Acciaio verde per una decarbonizzazione possibile e necessaria

La transizione verso l’acciaio verde pone diversi interrogativi critici. Sebbene le intenzioni europee siano chiare e gli obiettivi ben definiti, permane il rischio che pressioni industriali e inerzia politica possano rallentare la decarbonizzazione del settore. I dati del Rapporto “The State of the European Steel Transition”

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Acciaio verde per una decarbonizzazione possibile e necessaria

L’industria siderurgica europea è giunta a un bivio decisivo: scegliere la via della decarbonizzazione puntando sull’acciaio verde oppure continuare con modelli produttivi basati sul carbone, ormai insostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.

È quanto emerge chiaramente dal recente report The State of the European Steel Transition“, sostenuto da 28 organizzazioni della società civile tra cui il WWF Italia. In particolare, il rapporto sottolinea che la transizione verso tecnologie a basse emissioni di carbonio, come l’idrogeno verde e le energie rinnovabili, non solo è possibile, ma rappresenta anche una scelta urgente e indispensabile per salvaguardare oltre 2 milioni di posti di lavoro nel settore siderurgico europeo, mantenendo così la competitività industriale del continente. Questa transizione si configura come una grande opportunità economica e sociale, oltre che un necessario impegno ambientale.

L’acciaio verde come chiave per la competitività e il lavoro

Nel 2025dovrebbero essere definite politiche chiare e incisive, in grado di guidare efficacemente il settore siderurgico verso produzioni basate sull’idrogeno verde e sulle energie rinnovabili.

Tuttavia, il rapporto sottolinea un punto critico: il recente Steel and Metals Action Plan (SMAP), promosso dalla Commissione Europea, non ha adeguatamente incluso il contributo delle ONG ambientaliste, lasciando spazio a una visione troppo sbilanciata a favore dell’industria dei combustibili fossili.

Acciaio verde per una decarbonizzazione possibile e necessaria

Questo squilibrio rischia di compromettere l’efficacia e la legittimità delle misure adottate, ignorando la fondamentale necessità di un equilibrio tra le esigenze economiche immediate e le priorità ambientali di lungo termine. È infatti evidente che solo coinvolgendo pienamente la società civile e gli esperti ambientali sarà possibile individuare strategie davvero sostenibili ed efficaci, capaci di rispondere alle sfide climatiche globali.

Ignorare o sottovalutare il contributo di chi opera direttamente sul fronte ambientale potrebbe non solo rallentare il percorso verso una reale decarbonizzazione, ma anche ridurre la fiducia pubblica nelle politiche europee, indebolendo di conseguenza la coesione sociale e politica indispensabile per sostenere una trasformazione così significativa.

Gli obiettivi climatici dell’Unione Europea

La transizione verso l’acciaio verde si inserisce coerentemente negli ambiziosi obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea:

  • Entro il 2030 l’UE si impegna a ridurre di almeno il 55% le emissioni nette di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, si prevede che il 45% del consumo energetico totale derivi da fonti rinnovabili, accompagnato da un miglioramento dell’efficienza energetica del 32,5%.
  • Per il 2040 la Commissione Europea punta ad una riduzione netta delle emissioni di gas serra del 90% rispetto ai valori del 1990, accelerando ulteriormente la trasformazione industriale.
  • Infine, entro il 2050, l’Unione Europea mira alla completa neutralità climatica, raggiungendo emissioni nette zero come previsto dal Green Deal europeo, traguardo reso giuridicamente vincolante dalla Legge Europea sul Clima.

Questi target ambiziosi richiedono l’adozione urgente e sistematica di politiche in grado di accelerare la trasformazione delle industrie energivore come quella dell’acciaio.

Otto raccomandazioni per accelerare la transizione siderurgica

Il rapporto suggerisce otto punti fondamentali per favorire una transizione efficace ed equa verso un’industria siderurgica sostenibile:

  1. Vietare l’approvazione di nuovi altiforni alimentati a carbone, impedendo l’autorizzazione e gli investimenti in tecnologie obsolete e altamente inquinanti.
  2. Imporre piani di riconversione ambiziosi e trasparenti per tutti gli impianti siderurgici già operativi, con tempistiche precise e rigorose per la transizione verso l’idrogeno verde.
  3. Promuovere lo sviluppo e l’introduzione di tecnologie basate su energie rinnovabili e incentivare l’utilizzo di idrogeno verde.
  4. Garantire una transizione socialmente giusta, proteggendo i lavoratori attraverso formazione e supporto per la riconversione professionale.
  5. Aumentare il sostegno finanziario pubblico e privato per accelerare gli investimenti nelle tecnologie pulite.
  6. Rinforzare l’economia circolare nel settore siderurgico, incrementando l’uso di materiali riciclati e riducendo l’estrazione di nuove risorse.
  7. Stabilire criteri ambientali rigorosi per l’accesso ai fondi pubblici destinati alla transizione industriale.
  8. Implementare politiche di trasparenza per monitorare e comunicare chiaramente i progressi verso gli obiettivi di decarbonizzazione.

Una transizione giusta e inclusiva

Camille Maury, Senior Policy Officer per la decarbonizzazione industriale del WWF EU, sottolinea come sia inaccettabile che nel 2023 il settore siderurgico abbia beneficiato di permessi gratuiti di emissione per 11,3 miliardi di euro, un costo trasferito ingiustamente sulla società. L’uso appropriato dei fondi pubblici diventa quindi fondamentale per promuovere realmente la decarbonizzazione industriale.

Secondo Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, è importante garantire che la transizione verso l’acciaio verde tuteli non solo l’ambiente, ma anche la qualità del lavoro e la salute pubblica. Un percorso sostenibile deve essere equo, proteggendo i lavoratori e favorendo l’adozione di tecnologie innovative e ambientalmente compatibili.

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