Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
Economia circolare: nell’Unione il tasso di riutilizzo dei materiali nella produzione di nuovi prodotti fermo all’11,2%. I nuovi obiettivi di riciclaggio della Commissione Europea nell’ambito del Green New Deal Eurostat ha pubblicato i dati aggiornati al 2017 relativi all’utilizzo di materiale proveniente da prodotti riciclati (economia circolare) in Unione Europea, fermo all’11,2%. Si tratta di una percentuale che ha oscillato tra l’11,1% e l’11,2% dal 2012, con un piccolo aumento nel 2016 (11,4%) Dopo la significativa crescita di quasi 3 punti nel periodo tra il 2004 e il 2012, quando è passato dall’8,2% all’11,1%, negli ultimi anni non ci sono stati miglioramenti nel tasso di utilizzo dei “materiali circolari”. Eurostat ricorda che il tasso di circolarità è la quota di risorse utilizzate nella realizzazione di nuovi materiali proveniente da prodotti riciclati e di recupero, risparmiando così le estrazioni di materie prime primarie. Il tasso di circolarità fa parte del quadro di monitoraggio dell’economia circolare dell’UE. In Italia la crescita maggiore, male il Lussemburgo Nel periodo tra il 2010 e il 2017, il tasso di utilizzo di materiale circolare è aumentato in 15 dei 27 Stati membri dell’UE, è rimasto stabile in tre Stati membri ed è diminuito in altri nove. Gli aumenti più elevati sono stati registrati in Italia (+6%), seguita da Lettonia, Belgio, Austria e Paesi Bassi (ciascuno +5%). All’estremità opposta, il calo maggiore si è registrato in Lussemburgo (-15%) e in Finlandia (-11%), seguiti dalla Spagna (-3 %). Tasso di utilizzo della circolarità nei diversi materiali I minerali metallici sono la categoria di materiali con il più alto tasso di circolarità: nel 2017 il 21,8%,di quelli utilizzati nell’UE proveniva da prodotti riciclati e materiali di recupero, a seguire il 14,7% dei minerali non metallici (tra cui il vetro), l’8,7% della biomassa (tra cui carta, legno, tessuti e altro) e il 2,5% dei materiali energetici fossili (tra cui plastica e combustibili fossili). Questi ultimi sono meno adatti al riciclaggio perché vengono utilizzati principalmente per produrre energia, però potrebbe aumentare il riciclaggio della plastica. La maggior parte dei tipi di biomassa non sono adatti al riciclaggio (per esempio, cibo e foraggio o legno per l’energia), ma si potrebbero ridurre gli sprechi alimentari e riciclare i tessuti naturali. Economia Circolare, l’impegno della Commissione Europea Intanto la Commissione Europea ha adottato nei giorni scorsi, all’interno del Pacchetto dell’European Green Deal – la nuova agenda europea per la crescita sostenibile – il Nuovo piano d’azione per l’economia circolare. Il nuovo Piano introduce iniziative lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti, mira a rendere la nostra economia adatta ad un futuro verde, a rafforzare la nostra competitività proteggendo al tempo stesso l’ambiente e a dare nuovi diritti ai consumatori. Sulla base del lavoro svolto a partire dal 2015, il nuovo Piano si concentra sulla progettazione e la produzione per un’economia circolare, con l’obiettivo di garantire che le risorse utilizzate siano mantenute nell’economia dell’UE il più a lungo possibile. Il piano e le iniziative in esso contenute saranno sviluppate con lo stretto coinvolgimento della comunità imprenditoriale e degli stakeholder. Le principali misure nel piano di azione per l’economia Circolare: i prodotti sostenibili devono diventare la norma nell’Unione, i consumatori devono essere responsabilizzati a ridurre i rifiuti, maggior attenzione ai settori che utilizzano più risorse e che hanno un alto potenziale di circolarità: elettronica e TIC, batterie e veicoli, imballaggi, plastica, tessili, edilizia e alimenti, garantire meno rifiuti, con l’obiettivo di di evitare del tutto gli sprechi e di trasformarli in risorse secondarie di alta qualità. L’economia circolare avrà benefici positivi in termini di crescita del PIL e di creazione di posti di lavoro, l’applicazione di ambiziose misure per il suo sviluppo può aumentare il PIL dell’UE di un ulteriore 0,5% entro il 2030, creando circa 700.000 nuovi posti di lavoro. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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