di 138mila alberi l’anno scorso e altrettanti quest’anno, ma non è stata trovata un’area con dimensioni adeguate alla piantumazione.

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