Nature restoration law: l’OK dal Consiglio Europeo per ripristinare il 20% di terre e mari

Il Consiglio Europeo ha oggi adottato la Nature restoration law, nuova legge che ha l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Una volta pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’UE la Legge entrerà in vigore.

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Nature restoration law: l'OK degli eurodeputati per ripristinare il 20% di terre e mari

Oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni. Il 22 giugno 2022 la Commissione ha proposto una legge sul ripristino della natura danneggiata nelle aree terrestri e marine dell’UE, per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima e biodiversità e per rispettare gli impegni internazionali dell’UE.

Nel novembre 2023 i negoziatori del Parlamento e del Consiglio UE hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla EU nature restoration law, la legge sul ripristino della natura.

Oggi il Consiglio Europeo, che sotto la presidenza belga ha riunito i ministri dell’Ambiente degli Stati membri, ha dato il via libera alla Legge (nonostante il voto contrario del Governo Meloni), che stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati, da quelli terrestri a quelli marini, d’acqua dolce e urbani. Il Regolamento mira inoltre a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti dei disastri naturali, aiutando l’UE a rispettare i propri impegni ambientali.

Alain Maron, ministro belga della transizione climatica, dell’ambiente, dell’energia ha commentato che il Consiglio ha scelto di proteggere “la biodiversità e l’ambiente di vita dei cittadini europei. È nostro dovere rispondere all’urgenza del crollo della biodiversità in Europa, ma anche consentire all’Unione europea di rispettare i suoi impegni internazionali. La delegazione europea potrà presentarsi alla prossima COP a testa alta”.

Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia parla di una vittoria storica della società civile europea nonostante “il Governo Meloni abbia clamorosamente mancato l’appuntamento con la storia, opponendosi ideologicamente ad un provvedimento cardine del Green Deal europeo e scegliendo la disinformazione delle lobby dell’agroindustria contro gli interessi dei cittadini”.

Il regolamento sarà ora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore. Entro il 2033 la Commissione ne esaminerà l’impatto sui settori dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura, nonché i suoi effetti socio-economici.

Cosa prevede la nature restoration law

L’obiettivo concordato è quello di ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Per raggiungere questo target i Paesi dell’UE dovranno garantire di riportare in buone condizioni almeno il 30% dei tipi di habitat  in cattive condizioni elencati nel regolamento entro il 2030, almeno il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.

Il regolamento copre una serie di ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, tra cui le zone umide, i pascoli, le foreste, i fiumi e i laghi, nonché gli ecosistemi marini, tra cui le praterie di fanerogame e i letti di spugne e coralli.

Gli Stati membri dovranno adottare piani nazionali di ripristino che garantiscano il raggiungimento di questi obiettivi, dando priorità fino al 2030 alle aree che si trovano nei siti di interesse comunitario di Natura 2000. Inoltre la proposta degli eurodeputati prevede che, una volta che un’area abbia raggiunto una buona condizione, i Paesi dell’UE devono fare il possibile per garantire che non si deteriori.

Gli ecosistemi agricoli

Per quanto riguarda i terreni utilizzati nel settore agricolo, i Paesi dell’UE dovranno attuare misure che permettano di raggiungere entro la fine del 2030, e poi ogni 6 anni, un trend positivo in almeno 2 dei 3 indicatori: l’indice che segnala i trend della popolazione delle farfalle delle praterie europee (the grassland butterfly index); la percentuale di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta biodiversità; lo stock di carbonio organico nei suoli minerali coltivati.

Nature restoration law: interventi negli ecosistemi agricoli

Considerando che tra le misure più efficaci dal punto di vista dei costi per ridurre le emissioni nel settore agricolo e migliorare la biodiversità vi è il ripristino delle torbiere drenate, i paesi dell’UE dovranno ripristinare almeno il 30% di tali aree entro il 2030 (almeno un quarto deve essere riumidificato), il 40% entro il 2040 (almeno un terzo deve essere riumidificato) e il 50% entro il 2050 (almeno un terzo deve essere riumidificato), ma la riumidificazione rimarrà volontaria per gli agricoltori e i proprietari terrieri privati.

Proteggere gli impollinatori

Negli ultimi decenni in Europa sono diminuite in maniera drastica l’abbondanza e la diversità degli insetti impollinatori. Gli Stati membri dell’UE dovranno invertire il declino delle popolazioni di impollinatori al più tardi entro il 2030, garantendo una crescita controllata ogni sei anni.

Il Regolamento prevede che tali obiettivi possano essere sospesi in circostanze eccezionali nel caso in cui provochino gravi conseguenze a livello europeo sulla disponibilità di terreni necessari a garantire una produzione agricola sufficiente per il consumo alimentare dell’UE.

Altri ecosistemi

La Legge stabilisce che entro il 2030 dovranno essere piantati altri tre miliardi di alberi nell’UE e almeno 25.000 km di fiumi dovranno essere ripristinati come fiumi a flusso libero.

I Paesi dovranno inoltre garantire che al 2030 non ci sia, rispetto al 2021, una perdita netta della superficie nazionale totale dello spazio verde urbano e della copertura arborea urbana nelle aree dell’ecosistema urbano.

Tali valori dopo il 2030 dovranno aumentare, misurando i progressi ogni sei anni.

Finanziamenti

Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale divario tra il fabbisogno finanziario per il ripristino e i finanziamenti UE disponibili, studiando soluzioni per colmare l’eventuale divario.

Secondo la Commissione, la nuova legge apporterà notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito si tradurrà in almeno 8 euro di benefici.

L’accordo deve ancora essere adottato dal Parlamento e dal Consiglio, dopodiché la nuova legge sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.


Articolo aggiornato – Prima pubblicazione 14 novembre 2023

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