Coesa, l’efficienza energetica a 360°

Coesa è una ESCo fondata nel 2012 che in pochi anni ha raggiunto traguardi importanti grazie a una precisa vision e puntando su semplificazione, innovazione, sostenibilità e attenzione assoluta ai clienti, che si rivolgono a un unico interlocutore specializzato in tutti gli aspetti dell’efficienza energetica. Siamo andati a vedere l’ultima novità proposta: la torre fotovoltaica con batteria di sabbia

Coesa, l'efficienza energetica a 360°

Coesa è una ESCo, fondata nel 2012 da Federico Sandrone e Dario Costanzo, che si occupa di efficientamento energetico e attualmente impiega circa 30 persone oltre agli agenti (che sono più o meno lo stesso numero). E’ un General Contractor, fornisce dunque servizi chiavi in mano per l’efficienza energetica, coordinando tutti i professionisti coinvolti attraverso 3 business unit principali,  cresciute in maniera differente negli ultimi anni: fotovoltaico industriale dai 100 kW in su, che in questo momento rappresenta la principale specializzazione ed efficientamento energetico, residenziale e della pubblica amministrazione.

Il management di Coesa: Matteo Stoppa, Alberto Lazzari, Federico Sandrone e Dario Costanzo
Il management di Coesa: da sinistra Matteo Stoppa, Alberto Lazzari, Federico Sandrone e Dario Costanzo

Coesa supporta i clienti in tutte le fasi, dall’audit energetico, alla progettazione e installazione degli impianti a energia rinnovabile, alla scelta del miglior incentivo, assumendosi anche i costi della parte burocratica, spesso poco chiara. Una delle vision principali è la semplificazione “in un mondo complesso con normative che cambiano rapidamente, noi offriamo il progetto di efficientamento energetico chiavi in mano e  lavoriamo in modo che questo cambiamento non impatti sul cliente finale. E questo vale in ogni progetto di efficientamento energetico, dalla piccola ristrutturazione all’intervento su grande scala”, spiega Matteo Stoppa, Chief Innovation Officer dell’azienda.

La crescita di Coesa, che è stata costante nel tempo, negli ultimi 6 mesi ha visto un’accelerazione e l’espansione del proprio business anche in altri territori, oltre a quello piemontese, con reti di agenti locali dedicate. Uno dei vantaggi competitivi è assicurare che ci sia un unico interlocutore, specializzato nella gestione di progetti complessi, che si occupa di tutti gli aspetti, semplificando la burocrazia e garantendo un risparmio sia economico che di tempo. Tutte le attività inoltre sono realizzate con attenzione alla sostenibilità ambientale, economica e sociale delle soluzioni adottate. “Per i progettisti questo significa che sono coordinati e aiutati nell’interpretazione della normativa, ma anche sotto l’aspetto tecnico e gestionale. Inoltre facciamo una formazione continua con installatori, progettisti e anche con le imprese”, continua Matteo Stoppa.

Per quanto riguarda il focus dell’azienda ricorrono alcune parole chiave che guidano tutte le attività: in primis, come abbiamo già detto, semplificazione di tutti i processi, e poi formazione di tutti gli attori coinvolti nella filiera e innovazione seguendo il principio del “customer dream“: a partire dalle esigenze del mercato Coesa sviluppa delle innovazioni sin da subito configurabili per il cliente.

Il Superbonus ha certamente dato una grande spinta al successo dell’azienda, ma Federico Sandrone e Dario Costanzo, rispettivamente CEO e Chief Operating Officer, spiegano che nel 2024 sarà integrato e sostituito da altro, principalmente da progetti di impianti fotovoltaici di grossa taglia, per l’industria o anche a terra (pensiamo per esempio alle potenzialità per l’agrivoltaico) e da interventi sulla pubblica amministrazione dove “ci sono incentivi molto forti che in pochi riescono a sfruttare per la mancanza di un’organizzazione interna e che gestisce direttamente Coesa”.

I progetti di Ricerca e sviluppo

Sono tanti gli ambiti di sviluppo interessanti per Coesa: in primis lagrivoltaico, che assicura diminuzione dei costi energetici delle imprese agricole e miglioramento della resa di alcune coltivazioni. Anche le CER saranno importanti, la formula più efficiente per Coesa è che l’investimento parta dall’industria che, attraverso la realizzazione dell’impianto, diventi il principale produttore della Comunità energetica, a cui possono poi collegarsi condomini o altre realtà. “Sarà un volano per il nostro settore. Noi possiamo seguire i progetti in ogni fase: vendiamo l’impianto, costituiamo la CER e ci proponiamo come gestori. Già oggi seguiamo la manutenzione degli impianti fotovoltaici e le pratiche burocratiche del GSE. Semplificando, quella della CER è una pratica sul portale del GSE in cui inserire i dati dei consumi annuali per fa sì che il Gestore eroghi l’incentivo alla Comunità energetica”.

Spazio anche al fotovoltaico galleggiante, Coesa ha seguito i lavori di realizzazione del più grande impianto flottante d’Italia, in via di ultimazione a Germanaire, in Piemonte.

E sono tanti i progetti in cui l’azienda è attualmente impegnata, in settori differenti che però hanno come obiettivo comune quello della diversificazione e della creazione di nuovi filoni di business per i prossimi anni, che siano coerenti con i 3 ambiti di lavoro – fotovoltaico, residenziale e PA – e con le parole chiave, che sono centrali in ogni progetto.

