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Il settore dell’eolico offshore sta vivendo una crescita significativa, nonostante le sfide economiche e logistiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Secondo un recente report di Rystad Energy, le installazioni globali di energia eolica offshore supereranno i 520 GW entro il 2040, con un contributo fondamentale da parte dell’Europa e dell’Asia. Si prevede anche una forte crescita dell’eolico flottante, tecnologia promettente e dalle grandi potenzialità. Fonte Rystad Energy Eolico offshore: crescita sostenuta nonostante le difficoltà Nel 2023, il settore ha affrontato notevoli difficoltà, tra cui l’inflazione e le interruzioni nelle catene di approvvigionamento, ritardi nei processi di autorizzazione, rinvii delle aste e ostacoli nello sviluppo delle infrastrutture necessarie. Tuttavia, nonostante questi ostacoli, le nuove installazioni di capacità eolica offshore hanno registrato un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Secondo lo studio questo trend positivo continuerà nel 2024, con una crescita del 9% che porterà le nuove installazioni a superare gli 11 GW entro la fine dell’anno. Secondo Rystad Energy, si tratta di un trend destinato a rafforzarsi nel lungo termine, con una previsione di installazioni che supereranno i 520 GW entro il 2040, escludendo la Cina continentale. Il Vecchio Continente protagonista della crescita L’Europa giocherà un ruolo di primo piano nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi globali, in particolare grazie all’eolico flottante, una tecnologia che permette di installare turbine in acque profonde. Entro il 2040, il continente rappresenterà oltre il 70% delle installazioni globali di impianti eolici flottanti. Regno Unito, la Francia e il Portogallo guideranno questa crescita, con una capacità installata che potrebbe avvicinarsi ai 90 GW. E’ possibile che dopo il 2030 ci sarà qualche ritardo nella realizzazione dei progetti. Più nel dettaglio, nel mercato dell’eolico offshore con turbine su fondazioni fisse (bottom-fixed), il Regno Unito, la Germania e i Paesi Bassi saranno i principali protagonisti, grazie alla loro vicinanza al Mare del Nord e all’ampia disponibilità di aree marittime. I tre paesi potrebbero raggiungere complessivamente i 150 GW di capacità installata entro il 2040, seguiti dagli Stati Uniti con meno di 40 GW (il futuro del mercato Statunitense rimane al momento incerto in attesa delle prossime elezioni: si teme che in caso di vittoria del candidato presidenziale repubblicano Donald Trump, la sua amministrazione possa ostacolare in modo significativo lo sviluppo dell’eolico offshore.). Anche l’Asia avrà un ruolo centrale nello sviluppo dell’eolico flottante, con una percentuale stimata del 20% delle installazioni globali entro il 2040. Alcuni paesi, come Taiwan, Corea del Sud e Vietnam avranno un ruolo importante in questa espansione. Tra il 2025 e il 2030, si prevede una crescita significativa nelle Americhe, guidata dagli Stati Uniti, che dovrebbero raggiungere quasi 2 GW di capacità installata entro il 2025. L’Asia, esclusa la Cina continentale, seguirà con 7 GW nel 2025, arrivando a quasi 28 GW entro il 2030. In Europa, le previsioni indicano 41 GW di capacità installata entro il 2025 e oltre 112 GW entro il 2030, sostenute da una serie continua di progetti assegnati attraverso aste competitive. Le sfide della filiera e la necessità di sostegno governativo Nonostante l’incremento nelle installazioni di eolico offshore, lo Studio segnala che permangono sfide significative legate in particolare alle catene di approvvigionamento. La necessità di componenti specifici e infrastrutture di supporto, oltre a problemi logistici, potrebbe rallentare l’avanzamento di questa tecnologia nel breve termine, con una capacità stimata inferiore ai 7 GW entro il 2030. Per superare queste difficoltà, sarà essenziale un maggiore sostegno governativo, volto a promuovere investimenti e a facilitare lo sviluppo di una filiera più solida. Petra Manuel, Senior Offshore Wind Analyst di Rystad Energy, sottolinea che “il settore dell’eolico offshore sta vivendo una crescita robusta, alimentata da un aumento degli investimenti e delle aste. Tuttavia, i colli di bottiglia della catena di approvvigionamento rappresentano una sfida significativa per l’ulteriore espansione del settore. È cruciale affrontare queste problematiche logistiche per garantire che l’eolico offshore possa assumere un ruolo chiave nella transizione energetica”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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