Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
Tetto verde con fotovoltaico a Oberperfuss (Austria) (Foto: Anna Codemo) Indice degli argomenti Toggle Transizione energetica e paesaggio: il progetto europeo PEARLSProduzione energetica e paesaggio: un cambio di paradigmaPositive energy landscapeCoinvolgere le persone: come fare Transizione energetica e paesaggio sono conciliabili? Il dubbio è legittimo, leggendo anche l’ultimo report “Scacco matto alle rinnovabili” a cura di Legambiente: le installazioni per il 2023, complessivamente, sono state appena 5.677 MW, di cui 5.234 MW di fotovoltaico, 487 MW di impianti eolici e 42 MW tra geotermia e biomasse. Con questi numeri si arriva a coprire il 37% dei consumi complessivi, totalmente insufficienti per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030. Lungaggini burocratiche a parte, tra le cause dei ritardi ci sono le opposizioni di cittadini e comitati «che possono avere tante ragioni e scontano norme e processi poco trasparenti e di coinvolgimento», ravvisa l’associazione ambientalista. Occorre trovare modalità originali per far conoscere e rendere partecipe la popolazione nello sviluppo di impianti rinnovabili. Proprio per questo è stato avviato il progetto europeo PEARLS, che ha affrontato nell’arco della sua durata (è terminato nel 2023) il tema della pianificazione territoriale e dell’innovazione sociale nei Paesaggi Energetici Rinnovabili (successivamente chiamati Positive Energy Landscapes), portando la visione e l’esperienza dei Paesi mediterranei nel resto d’Europa. Coordinato dalla Università di Siviglia, ha coinvolto diversi partner tra cui esperti del DICAM (Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica) dell’Università degli Studi di Trento. Transizione energetica e paesaggio: il progetto europeo PEARLS PEARLS (acronimo di Planning And Engagement Arenas For Renewable Energy LandscapeS) ha visto la partecipazione di partner di cinque Paesi della sfera mediterranea: oltre all’Italia hanno partecipato enti e aziende della Spagna, Portogallo, Grecia e Israele. Parco fotovoltaico che favorisce l’impollinazione a Paros (Grecia) (Foto: Anna Codemo) Si è posto tre obiettivi: sviluppare la pianificazione e l’impegno pubblico per l’utilizzo delle energie rinnovabili attraverso una rete internazionale e intersettoriale di organizzazioni europee; promuovere l’accettazione dei Renewable Energy Landscapes (REL) nei paesi dell’Europa meridionale e di Israele, implementando le migliori pratiche nel settore; contribuire alla sfida energetica paneuropea basata sulla considerazione dei REL come fattore chiave positivo per lo sviluppo del territorio. «Spesso si dà per scontato che i paesaggi esistano e ci siano sempre stati. In realtà, già con l’arrivo di specie alimentari dal Nuovo Mondo sono cambiati quelli agrari; in particolare, con la Rivoluzione Industriale, si sono avuti profondi processi di cambiamento in termini di urbanizzazione. Oggi ne apprezziamo alcuni, penso a quelli del Chianti, come “naturali”, ma anch’essi sono il risultato di profonde modifiche rispetto al contesto primigenio. Eppure sono apprezzati perché portano con sé dei valori e hanno una connessione con il nostro modello di vita. Ecco, quindi, la scommessa di ragionare sui paesaggi dell’energia. Come fare? Bisogna stabilire un rapporto responsabile, consapevole, costruttivo, in questa fase di passaggio, di fondazione di un nuovo tipo di contesto paesaggistico». Così illustrano Bruno Zanon, professore di Tecnica e Pianificazione urbanistica all’Università di Trento e membro del team attivo nel progetto PEARLS, e Rossano Albatici professore di Architettura tecnica e direttore del DICAM. Produzione energetica e paesaggio: un cambio di paradigma Rispetto al modo di produrre energia caratteristico delle centrali elettriche, che hanno una produzione energetica