Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
Indice degli argomenti Toggle Le città continuano a crescere a dismisuraDove possiamo trovare il verde nelle nostre città?In che modo la natura riesce ad influenzare il benessere degli abitanti di una città?Il principio del “3-30-300” L’attuale andamento dell’espansione urbana non è più sostenibile in nessun senso. È imperativo trovare un equilibrio tra densità, sostenibilità, preservazione della natura e benessere umano, aspetti che non possono più essere considerati in competizione tra di loro. Le aree urbane, che ospitano oltre la metà della popolazione mondiale, assumono un ruolo sempre più centrale nelle sfide globali, rivestendo un’importanza fondamentale per la salute e la sicurezza delle persone. Questo è quanto emerge dal nuovo rapporto del WWF intitolato “Persone, città e natura: Rinnovare l’ambiente urbano per migliorare la salute,” presentato in occasione dell’iniziativa Urban Nature. In questo situazione, occorre promuovere iniziative di rinverdimento e riforestazione urbana, nonché intervenire nella rimozione delle costruzioni degradate e in disuso, restituendo al suolo la sua naturale integrità. È cruciale riconoscere che l’attuale percorso di crescita urbana deve essere drasticamente rivisto e riorientato verso una direzione più sostenibile. “Gli spazi verdi possono contribuire a ‘curare i mali’ che affliggono le città e i suoi abitanti perché forniscono servizi ecosistemici importanti, come lo stoccaggio di migliaia di tonnellate di carbonio, l’infiltrazione di milioni di metri cubi di acqua, l’assorbimento di contaminanti, la pulizia dell’aria e la mitigazione delle temperature. Questi benefici non riguardano solo la natura, ma la nostra qualità di vita, la nostra salute e sicurezza -afferma Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia-. L’aumento del verde complessivo potrebbe evitare fino a quasi 43.000 morti all’anno nelle città europee.” Le città continuano a crescere a dismisura Negli ultimi 25 anni, su scala mondiale, le dimensioni delle città si sono estese in modo tale da coprire un’area equivalente a quella dell’Irlanda. Inoltre, il 59% delle città ha registrato un incremento nel consumo di suolo per ogni nuovo abitante. Questa espansione ha portato a una significativa diminuzione delle aree verdi all’interno delle zone urbane, tanto che attualmente esiste una relazione inversa tra la densità di popolazione e la disponibilità di spazi verdi. In questo momento le città occupano quasi il 3% della superficie del nostro pianeta, una percentuale che si attesta al 4% in Europa. Curiosamente, queste aree urbane sono il luogo di residenza per oltre il 55% della popolazione mondiale, un dato che aumenta al 75% in Europa. In modo inevitabile, questa concentrazione umana nelle città ha un impatto significativo sull’ambiente. Le città sono, infatti, responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di carbonio e più del 50% dei rifiuti prodotti a livello globale. Inoltre, esse consumano tra il 60% e l’80% dell’energia e rappresentano il 75% del consumo di risorse naturali, tra cui alimenti e acqua. La concentrazione di vite umane, attività economiche e beni nelle città le rende particolarmente sensibili agli eventi meteorologici estremi, all’inquinamento atmosferico e idrico, nonché alle potenziali epidemie. Come riportato dal WWF, un esempio significativo delle conseguenze del cambiamento climatico può essere osservato nelle città italiane, che si trovano tra le aree più colpite da questo fenomeno. Nel 2020, il nostro Paese ha registrato circa 1.500 eventi meteorologici estremi, quattro volte di più rispetto al 2010. Continuando a parlare di record, l’Italia ha segnato un altro triste traguardo nell’estate del 2022 con ben 18.000 morti dovuti alle ondate di calore in Italia, il valore più alto in Europa. Questi dati evidenziano una tendenza preoccupante, con un aumento del 135% negli eventi meteo-idrologici nei primi cinque mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo nel 2022. Dove possiamo trovare il verde nelle nostre città? In Italia, assistiamo a un fenomeno allarmante: la crescita del consumo di suolo supera quella demografica. Nel 2019, sono nati 420.000 bambini, ma nello stesso anno, la superficie “sigillata” da costruzioni è aumentata di 57 milioni di metri quadrati. Un dato altrettanto preoccupante è che dagli anni ’50 al 2021, le superfici artificiali nel nostro paese si sono più che raddoppiate, raggiungendo il 7% del territorio, quando la media Europea si concentra attorno al 4%. In questa distesa di cemento, si fanno spazio diverse tipologie di spazi