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Indice degli argomenti Toggle Progettazione biofilicaManuale di biophilic designChe cosa è l’architettura biofilica?Stephen R. Kellert Biophilic Design Award Cosa vuol dire biofilia? Di derivazione greca, il termine biofilia indica letteralmente l’amore per la vita, ovvero per tutto ciò che è vitale, parte della natura terrestre. Coniato per la prima volta dallo psicologo Erich Fromm negli anni Sessanta del Novecento, viene ripreso dal biologo Edward Wilson, che così intitola un suo saggio del 1984. Il nodo è sempre il concetto di riconnessione con la natura, che si amplia con la ricerca sempre più diffusa, a partire dagli anni Novanta, della sostenibilità, ambientale e umana. Nel 2004 Stephen Kellert a una conferenza trasla la biofilia nel campo della progettazione architettonica e urbanistica, approfondendo l’argomento in un successivo volume. È a partire da queste basi che si moltiplicano le ricerche e i saggi sul tema, così come le esperienze di costruzione, anche nel mondo del lavoro. Progettazione biofilica La progettazione biofilica – in inglese biophilic design – è la disciplina che mette in correlazione il processo creativo-produttivo con la tensione verso la natura e le esperienze che essa può far rivivere all’uomo anche in un contesto artefatto (come quello delle città). Un approccio che coinvolge diversi campi progettuali – disegno industriale e architettura in primis – con l’obiettivo di ricreare ambienti che abbiano un impatto positivo sulle persone. Progetto Milano Italia and Partners foto Monica Spezia Il progetto di refurbishing di un attico su due piani in centro a Milano a firma dell’architetto Matteo Italia (Italia and Partners, foto Monica Spezia) prevede un grande terrazzo affacciato sui tetti della città. Il legno della cortina-parapetto, unitamente alle folte piante in vaso, crea una riserva di privacy e di relax. Un luogo aperto ma protetto, in cui la natura è protagonista. Appartamento a San Benedetto del Tronto ristrutturato dall’architetto Andrea Eusebi La grande parete trasparente di questo appartamento a San Benedetto del Tronto, ristrutturato dall’architetto Andrea Eusebi, la pavimentazione di calcestruzzo senza soluzione di continuità tra interno ed esterno e il setto verticale verde integrano soggiorno e balcone in un unico ampio spazio in cui paesaggio e ritmi solari sono parte integrante. Manuale di biophilic design Fondata nel 2006 dallo stratega ambientale Bill Browning e dagli architetti Rick Cook e Bob Fox, la società Terrapin Bright Green – che prende il nome dalla definizione in lingua Algonquin della tartaruga e dal 2016 è certificata B Corporation®, ovvero rispettosa dell’ambiente e della società – si occupa di consulenza ad aziende, sviluppatori, governi e organizzazioni sulle sfide della progettazione del ventunesimo secolo. In particolare quelle legate alla riconnessione dell’umanità con l’ambiente naturale. “Progettazione di qualità significa prestazioni migliori in termini di ambiente umano e naturale. Progettazione di qualità significa anche dover rendere belli i nostri edifici”. Sull’onda di queste parole di Browning, nel 2014 Terrapin Bright Green pubblica un volume fondamentale per il biophilic design. Oggi, dopo un accurato lavoro di traduzione, ma soprattutto di coerenza tecnico-lessicale con la realtà del nostro paese (a cura della psicologa ambientale Rita Trombin, del presidente di Living Future Europe Carlo Battisti, dell’esperta di psicologia dell’abitare Ottavia Damian), il volume “I 14 pattern della progettazione biofilica” è disponibile (gratuitamente, scaricandolo dai siti web di Terrapin, Biofilia e Living Future Europe) anche in italiano. Si tratta di un manuale che insegna come creare esperienze naturali in grado di connettere fisicamente, emotivamente e cognitivamente l’uomo alla natura, applicando questo “stile di vita biofilico” alla quotidianità e in particolare agli ambienti costruiti, sia privati sia pubblici (come scuole, ospedali, uffici). “La progettazione biofilica – spiega infatti Carlo Battisti – è oggi una strategia richiesta