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Indice degli argomenti Toggle 2024 anno più caldo di sempre: un record preceduto da un decennio già troppo caldoGlobal Climate Highlights 2024: i dati salientiI ghiacci polari si restringono sempre piùLa situazione in Italia: il parere di WWF, Legambiente e Sima È stato il 2024 l’anno più caldo di sempre e il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5°C il livello preindustriale. La conferma giunge dal Copernicus Climate Change Service, uno dei sei servizi tematici di Copernicus, programma spaziale dell’Unione Europea per l’osservazione della Terra. È un record già anticipato anche dalla World Meteorological Organization e la cui conferma era nell’aria, dato che già dopo i primi sei mesi si ipotizzava questo andamento, come rilevato lo scorso luglio da CarbonBrief. Ad avvalorare questa evidenza c’è anche il fatto che molte organizzazioni hanno lavorato per compiere “uno sforzo concertato per coordinare la pubblicazione dei loro dati, evidenziando le condizioni eccezionali sperimentati nel corso del 2024”. Lo spiega lo stesso Copernicus, indicando le organizzazioni coinvolte nel monitoraggio climatico globale: ECMWF (Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine), l’agenzia spaziale NASA, NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), UK Met Office (servizio meteorologico nazionale del Regno Unito), Berkeley Earth (organizzazione indipendente degli Stati Uniti) e l’Organizzazione meteorologica mondiale. Durante la conferenza stampa internazionale di presentazione dei Global Climate Highlights 2024 si è messo in rilievo come il cambiamento climatico indotto dall’uomo resti il motore principale delle temperature estreme. Ma a contribuire ci sono anche altri fattori – tra cui El Niño – che hanno contribuito alle temperature insolite osservate durante l’anno da poco concluso. 2024 anno più caldo di sempre: un record preceduto da un decennio già troppo caldo Il record registrato dal 2024 anno più caldo di sempre è solo l’ultimo dei primati di cui avremmo fatto volentieri a meno. È bene ribadirlo: il 2024 è stato il primo anno a registrare un’anomalia di temperatura annuale superiore alla soglia di 1.5°C rispetto al livello preindustriale. La persistenza di temperature medie mensili globali eccezionalmente elevate nella prima metà del 2024 ha reso probabile, a partire dalla fine dell’estate, il superamento del 2023 come anno più caldo mai registrato. Samantha Burgess, Strategic Lead for Climate di ECMWF ha rilevato che «ogni anno dell’ultimo decennio è uno dei dieci più caldi mai registrati». Le elevate temperature globali, unite a livelli record di vapore acqueo atmosferico globale nel 2024, «hanno comportato ondate di calore senza precedenti e forti piogge, causando miseria a milioni di persone». Commentando la notizia della conferma del record, Carlo Buontempo, Direttore del Copernicus Climate Change Service, ECMWF ha affermato che «tutti i set di dati sulla temperatura globale prodotti a livello internazionale mostrano che il 2024 è stato l’anno più caldo da quando sono iniziate le registrazioni nel 1850». E ha aggiunto: «l’umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica dovrebbe basarsi sulle prove. Il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro futuro clima». La situazione è preoccupante e diverse analisi stanno facendo capire a cosa si sta andando incontro. Tra queste va ricordato, oltre al rapporto IPCC, quanto emerso dal World Cities Report 2024: entro il 2040 oltre due miliardi di abitanti urbani rischiano un aumento delle temperature di almeno 0,5 °C. Global Climate Highlights 2024: i dati salienti Tra i punti salienti della temperatura globale dell’aria in superficie, nel Global Climate Highlights 2024 si riporta che la temperatura media mensile globale ha superato di 1,5°C i livelli preindustriali per 11 mesi dell’anno. Tornando ancora più indietro, tutti i mesi da luglio 2023, eccetto luglio 2024, hanno superato il livello di 1,5°C. Le elevate temperature superficiali del mare sono state uno dei fattori più significativi alla base della prevalenza di elevate temperature globali nel 2023 e nel 2024. L’anno scorso la temperatura media annuale della superficie del mare sull’oceano extrapolare ha raggiunto il massimo record di 20,87 °C, risultando di 0,51 °C in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. Nel 2024, anno più caldo di sempre, l’area del globo interessata da una condizione di “forte stress da calore” ha raggiunto un nuovo record massimo annuale il 10 luglio, quando circa il 44% del globo è stato interessato da ‘forte’ a ‘estremo stress da calore’. Si tratta di un 5% in più del globo rispetto alla media annuale