verdi urbani. Il WWF ne evidenzia dieci tipologie tra cui troviamo: orti botanici, alberi stradali, parchi urbani, paesaggi intorno agli edifici (arredo urbano), giardini scolastici, aree sportive outdoor, tetti verdi, orti urbani, verde incolto e zone umide. Nel nostro Paese, la componente preminente del verde pubblico urbano è costituita da aree verdi attrezzate, presenti in 27 città, e aree verdi storiche, riscontrate in 19 città. Seguono, in importanza, le zone boscate, che coprono oltre il 20% del territorio in 19 Comuni, e le aree verdi incolte, che si ritrovano principalmente nelle regioni centrali e insulari. Gli spazi verdi urbani, anche se non necessariamente accessibili al pubblico, hanno un ruolo significativo in quanto contribuiscono al mantenimento della biodiversità locale. A questi spazi verdi si uniscono le aree naturali protette, ambienti di inestimabile valore che interessano oltre il 30% del territorio. Le città possono cambiare: secondo WWF, possono giocare un ruolo chiave nell’impedire il declino della natura. È necessario prendersi cura degli spazi verdi cittadini, la cui funzione è di rendere gli ambienti antropici più “resilienti” di fronte alle sfide poste dal climate change. In che modo la natura riesce ad influenzare il benessere degli abitanti di una città? Gli spazi di verde urbano (in particolare le aree incolte) sono fondamentali per preservare la biodiversità: questa caratteristica può favorire la formazione di ricchi ecosistemi che ospitano una variegata gamma di fauna selvatica. Oltre alla conservazione della biodiversità floreale e faunistica, la presenza della natura in città consente di contrastare l’inquinamento atmosferico. Dalle ricerche svolte dal WWF risulta che nel nostro Paese il numero di morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, causato principalmente dallo smog, arriva fino a 90.000 decessi prematuri all’anno, con particolare incidenza nei casi di tumori. La presenza di foreste urbane svolge un ruolo di notevole importanza nel processo di purificazione e disinquinamento dell’aria all’interno delle città.Un ettaro di foresta urbana presenta la notevole capacità di assorbire in media 17 kg/anno di PM10 e 36 kg/anno di ozono troposferico, una varietà di ozono presente negli strati atmosferici più prossimi alla superficie terrestre in cui viviamo. Gli spazi verdi mitigano l’effetto denominato “isola di calore”: si stima che nelle città le temperature siano più elevate di 15° rispetto alle aree naturali circostanti. L’eccessivo caldo porta con sé dei gravi rischi: oltre il 4% della mortalità estiva nelle città europee è attribuibile a queste isole di calore urbane, con una maggiore incidenza tra la popolazione over 65 anni. L’Italia è particolarmente colpita dagli effetti del calore sulla mortalità giornaliera, rappresentando uno dei paesi più suscettibili in tal senso. L’espansione dell‘impermeabilizzazione del suolo, rappresentata dalla copertura con materiali come cemento e asfalto, ha innalzato in modo significativo il pericolo di inondazioni. Questo problema è stato accentuato dalla crescita del 78% dell’area complessiva delle città dell’Unione Europea a partire dagli anni ’50, contribuendo in modo rilevante all’aggravarsi di questo fenomeno. La natura può svolgere un ruolo importante nel rendere le città meno vulnerabili ai disastri climatici. La de-impermeabilizzazione del suolo tramite il ripristino di aree verdi naturali rappresenta una soluzione cruciale per incrementare l’infiltrazione delle acque. Ma non solo: la presenza della vegetazione in città (sia lungo le strade che sui tetti) unita alla creazione di nuovi spazi green, aiuta a limitare il deflusso dell’acqua sulle superfici cementate prevenendo i danni provocati da piogge intense. Il principio del “3-30-300” Il WWF sottolinea la necessità di un piano nazionale per il verde urbano che promuova la riforestazione delle città attraverso progettazioni sostenibili e programmi di manutenzione adeguati. Al fine di garantire che il verde sia accessibile a tutti, offrendo i molteplici benefici precedentemente menzionati, è stata sviluppata una regola empirica chiara e universale per il verde urbano, conosciuta come il principio del “3-30-300”. In cosa consiste questa regola? Spiegato in termini molto semplici, tale principio implica la presenza di 3 alberi per ogni abitazione, una copertura arborea del 30% in ciascun quartiere e una distanza massima di 300 metri da un parco o spazio verde per ciascun cittadino. L’obiettivo entro il 2030 è di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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