da molti protocolli di sostenibilità dell’ambiente costruito. E tra questi il Living Building Challenge, che promuoviamo in Europa. La versione italiana di questo testo di riferimento è dunque uno strumento pratico che avvicinerà i progettisti a un nuovo modo di costruire, ora più che mai necessario”. Che cosa è l’architettura biofilica? L’architettura biofilica, una delle branche del più ampio biophilic design, si occupa di progettare e di realizzare edifici – residenziali e pubblici – in cui sia evidente e fruttuoso il rapporto con l’ambiente naturale o comunque con la natura stessa e i suoi elementi. Luce solare, piante da interno e verde, acqua sono i cardini principali di ogni realizzazione, a cui vanno accostandosi artefatti umani ad hoc, come ad esempio trame naturalistiche per superfici e arredi e materiali naturali per i rivestimenti. Obiettivo primario dell’architettura biofilica è suscitare in chi la vive le medesime sensazioni positive che si hanno in natura. Recentemente però a ciò si è affiancata una lettura più strategica della disciplina, mirata a una “sostenibilità rigenerativa” del costruito. In un’ottica di riconnessione con il pianeta che sia soprattutto soluzione all’attuale crisi ecologica. Il forte legame con l’acqua e il paesaggio mediterraneo di Marbella Lo stretto legame con l’acqua e il paesaggio mediterraneo di Marbella, sulla Costa del Sol spagnola, caratterizza questa grande residenza familiare progettata dallo studio olandese 123DV. Lo specchio della piscina diventa così elemento architettonico, capace di inserire la mutevolezza della natura nella severità geometrica dei volumi. Il Lucille Halsell Conservatory a San Antonio di Emilio Ambasz Il Lucille Halsell Conservatory a San Antonio di Emilio Ambasz è un complesso apparentemente di serre situato nel clima caldo e secco del sud del Texas. Ma, a differenza dei luoghi nordici, in cui queste costruzioni vetrate accumulano e massimizzano la luce solare, nella città americana l’obiettivo è inverso, ovvero proteggere le piante dal caldo e dal sole. Il progetto mescola natura e architettura sfruttando il terreno come scrigno protettivo e controllando illuminazione e riscaldamento/raffrescamento attraverso grandi coni trasparenti. Un sistema originale e innovativo, che gioca sul trasferimento degli elementi naturali tra esterno e interno e che ha anche ridotto sensibilmente l’esigenza di complessi impianti tecnici per il comfort interno e di conseguenza il costo dell’edificio stesso. Stephen R. Kellert Biophilic Design Award Riconoscimento alle migliori realizzazioni costruite secondo i dettami della progettazione biofilica, lo Stephen R. Kellert Biophilic Design Award è promosso dall’International Living Future Institute nel nome di uno dei pionieri di questa disciplina. Autore di pubblicazioni e promotore di iniziative e di progetti che hanno aumentato la consapevolezza e incoraggiato la diffusione della pratica di connessione uomo/natura. Giunto alla settima edizione, quest’anno in partnership anche con il network Biophilic Cities, tra undici opere finaliste ha selezionato come vincitrici per il 2023 la Marion Fire Station nello Iowa (Stati Uniti), del team progettuale Comune di Marion, Design Engineers, OPN Architects e la scuola elemntare De Verwondering ad Almere (Olanda) del gruppo Gemeente Almere, ORGA Architects, Lüning, Projectum, Goed Geplant, Vannorel. Il primo lavoro, una stazione dei pompieri, sfrutta la natura – verde circostante, acqua, luce solare, pattern biomorfi (sulle superfici architettoniche) – per migliorare la percezione e la vivibilità dello spazio e nel contempo rilassare gli uomini tra un intervento e l’altro. La scuola olandese prende spunto invece dai concetti chiave di natura e sostenibilità per creare un ambiente adatto a crescere in armonia con il contesto. Di legno e completamente smontabile, ingloba forme e texture che trasportano gli elementi naturali nelle aule, al fine di aumentare la capacità di attenzione e di apprendimento dei bambini. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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