Sviluppo delle rinnovabili in Italia: una missione possibile, da condurre in maniera scientifica 04/04/2025
Risparmio energetico e cambiamento climatico: come l’efficienza energetica può contribuire alla sostenibilità globale 08/04/2025
Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
A cura di: Tommaso Tetro L’87% del Mediterraneo è inquinato, in particolare metalli tossici, sostanze chimiche industriali e rifiuti di plastica, un mare di micro-plastiche. E’ il bollettino messo a punto dal Wwf – in rapporto ad hoc ‘Non c’è salute in un ambiente malato’ – per celebrare la Giornata internazionale del mare che cade ogni anno l’8 luglio. L’impatto dell’inquinamento delle acque per la salute e il benessere L’inquinamento del mare ma anche delle acque dolci, dell’aria e del suolo, è un rischio per la salute degli esseri umani. Secondo il Wwf “negli ultimi due decenni i decessi causati dalle moderne forme di inquinamento, come quello atmosferico e da sostanze chimiche tossiche, sono aumentati del 66%, fino a raggiungere i 9 milioni di morti l’anno”. Numeri che rendono l’inquinamento il principale fattore di rischio ambientale per malattie e morti premature a livello mondiale. L’analisi dell’associazione intende far riflettere e rafforzare la consapevolezza sull’impatto dell’inquinamento nelle nostre vite ma anche quanto si possa e si debba fare tutti per ridurre la dispersione nell’ambiente di sostanze nocive spesso invisibili ma che restano nell’ambiente e nel nostro organismo per moltissimo tempo. Per esempio, con 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato, il Mediterraneo presenta la più alta concentrazione di micro-plastiche mai misurata nelle profondità. Una nuova indagine dell’Unione europea mette in evidenza che più di tre quarti degli europei, il 78%, ritiene che le questioni ambientali abbiano un effetto diretto sulla loro vita quotidiana e sulla loro salute. Tra gli italiani si arriva al 55%. Si superano i quattro su cinque (84%) quando si afferma che la legislazione Ue è necessaria per proteggere l’ambiente anche nel loro Paese. La plastica è una delle contaminazioni chimiche “più pervasive e persistenti” oltre a essere “uno dei contaminanti più diffusi a livello globale”. Ogni giorno ci esponiamo quindi a inquinamento da plastica non soltanto attraverso l’acqua a anche attraverso l’aria e il cibo. Il Mediterraneo ha “un triste primato, la più alta concentrazione di micro-plastiche mai misurata nelle profondità marine: 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato, superando così il limite massimo tollerabile di presenza di micro-plastiche per il benessere umano”. La plastica (che rappresenta il 75% dei rifiuti marini) trasporta sostanze chimiche. Insieme con i rifiuti di plastica è stato calcolato che, in un solo anno, siano entrate negli oceani 190 tonnellate di 20 diversi additivi chimici; circa 16mila diverse sostanze chimiche sono state ritrovate nelle plastiche tra coloranti, ritardanti di fiamma, stabilizzanti, lubrificanti, plastificanti e altre sostanze. Di queste solo su 7mila abbiamo dati certi di pericolosità; mentre il 66% delle sostanze è senza informazioni. In base alla ricerca sono gravi gli effetti che l’inquinamento chimico da micro-plastiche sta causando “ad intere popolazioni di specie selvatiche, habitat, ed ecosistemi acquatici ma anche terrestri”. Inoltre sono in aumento anche le prove scientifiche degli effetti sulla salute umana: tipo “infiammazioni, alterazioni cellulari e genotossicità che possono portare conseguenze gravi, tra cui cancro, problemi riproduttivi, di sviluppo, respiratori e digestivi, obesità, diabete”. Proprio uno studio italiano ha dimostrato per la prima volta una correlazione tra la presenza di micro-plastiche nelle placche aterosclerotiche, i depositi di grasso nelle arterie, e un maggior rischio di infarto e ictus”. Ed è stato scoperto che le micro-plastiche contribuiscono “anche alla crescita