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Indice degli argomenti Toggle Stop bonus caldaia 2025: i chiarimenti della Commissione europeaBonus caldaia 2025, le eccezioni previsteEcobonusCaldaie ibride e basate su fonti rinnovabiliLe associazioni di categoria: confermare gli incentivi per accelerare la transizione energetica nelle abitazioni italiane Il 2025 segna la fine di diversi bonus, tra questi il bonus caldaia. A partire al nuovo anno, infatti, entra in vigore il divieto previsto dalla Direttiva europea “Case Green”. Gli Stati membri dovranno adottare tutte le misure necessarie a raggiungere l’obiettivo della decarbonizzare del parco immobiliare europeo. Entrata in vigore il 28 maggio 2024, i paesi europei hanno tempo fino al 29 maggio 2026 per recepire la Direttiva, tuttavia, già a partire dal 1° gennaio 2025, entrano in vigore alcune disposizioni, tra cui lo stop al bonus caldaia. Vuol dire che, dal nuovo anno, sarà vietato concedere incentivi fiscali e qualsiasi altra agevolazione per le caldaie alimentate con combustibili fossili. Ci sono però alcune specifiche eccezioni. Ecco cosa succederà al bonus caldaia dal 2025, chi lo perde e in quali casi si potrà ancora ottenere. Stop bonus caldaia 2025: i chiarimenti della Commissione europea In vista dello stop al bonus caldaia, la Commissione europea ha chiarito alcuni punti della Direttiva Case Green nella Comunicazione 6206/2024. Lo stop riguarda le caldaie alimentate solamente da combustibili fossili, ovvero le fonti energetiche non rinnovabili come carbone, combustibili solidi, gas naturale e petrolio. A partire dal 2040, invece, scatterà il divieto assoluto di vendita. Entro questa data, l’Italia e gli altri Stati membri dovranno implementare un sistema per monitorare l’utilizzo di combustibili rinnovabili sul territorio e individuare eventuali carenze. Bonus caldaia 2025, le eccezioni previste La fine delle agevolazioni per le caldaie a combustibili fossili non è assoluta. La Commissione europea ha precisato che il divieto riguarda soltanto gli impianti basati interamente su combustibili fossili. Questi apparecchi non si potranno più acquistare, installare o assemblare. Al contrario lo stop al bonus caldaia e alla possibilità di prevedere sconti e agevolazioni è garantita relativamente alle caldaie ibride o basate interamente su fonti rinnovabili. Spetta a ciascuno Stato membro stabilire quanto e quali agevolazioni prevedere per l’acquisto di questi apparecchi. Altre eccezioni previste La Direttiva Case Green prevede una lista di eccezioni al divieto di prevedere incentivi per le caldaie alimentate a combustibili fossili, ad esempio in caso di progetti finanziati dal PNRR o Fondi europei o selezionati prima del 2025. In tal modo si vuole garantire la continuità dei progetti già approvati, se compresi nei programmi di investimento nazionale. Ecobonus Il Governo con la nuova Legge di Bilancio ha deciso di prorogare l’Ecobonus nel nuovo anno senza escludere esplicitamente le caldaie a combustibili fossili, scelta che sembra in qualche modo in contraddizione con l’orientamento dell’Europa. Questa agevolazione riguarda gli interventi di efficientamento energetico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali e finalizzati alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica. Per questi lavori si prevede la detrazione del 50% per le prime case e del 36% per le seconde. Caldaie ibride e basate su fonti rinnovabili La Direttiva Case Green si pone l’obiettivo di ridurre le emissioni di Co2, favorendo l’installazione di impianti ibridi e sistemi basati su fonti rinnovabili. Al posto delle caldaie alimentate da combustibili fossili, è da preferire la combinazione di caldaie, solare termico o pompe di calore. I nuovi incentivi fiscali dovranno essere proporzionali alla quantità di energia rinnovabile effettivamente prodotta e spetterà agli Stati membri definire e monitorare sotto quale quota non si possa scendere. Per agevolare il lavoro degli Stati membri, la Commissione europea prevede in futuro di elaborare ulteriori orientamenti e linee direttive per ridurre le emissioni e monitorare gli impianti esistenti. Le associazioni di categoria: confermare gli incentivi per accelerare la transizione energetica nelle abitazioni italiane Alcune associazioni del settore – Proxigas, Assogas, Assogasliquidi-Federchimica e Utilitalia – chiedono al governo di confermare, nella prossima Legge di Bilancio, gli incentivi dell’Ecobonus per la sostituzione delle vecchie caldaie a gas con nuove caldaie a condensazione alimentabili a gas rinnovabile. Le associazioni sottolineano, infatti, che nonostante la Direttiva europea “Case Green” fissi obiettivi di risparmio energetico e decarbonizzazione per gli edifici, questa non vieta incentivi per caldaie che utilizzano gas rinnovabili, tecnologia su cui l’Italia può contare anche grazie a una buona capacità produttiva. Uno studio di Bip Consulting evidenzia che le caldaie a condensazione sono una soluzione economica e facilmente adottabile per l’ampio parco immobiliare italiano, caratterizzato da una prevalenza di edifici realizzati prima degli anni ’80, spesso in classi energetiche basse (F e G) e localizzati in zone climaticamente fredde. Inoltre il 60% degli appartamenti con riscaldamento autonomo non ha uno spazio all’aperto, limitando in questo modo le possibilità di impianti da installare. Le associazioni sottolineano che, a differenza delle pompe di calore, che presentano limitazioni logistiche e costi elevati, le caldaie a condensazione sono adatte a contesti residenziali urbani e ad abitazioni prive di spazi esterni. Mantenere l’Ecobonus permetterebbe a una più ampia fascia della popolazione, incluse le famiglie a basso reddito, di investire nella decarbonizzazione e nell’efficienza energetica Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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