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A cura di: Adele di Carlo Indice degli argomenti Toggle Cambiamenti climatici, quali sono gli obiettivi europei entro il 2030Italia e Germania “maglia nera”: cosa rivela lo studio T&EI paesi più virtuosi secondo lo studio di T&E Come è messa l’Italia in merito alla tutela del clima e della qualità dell’aria e alla diffusione delle fonti di energia rinnovabile? Secondo l’ultimo studio di T&E, l’Italia, insieme ad altri Paesi europei, non sta facendo abbastanza e, per questo motivo, è destinata a non raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti dall’Europa entro il 2030. L’organizzazione europea indipendente T&E – Transport & Environment – ha evidenziato i punti critici della politica italiana (e non solo) sul clima, stilando una classifica dei 12 Stati membri meno attenti alle problematiche del clima. Italia e Germania, però, sono i peggiori: basti pensare che, da soli, potrebbero consumare tutto il surplus di crediti disponibile per gli altri Paesi. Un cambio di rotta è ancora possibile anche se, viste le premesse, sarà difficile rispettare gli impegni presi a livello europeo entro il 2030. Cambiamenti climatici, quali sono gli obiettivi europei entro il 2030 L’Italia, e gli altri 26 Stati membri dell’Europa, devono rispettare la normativa europea sul clima; in particolare ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. L’obiettivo finale è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Nonostante i termini possano sembrare lontani, in realtà le attività messe in campo negli ultimi anni rivelano una situazione poco incoraggiante. Per l’Italia, e non solo, sembrerebbe essere troppo tardi per raggiungere questi obiettivi, a meno che non avvenga un cambio di rotta radicale. Gli obiettivi climatici da raggiungere si snodano in 5 settori chiave: trasporti stradali edifici piccola industria rifiuti agricoltura Tali obiettivi sono proporzionati al PIL di ogni singolo Paese, in altre parole gli Stati più ricchi hanno obiettivi più ambiziosi. Entro il 30 giugno 2024, ogni paese doveva presentare i “Piani Nazionali per l’Energia e il Clima” che spiegano con quali strategie si intende raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Ue. T&E ha analizzato le bozze dei PNIEC presentate, e, in base a queste, ha stabilito quali sono i Paesi virtuosi e quali i fanalini di coda, e tra questi ultimi c’è l’Italia. Italia e Germania “maglia nera”: cosa rivela lo studio T&E Come anticipato, tra le diverse bozze dei Piani Nazionali per l’Energia e il Clima, quelle di Italia e Germania sono state considerate inadeguate al raggiungimento degli obiettivi climatici. Questi due Stati, quindi, fanno da “fanalino di coda”, insieme ad altri 10. Senza azioni immediate sarà molto difficile, se non impossibile, rispettare gli impegni previsti dall’Effort Sharing Regulation (ESR). Italia e Germania, le due maglie nere, sono lontane dagli obiettivi climatici con uno scarto di 10 e 7,7 punti percentuali. Ciò vuol dire che, probabilmente, consumeranno il surplus di crediti disponibili per gli altri Paesi (la sola Germania avrà bisogno del 70% dei crediti disponibili). Cosa significa questo in termini economici per l’Italia? Lo studio T&E, ipotizzando uno scambio di quote a 129 euro, prevede che l’Italia dovrà pagare 15,5 miliardi di euro ai Paesi più virtuosi. E la posizione della Germania potrebbe essere peggiore, con un debito presunto di 16,2 miliardi. C’è ancora tempo per correggere le politiche governative e raggiungere gli obiettivi al 2030 ma serve maggiore impegno. Il commento di Andrea Boraschi, direttore dell’ufficio italiano di T&E, che spiega: L’ammontare delle sanzioni che i Paesi potrebbero dover pagare nel 2030 è impressionante. Gli stati membri si trovano di fronte a una scelta chiara: pagare miliardi per il loro debito di carbonio o implementare nuove politiche, che migliorino la vita dei loro cittadini e li proteggano dalle conseguenze del cambiamento climatico. Ci sono ancora sei anni per correggere la rotta. Ma come possono Italia e Germania recuperare questa situazione disastrosa? Il report evidenzia i settori in cui è più urgente intervenire in modo sostanzioso: la diffusione dei veicoli elettrici e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare. I paesi più virtuosi secondo lo studio di T&E A differenza di Germania e Italia, altri Stati membri stanno avendo buoni risultati e sono in surplus di crediti. Si tratta di 3 Paesi in particolare: Spagna Grecia Polonia La Spagna, prima in classifica, secondo il report potrebbe addirittura superare il suo obiettivo per il 2030 di 7 punti. In termini economici, questo potrebbe significare per il governo spagnolo un guadagno di 10 miliardi ottenuto grazie allo scambio dei crediti di emissioni con i Paesi Ue meno virtuosi. Bene Francia, Paesi Bassi e Belgio; questi tre Paesi hanno adottato politiche sufficienti al raggiungimento del loro obiettivo, ma potrebbero arretrare nella classifica facendo qualche “passo falso”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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