concentrata, gli impianti FER, come fotovoltaico o eolico, richiedono spazi più ampi per ottenere capacità importanti. Quindi come è possibile costruire nuovi paesaggi dell’energia, conciliando transizione energetica e paesaggio? «Ci sono diversi aspetti da considerare: tra questi, la localizzazione è molto complessa e richiede capacità di valutazione ambientale, ma anche abilità di comprensione del senso dei luoghi nei confronti della popolazione. Un tecnico esterno difficilmente comprende quale possa essere il senso per gli abitanti di una collina, di una valle, di un pendio. C’è anche un aspetto riguardante il disegno delle soluzioni: si pensi all’installazione dei pannelli fotovoltaici sugli edifici, che richiede capacità di integrazione tra l’edificio e le nuove tecnologie. C’è poi da considerare il rapporto con le soluzioni a disposizione o dell’evoluzione tecnologica», specificano i membri del team italiano, aggiungendo che il percorso verso la realizzazione di positive energy landscape richiede la necessità di informare, di coinvolgere la popolazione, di una sua partecipazione: questo necessita la consapevolezza del valore dell’energia e di come produrla per soddisfare consumi ed esigenze. Positive energy landscape L’idea di rinominare i paesaggi comprensivi di impianti FER come positive energy landscape è una scelta in qualche modo provocatoria per sottolineare la necessità non solo di produrre energia, ma di concepire l’installazione di infrastrutture nell’ottica della progettazione rigenerativa positiva, capace quindi di favorire un approccio interdisciplinare, scardinando una logica monofunzionale ristretta alla mera necessità di installare l’impianto. «Alla base della progettazione ci deve essere il rispetto del paesaggio, che è un sistema complesso, articolato, stratificato, composto di aspetti qualitativi, estetici, percettivi, multifunzionali. Proprio come i benefici che offre l’ambiente naturale riguardano l’uomo, ma anche gli animali, gli ecosistemi, la biodiversità, così anche i paesaggi dell’energia devono essere in grado di conciliare vari benefici», spiega Sara Favargiotti, professoressa di Progettazione architettonica e del paesaggio dell’ateneo trentino. Gli esempi di parchi fotovoltaici integrati con attività agricole o con l’allevamento ci sono (l’agrivoltaico nasce proprio per questo: conciliare produzione energetica e agricoltura). Ci sono anche esempi di parchi energetici che sono diventati luoghi attrattivi di turismo. C’è bisogno di un approccio progettuale su misura, che tenga conto degli aspetti peculiari di un determinato territorio. Coinvolgere le persone: come fare Un terzo, fondamentale, aspetto, riguarda il coinvolgimento attivo della popolazione. Il gruppo di lavoro che ha visto coinvolto attivamente il team dell’Università di Trento si è focalizzato in particolare su questo tema dell’accettazione del paesaggio delle energie rinnovabili, elaborando anche una metodologia specifica di coinvolgimento delle persone, per far sì che l’applicabilità sul campo e i suoi risultati fossero replicabili. I due casi-studio sono stati svolti in una città dell’entroterra dell’Andalusia e in un territorio a vocazione agricola della Grecia. «In entrambi, la domanda principale era finalizzata a comprendere come passare dalla minimizzazione degli impatti che il fotovoltaico può avere in termini di creazione di valore; la questione che ci si è posti è comprendere come l’introduzione di nuove infrastrutture energetiche possono creare valore per i territori. Questo tema è stato trattato, riconoscendo che il paesaggio dell’energia rinnovabile non è solamente una tematica energetica, tecnica, ma che ha anche risvolti paesaggistici, ambientali, ecologici ed economici», racconta Anna Codemo, assegnista di ricerca presso il DICAM che ha lavorato sul campo. La popolazione è