Perché l’innalzamento del livello del mare è così importante per il nostro futuro?

Cos’è l’innalzamento del livello del mare e perché dovrebbe interessare tutti noi? Cerchiamo di capire le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni per contrastare questa problematica globale. Con milioni di persone in tutto il mondo già a rischio, le azioni che saranno intraprese nei prossimi anni determineranno il futuro di intere generazioni

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Perché l'innalzamento del livello del mare è così importante per il nostro futuro?

L‘innalzamento del livello del mare, descritto dalle Nazioni Unite come una “minaccia crescente”, rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Questo fenomeno sta avendo un impatto significativo su popolazioni e territori in tutto il mondo, specialmente in aree costiere e nazioni insulari.

Il 25 settembre, i leader mondiali e gli esperti si riuniranno presso l’ONU per discutere le soluzioni migliori per affrontare questa crisi.

Cerchiamo di capire di cosa si tratta e perché tutti noi siamo coinvolti.

Le cause dell’innalzamento del livello del mare

L’innalzamento del livello del mare è un sintomo diretto del cambiamento climatico. Questo fenomeno è principalmente causato dall’aumento delle temperature globali che provocano lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. Inoltre quando le temperature globali aumentano a causa dei cambiamenti climatici, gli oceani assorbono gran parte del calore in eccesso, l’acqua più calda aumenta di volume – un processo noto come espansione termica – contribuendo in modo significativo all’innalzamento del livello del mare. Dal 1880, il livello medio del mare è aumentato di circa 20-23 centimetri, e il tasso di crescita è in accelerazione: negli ultimi dieci anni, è più che raddoppiato rispetto al decennio precedente. Secondo Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) delle Nazioni Unite in base alle registrazioni lo scorso anno il livello medio del mare a livello globale ha infatti raggiunto un nuovo record.

Le cause dell'innalzamento del livello del mare

L’accordo di Parigi del 2015 mira a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali. Tuttavia, anche se questo ambizioso obiettivo venisse rispettato, è previsto un ulteriore aumento del livello del mare. Inoltre, le correnti oceaniche, come la Corrente del Golfo, possono influenzare la distribuzione regionale dell’innalzamento del mare, creando situazioni molto diverse tra le varie aree geografiche.

Le conseguenze dell’innalzamento del livello del mare

Le conseguenze di questo fenomeno sono devastanti per le comunità costiere di tutto il mondo. In primo luogo, le inondazioni causate dall’innalzamento del mare possono danneggiare infrastrutture vitali, come abitazioni, strade e sistemi fognari. Le acque salate possono contaminare le riserve di acqua dolce, rendendo impossibile l’agricoltura e distruggendo ecosistemi delicati come le barriere coralline e le riserve ittiche.

L’impatto economico è altrettanto rilevante: intere economie, soprattutto quelle di piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS), rischiano di essere paralizzate dalla perdita di attrazioni turistiche e risorse naturali, che costituiscono le principali fonti di reddito. Il turismo è uno dei settori più colpiti: la distruzione di spiagge e barriere coralline riduce l’afflusso di visitatori, con gravi conseguenze per le economie locali.

L’innalzamento del livello del mare influisce inoltre sulle migrazioni, distruggendo comunità consolidate e creando nuove tensioni sociali ed economiche. Le acque contaminate dalle inondazioni possono anche provocare gravi problemi sanitari, favorendo la diffusione di malattie trasmesse dall’acqua e mettendo a rischio la salute delle popolazioni colpite.

Si stima che circa 900 milioni di persone, ovvero una persona su 10 sulla Terra, vivano in prossimità del mare.
Le persone che vivono nelle zone costiere di paesi densamente popolati come Bangladesh, Cina, India, Paesi Bassi e Pakistan sono maggiormente a rischio e potrebbero subire inondazioni catastrofiche. Sono a rischio anche le grandi città di tutti i continenti, tra cui Bangkok, Buenos Aires, Lagos, Londra, Mumbai, New York e Shanghai.
Le piccole isole con aree pianeggianti, come Figi, Vanuatu e le Isole Salomone, stanno probabilmente affrontando le minacce più critiche, costringendo le popolazioni a trasferirsi.

L’emergenza in alcune isole del Pacifico

Le isole del Pacifico stanno affrontando una triplice minaccia causata dal cambiamento climatico: l’innalzamento del livello del mare, il riscaldamento degli oceani e l’acidificazione delle acque stanno mettendo a rischio non solo la loro sostenibilità socioeconomica, ma anche la loro stessa esistenza.

Secondo il rapporto “State of the Climate in the South-West Pacific 2023” dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), il livello del mare in questa regione sta aumentando più velocemente rispetto alla media globale. Dal 1980, le temperature superficiali dell’oceano sono aumentate tre volte più rapidamente rispetto alla media mondiale, mentre le ondate di calore marine sono raddoppiate in frequenza e intensità, durando sempre più a lungo.

Queste isole, pur contribuendo solo per lo 0,02% alle emissioni globali di gas serra, sono tra le più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. La maggior parte della popolazione vive a pochi metri dal livello del mare, e gran parte delle infrastrutture critiche si trova a meno di 500 metri dalla costa. Questo rende le comunità locali particolarmente esposte a fenomeni estremi come inondazioni, cicloni tropicali e la contaminazione delle riserve di acqua dolce. La situazione è recentemente peggiorata a causa dell’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai.

Cosa si può fare per contrastare l’innalzamento del livello del mare?

La soluzione più efficace per rallentare l’innalzamento del livello del mare è ridurre le emissioni di gas serra, che sono la principale causa del cambiamento climatico. Tuttavia, l’adattamento ai livelli del mare più alti è ormai una necessità urgente. Vi sono diverse le soluzioni ingegneristiche che possono essere implementate tra cui la costruzione di barriere anti-inondazione, il miglioramento dei sistemi di drenaggio e la costruzione di edifici resistenti alle inondazioni. Bisogna poi aumentare i sistemi di protezione e di ripristino di barriere naturali come le mangrovie e le paludi costiere, che possono assorbire l’energia delle onde e ridurre l’impatto delle mareggiate.

In alcuni casi, le comunità costiere dovranno essere ricollocate come parte di strategie di adattamento conosciute come “ritiro gestito”. Questo tipo di misura preventiva è già in corso in diverse isole del Pacifico, dove l’innalzamento del mare sta rendendo le abitazioni sempre più inabitabili.

Le Nazioni Unite giocano un ruolo centrale nel coordinare gli sforzi globali per contrastare l’innalzamento del livello del mare. Il quadro giuridico e operativo per queste azioni è la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che ha facilitato la creazione dell’Accordo di Parigi. L’ONU supporta anche i paesi più vulnerabili, come i piccoli Stati insulari, fornendo aiuti finanziari attraverso il Fondo per le Perdite e i Danni e aiutando queste nazioni ad adattarsi agli impatti del cambiamento climatico.

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