Ne citiamo solo alcuni:

  • L’azienda ha sviluppato un sistema di building automation che prevede l’efficientamento digitale degli edifici su cui vengono realizzati interventi di efficientamento energetico, attraverso la connessione dei vari device raccolti all’interno di un unico sistema che garantisce i consumi più bassi e il miglior comfort.
  • Coesa ha vinto un bando UE su materiali innovativi da applicare ai pannelli fotovoltaici per aumentarne l’efficienza. Un progetto sviluppato in collaborazione con l’Università norvegese Norwegian University of Science and Technology, un’azienda spagnola e una PMI di Torino. I thermoelectric generator (TEG), sono dei materiali che permettono di generare corrente convertendo la parte termica in una componente energetica, togliendo calore al pannello che in estate raggiunge temperature molto alte ed evitando i cali di tensione elettrica.
  • Veichle-to-home è un interessante progetto che rende bidirezionali le colonnine di ricarica domestiche. Oggi le colonnine sono unidirezionali e possono solo ricaricare, Coesa ha realizzato un prototipo di un adattatore che si collega alla colonnina e permette la bidirezionalità funzionando dunque come accumulo per alimentare le utenze di casa, con una serie di vantaggi legati al bilanciamento di rete.
  • L’azienda ha partecipato a un progetto nell’ambito del PNRR in collaborazione con PMI piemontesi e l’Università di Torino presentato a fine giugno, di cui si aspettano i risultati a fine ottobre. Le prime analisi sul prototipo, installato all’interno di un’abitazione nuova e dunque già efficiente, mostrano un ulteriore miglioramento del 20% circa di efficientamento energetico.
  • A partire dal problema del riutilizzo di pannelli fotovoltaici in ottica di economia circolare, Coesa ha sviluppato una piattaforma che sarà online entro fine anno per lo sviluppo di un mercato dell’usato. C’è una sostituzione dei pannelli anticipata rispetto al fine vita, più grossi sono gli impianti, ci spiega Matteo Stoppa, e più è probabile che dopo 10/12 anni quei pannelli vengano rimossi per fare revamping. Ma i pannelli sostituiti continuano a funzionare, hanno ancora l’80/85% di efficienza e possono essere riutilizzati. “Siamo solo all’inizio di questo processo e c’è anche un discorso di fiducia. I prodotti inseriti nella piattaforma saranno testati e certificati alla funzionalità. Coesa fa da intermediario nella compravendita e fornisce il marchio di garanzia che quello che si acquista è affidabile”.

L’ultima novità: la torre fotovoltaica con batteria di sabbia 

Ultima novità presentata dall’azienda, che abbiamo avuto modo di vedere, è un’innovativa torre fotovoltaica alta 36 metri realizzata con pannelli usati, che riesce a  produrre 250 kW di energia pulita e immagazzinarla in una batteria di sabbia low cost.

La torre fotovoltaica con batteria di sabbia di Coesa

Si tratta di un prototipo in scala ridotta di un progetto di un’azienda esistente in Canada che realizza torri fotovoltaiche con l’obiettivo di ridurre fino al 90% l’occupazione di suolo con molti vantaggi, considerando che su circa 40 metri di altezza raggiungono 250 kw di potenza.
La novità è che sono stati utilizzati pannelli usati perché “riteniamo che, soprattutto nelle applicazioni Off Grid, che al momento sono quelle maggiormente destinate al mercato dell’usato, sia uno spunto di applicazione molto interessante”. In questo modo il sistema raggiunge un carbon-footprint negativo: i gas serra non immessi in atmosfera superano la CO2 prodotta per costruire i pannelli.

Si tratta inoltre della medesima tecnologia inaugurata lo scorso anno nella città di Kankaanpää in Finlandia: un progetto che funziona come accumulatore di energia della rete di teleriscaldamento con un bassissimo impatto ambientale.

Coesa ha incorporato le due tecnologie: all’interno della torre si trova un sistema di accumulo con batteria di sabbia, meno costosa e inquinante del litio e più semplice da reperire.  L’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici scalda delle resistenze che portano la sabbia a una temperatura di circa 500°C. Il calore accumulato può essere poi rilasciato o riconvertito in elettricità attraverso una turbina. “Sistemi come quello che stiamo sviluppando possono essere integrati direttamente nelle reti di teleriscaldamento per accumulare calore e cederlo quando più ce n’è bisogno”, spiega Matteo Stoppa.

In più la torre ha alcune caratteristiche uniche: nella base si può per esempio ricaricare il telefono, e ha un’interazione con il pubblico. Percepisce infatti il battito cardiaco delle persone che si fermano davanti alla consolle, fornendo delle informazioni biometriche e attivando un’illuminazione che risponde allo stato d’animo del momento.

L’azienda non si ferma a questo prototipo e pensa a realizzare torri di varie dimensioni: “pensiamo anche a torri da 1 kW alte soli 4 metri. Dispositivi autonomi che potrebbero essere impiegati per piccoli impianti off-grid, disconnessi dalla rete elettrica, ma che immaginiamo in applicazioni marketing come totem pubblicitari interattivi”.

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