Cambiamento climatico: maggiore ambizione o falliremo gli obiettivi

Un nuovo Rapporto delle Nazioni Unite avverte che la “finestra per raggiungere gli obiettivi climatici si sta rapidamente chiudendo“, senza un’ambizione maggiore e un forte impegno da parte di tutti non rispetteremo il target di Parigi di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali

Cambiamento climatico: maggiore ambizione o falliremo gli obiettivi

Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite avverte i Governi di tutto il mondo che non siamo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi a lungo termine stabiliti dall’Accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura globale, chiedendo un impegno più forte e maggiore ambizione.

Il rapporto riassume 17 risultati chiave, derivanti da deliberazioni tecniche del 2022 e 2023 sullo stato di attuazione dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico – che, ricordiamo, impegna tutti i Paesi a limitare l’aumento della temperatura il più possibile a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali – e sui suoi obiettivi a lungo termine, a partire dalle migliori informazioni scientifiche disponibili.

Lo studio segnala che in tutti i settori, dalla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici alla gestione delle perdite e dei danni, “c’è ancora molto da fare”. Simon Stiell, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) responsabile del rapporto, ha sottolineato: “Pur essendoci lacune ben note in tutti i settori, i risultati tecnici hanno evidenziato opportunità che già esistono o emergenti in grado di colmare tali lacune”.

Il rapporto precede il “bilancio globale” (global stocktake) della prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP28, che si terrà a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, tra novembre e dicembre.

Il global stocktake è un processo biennale che permette ai Paesi e alle parti interessate di vedere dove si stanno facendo progressi verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici – e dove non si stanno facendo, in modo da definire le azioni da intraprendere per migliorare la rotta rispetto al raggiungimento degli obiettivi della COP21.

Sultan Al Jaber, presidente designato della COP28, ha sottolineato la necessità di interrompere il percorso “business as usual” se si vuole rispettare l’Accordo di Parigi.

A tal fine, le emissioni devono essere ridotte del 43% entro il 2030. “Per questo motivo la Presidenza della COP28 ha presentato un’ambiziosa agenda d’azione incentrata sull’accelerazione di una transizione energetica giusta e ben gestita che non lasci indietro nessuno, sulla correzione dei finanziamenti per il clima, sull’attenzione alla vita e ai mezzi di sussistenza delle persone e sulla piena inclusione”.

I dati sull’estate che si sta per concludere confermano la gravità della crisi climatica: il recente Rapporto del Copernicus Climate Change Service ha infatti evidenziato che la temperatura media globale di giugno, luglio e agosto è stata la più alta di sempre, con un susseguirsi di eventi estremi – caldo soffocante, alluvioni, ondate di calore.

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