massima. Un altro elemento considerevole riportato riguarda le concentrazioni atmosferiche di CO2 e metano, in continuo aumento, raggiungendo livelli annuali record nel 2024. Una differenza si è notata nei tassi di incremento: se quello dell’anidride carbonica è stato maggiore rispetto al tasso osservato negli ultimi anni, quello del metano è stato significativamente inferiore rispetto agli ultimi tre anni. I ghiacci polari si restringono sempre più Anche l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico e attorno all’Antartide è un indicatore essenziale della stabilità del clima terrestre monitorato da C3S. preoccupa il fatto che, nel 2024, tale estensione è stata “significativamente” al di sotto della media. Come segnalato nel report, “Intorno all’Antartide, dopo aver raggiunto valori record minimi per il periodo dell’anno durante otto mesi del 2023, l’estensione del ghiaccio marino ha raggiunto nuovamente valori record o quasi record minimi durante gran parte del 2024. Da giugno a ottobre, l’estensione mensile si è classificata al secondo posto più basso, dietro al 2023, e più basso a novembre. Al suo minimo annuale a febbraio, l’estensione mensile si è classificata al terzo posto più basso nel record satellitare. Nell’Artico, l’estensione del ghiaccio marino è stata relativamente vicina alla sua media 1991-2020 fino a luglio, ma è scesa ben al di sotto della media nei mesi successivi. Al suo minimo annuale a settembre, l’estensione mensile si è classificata al quinto posto più basso nel record satellitare”. La situazione in Italia: il parere di WWF, Legambiente e Sima Quello che annota il 2024 anno più caldo di sempre non è solo una statistica, è un avvertimento. A dirlo è WWF, che propone un cambio di marcia quanto più rapido: “L’aumento delle temperature e gli eventi meteorologici estremi stanno diventando la nostra nuova normalità. Dobbiamo agire ora. Il 2025 deve essere un anno di azione”, ricordando che proprio quest’anno ricorre il decennale dall’Accordo di Parigi. Ricordando quanto sta accadendo in California, vittima delle fiamme che si sono propagate in maniera mai vista, spargendo morte, distruggendo l’ambiente e divorando abitazioni (sono oltre 200mila le persone evacuate), segnala che tali condizioni estreme si stanno verificando sempre più frequentemente in altri contesti come proprio nei Paesi mediterranei “dove il clima è analogo, aumentando il rischio di questi mega-incendi difficili da domare”. Da qui si arriva all’Italia, dove “tutte le regioni sono state funestate da eventi estremi” dalle alluvioni alle ondate di calore alla siccità. “Per questo è importante, anche come Italia, attivarsi davvero per abbattere le emissioni climalteranti e rendere operativo il Piano di Adattamento al Cambiamento Climatico, piano che giace nei cassetti del MASE dal dicembre 2023 senza che siano nemmeno state attivate le strutture operative previste”. Legambiente ricordava già a fine dicembre come il nostro Paese sia sempre più “sotto scacco della crisi climatica”. Nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, 351 eventi meteo estremi hanno colpito la Penisola. È un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni. Come ha rilevato l’Osservatorio Città Clima di Legambiente: “nel 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi sei volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A fare la parte da leone in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua”. Fonte Legambiente L’Emilia-Romagna è la regione più danneggiata, seguita da Lombardia e Sicilia. Tra le province, Bologna guida la classifica con 17 eventi. Gli impatti della crisi climatica si estendono ai trasporti, con frequenti interruzioni e ritardi dovuti a piogge, frane e temperature record. Nel 2024, il trasporto pubblico ha subito 22 gravi episodi legati al maltempo. Anche Sima – Società Italiana di Medicina Ambientale – ha commentato i dati, sottolineando le gravi conseguenze del surriscaldamento globale: incremento delle malattie trasmesse tramite acqua, cibo e insetti (es. virus Zika, dengue, malaria), alterazione degli ecosistemi e danni alle coltivazioni, con calo delle produzioni e aumento dei prezzi di materie prime come caffè e cacao. Piogge intense e alluvioni aggravano il rischio di malattie idrotrasmesse contaminando acqua e cibo, mentre l’angoscia legata ai cambiamenti climatici, detta “solastalgia,” genera stress, ansia e disturbi psicologici tra i più vulnerabili, fino a esiti estremi come il suicidio. Il cambiamento climatico minaccia dunque non solo l’ecosistema, ma anche la salute umana e la stabilità economica globale. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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