della resistenza agli antibiotici”. L’inquinamento chimico delle acque è una delle “sfide ecologiche più gravi e urgenti che siamo chiamati ad affrontare. Mari, fiumi laghi, zone umide e falde acquifere sono pesantemente colpiti soprattutto dall’inquinamento da pesticidi e nutrienti provenienti dall’agricoltura, metalli pesanti, agenti patogeni e residui chimici provenienti da fanghi e acque reflue non trattate sia industriali sia urbane”. Un esempio ne sono le sostanze fluorurate e bromurate come Pfas e Pbde, detergenti contenenti fosfati, disinfettanti e anti-microbici, tensioattivi, plastica, farmaci. Proprio i Pfas preoccupano di più anche perché sono definiti “contaminanti eterni, non si degradano mai e si accumulano nell’ambiente e negli organismi, con gravi effetti sulla salute”. Il 72% degli italiani non ha mai sentito il termine Pfas (in Europa il 71% dei cittadini) eppure il Nord Italia, in particolare Veneto, Lombardia e Piemonte, è tra i siti europei più inquinati. L’acqua è la principale strada oltre che destinazione finale dei nostri rifiuti e degli inquinanti chimici. Fino a 400 milioni di tonnellate di sostanze chimiche provenienti da impianti industriali vengono scaricate ogni anno nelle acque del mondo. L’inquinamento idrico è anche responsabile di circa 1,4 milioni di morti premature al mondo ogni anno. In base al rapporto del Wwf in Europa meno della metà (il 44%) dei corpi idrici superficiali è in buono o ottimo stato ecologico, anche dal punto di vista chimico. In Italia il 13% dei fiumi e l’11% dei laghi non raggiungono il buono stato ma il 9% e il 20% rispettivamente non sono ancora classificati. Per quanto riguarda i mari d’Europa, tra il 75 e il 96% delle aree valutate ha un problema di contaminazione. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
16/04/2025 Europa e crisi climatica: il report Copernicus 2024 conferma un continente sempre più fragile A cura di: Raffaella Capritti Il report Copernicus 2024 rivela un’Europa sempre più esposta alla crisi climatica: caldo estremo, alluvioni e ...
15/04/2025 Le città europee accelerano sugli investimenti per transizione ecologica e infrastrutture sociali Le città europee aumentano gli investimenti per transizione ecologica, edilizia sociale e infrastrutture resilienti.
14/04/2025 Tecnologie energetiche emergenti: tra slancio innovativo e incertezze di mercato Analisi delle tecnologie energetiche emergenti secondo l'IEA, tra progressi, rischi e necessità di investimenti.
12/04/2025 Green Energy Day: impianti rinnovabili aperti e visitabili 12 aprile, Green Energy Day: una giornata per capire l'importanza della transizione energetica andando a visitare ...
09/04/2025 Acciaio verde per una decarbonizzazione possibile e necessaria A cura di: Erika Bonelli Acciaio verde: pressioni industriali e inerzia politica possono rallentare la necessaria decarbonizzazione del settore.
02/04/2025 Rete elettrica UE: servono investimenti per evitare il blackout della transizione energetica La rete elettrica dell’UE è obsoleta e inadatta a sostenere la transizione energetica. Servono investimenti massicci, ...
01/04/2025 ISH 2025: digitalizzazione e sostenibilità per l'edilizia del futuro A cura di: Laura Murgia Tecnologia, innovazione e soluzioni intelligenti hanno caratterizzato ISH 2025, appuntamento imprescindibile per il settore HVAC.
31/03/2025 La Giornata internazionale Rifiuti Zero 2025 dedicata alla moda e ai tessuti A cura di: Fabiana Valentini Si celebra il 30 marzo lo Zero Waste Day 2025 che si concentra sul mondo della ...
28/03/2025 Molti ghiacciai non sopravviveranno al secolo A cura di: Raffaella Capritti Molti ghiacciai, incluse le meraviglie glaciali italiane, non sopravviveranno alla fine di questo secolo.
25/03/2025 Cresce la domanda energetica globale nel 2024. Il ruolo delle rinnovabili Nel 2024 la domanda energetica è aumentata del 2,2%, trainata dall’elettricità. Le rinnovabili e il nucleare ...