stata coinvolta attraverso diversi strumenti, tra cui questionari dove emergessero i fattori più importanti da tenere in considerazione per la localizzazione del fotovoltaico. Un altro strumento impiegato ha riguardato l’applicazione della metodologia Q: si tratta di un metodo di ricerca utilizzato per studiare la “soggettività” delle persone, ovvero il loro punto di vista. Nel caso specifico ci si è avvalsi di fotografie che mostravano casi studio di integrazione paesaggistica del fotovoltaico (anche agrivoltaico) in paesi dell’energia rinnovabile nell’area mediterranea. «La questione emergente è che l’implementazione, l’attuazione della transizione energetica nel paesaggio passa attraverso il progetto e quindi abbiamo cercato di adottare strategie che provenissero dagli abitanti stessi per capire come si potesse progettare un parco fotovoltaico». Un elemento di rilievo del progetto PEARLS è che ha permesso un prezioso scambio di informazioni tra membri della ricerca e imprese, creando le condizioni per una preziosa condivisione di conoscenza. «Una importante ricaduta è anche quella formativa: le esperienze condotte col progetto si sono trasmesse in aula, consentendo così di far conoscere e accrescere la cultura di condivisione e coinvolgimento alla base della progettazione. Quindi non c’è solo una ricaduta immediata, ma anche futura: tentiamo di formare una classe di progettisti e di amministratori che abbiano nel DNA, questi temi con i quali noi ci siamo confrontati e che abbiamo trasmesso agli studenti, attraverso lezioni specifiche, sperimentazioni, tesi di laurea. Quindi va considerata la ricaduta formativa di chi, un giorno, si troverà ad avere in mano le redini, dal punto di vista progettuale, del territorio», concludono Zanon e Albatici. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
16/04/2025 Sardegna 100% rinnovabile: scenario possibile entro il 2030 Secondo uno studio la Sardegna può diventare la prima regione italiana a coprire interamente la propria ...
10/04/2025 Energia: superato il 40% da fonti pulite. Il fotovoltaico guida la transizione Le rinnovabili superano il 40% dell’elettricità globale nel 2024. Record fotovoltaico, emissioni ancora alte per le ...
07/04/2025 Il fotovoltaico spinge le rinnovabili e fa scendere i prezzi dell’energia del 18% nel 2024 Nel 2024 le rinnovabili coprono oltre il 42% della domanda elettrica nazionale. Il fotovoltaico domina il ...
27/03/2025 Crescita record per le rinnovabili: +585 GW nel 2024. Ma non basta IRENA segnala un +585 GW di capacità rinnovabile nel 2024. Serve +16,6% annuo per raggiungere gli ...
14/03/2025 Dai rifiuti delle rinnovabili a un'economia circolare: come riciclarli e riutilizzarli La transizione alle energie rinnovabili sta generando nuovi flussi di rifiuti provenienti da pannelli fotovoltaici e ...
11/03/2025 La Corte Costituzionale boccia la moratoria della Sardegna sulle rinnovabili La Consulta boccia la moratoria della Sardegna sulle rinnovabili: incostituzionale il divieto di nuovi impianti per ...
11/03/2025 MASE, nuovi incentivi alle Regioni che promuovono le energie rinnovabili A cura di: Adele di Carlo Pubblicato il decreto con le modalità di distribuzione di oltre 38 milioni euro alle Regioni che ...
24/02/2025 Rinnovabili in Italia: un sistema energetico interamente rinnovabile entro il 2050 può diventare realtà A cura di: Fabiana Valentini Uno studio de La Sapienza di Roma segnala che entro il 2050 l'Italia potrebbe basare il ...
19/02/2025 In attesa di KEY 2025, intervista a Christian Previati A cura di: Raffaella Capritti KEY 2025 cresce con più espositori, nuovi focus su idrogeno e porti green e un palinsesto ...
13/02/2025 Agroenergie: il contributo agricolo alle rinnovabili può raddoppiare L'agricoltura produce l'11% dell'energia rinnovabile in Italia, ma può arrivare al 22% entro il 2030. I ...