Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
Indice degli argomenti Toggle Come funziona concretamente il modello di energia “virtualmente condivisa” proposto dalla Grande Comunità Energetica Nazionale?Quali sono i requisiti necessari per accedere al sistema, sia per i produttori di energia che per i cittadini che non possiedono un impianto fotovoltaico?Quali sono le principali differenze tra il modello di comunità energetica proposto da Fotovoltaico Semplice e le tradizionali CER locali?In che modo l’approccio di Fotovoltaico Semplice rende le energie rinnovabili più inclusive e accessibili?Come vengono gestiti gli incentivi all’interno del sistema di Fotovoltaico Semplice rispetto ad altre comunità energetiche? L’Italia accelera il passo sulle Comunità Energetiche Rinnovabili con oltre 1200 iniziative in corso o in fase di progettazione. Nel novero delle CER troviamo le comunità energetiche locali, cooperative di energia rinnovabile e progetti sperimentali distribuiti sul territorio nazionale. Il fenomeno rappresenta una risposta pratica alla necessità di decentralizzare la produzione energetica e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. In questo contesto si inserisce il lancio di un nuovo progetto che intende semplificare ulteriormente l’accesso ai benefici delle comunità energetiche: la Grande Comunità Energetica Nazionale di Fotovoltaico Semplice. L’iniziativa è stata presentata ufficialmente a Roma il 10 marzo, in un evento organizzato da Daniele Iudicone, CEO di IMC Holding, azienda italiana specializzata nel settore fotovoltaico. Ad intervenire nella presentazione anche l’Avvocato Alfonso Bonafede, già Ministro della Giustizia che si è occupato di curarne gli aspetti giuridici. Daniele Iudicone e Alfonso Bonafede Come funziona il modello proposto dalle Comunità Energetiche di Fotovoltaico Semplice? La novità principale di questa proposta consiste nella creazione di un sistema energetico virtualmente condiviso a livello nazionale che superi le limitazioni geografiche delle comunità energetiche tradizionali. Il progetto consente anche a chi non dispone di un impianto fotovoltaico di partecipare al sistema di incentivi e di beneficiare dell’energia rinnovabile condivisa. L’obiettivo è di rendere le rinnovabili alla portata di tutti, abbattendo le complessità burocratiche che spesso determinano un freno nell’adozione di innovazioni legate alle energie green. Per approfondire il lancio della Grande Comunità Energetica Nazionale di Fotovoltaico Semplice, abbiamo chiesto a Daniele Iudicone di rispondere ad alcune domande. Co-founder di IMC Holding, realtà romana attiva dal 2003 nel settore energetico, Iudicone vanta una solida esperienza nella gestione d’impresa e nella promozione delle energie rinnovabili in Italia. Un momento dell’intervento di Daniele Iudicone Sotto la sua guida, IMC Holding ha avviato progetti innovativi per la diffusione del fotovoltaico, qualificandosi come punto di riferimento nel settore. Con questo nuovo ambizioso progetto, l’azienda punta a rafforzare il ruolo delle comunità energetiche nel percorso verso la transizione ecologica. Come funziona concretamente il modello di energia “virtualmente condivisa” proposto dalla Grande Comunità Energetica Nazionale? Il motore di energia virtualmente condivisa proposto dalla nostra Comunità Energetica Nazionale si basa sulle modalità attualmente previste dal GSE per le Comunità di Energia Rinnovabile (CER). Le CER operano secondo il principio della cosiddetta cabina primaria – un concetto tecnico che possiamo paragonare a grandi quartieri energetici. All’interno di questi “quartieri” sono incluse tutte le utenze che possono partecipare a una comunità energetica locale. La Comunità Energetica Nazionale di Fotovoltaico Semplice supera le problematiche legate agli iter autorizzativi. Infatti, senza un sistema nazionale, ogni cittadino o gruppo di cittadini dovrebbe costituire la propria comunità energetica locale oppure aderire a una comunità promossa da un ente pubblico, come un Comune. In questo modello, invece, la Comunità Energetica Nazionale crea delle aggregazioni locali. Questi centri operano come comunità energetiche locali e permettono l’autoconsumo condiviso virtualmente. Ma cosa significa energia condivisa virtualmente? Non c’è un collegamento fisico diretto tra l’impianto fotovoltaico e l’utenza del consumatore. Invece, il sistema si basa su un flusso di dati digitali, che certificano che la produzione e il consumo di energia avvengono nella stessa fascia oraria. Il GSE riconosce questo meccanismo e attiva il cosiddetto autoconsumo virtuale. Quali sono i requisiti necessari per accedere al sistema, sia per i produttori di energia che per i cittadini che non possiedono un impianto fotovoltaico? Per chi produce energia i requisiti necessari sono: non avere ancora un impianto fotovoltaico collegato alla rete, ma essere interessato a installarne uno per partecipare alla comunità; espandere un impianto fotovoltaico esistente, realizzando una sezione dedicata alla produzione di energia per la comunità. Oggi, chiunque installi un impianto fotovoltaico può aderire alla Comunità Energetica Nazionale, contribuendo alla produzione di energia condivisa. Sul fronte dei consumatori, può aderire chiunque senza alcuna limitazione specifica. L’unico requisito è trovarsi in una zona in cui siano già presenti produttori affiliati alla Comunità Energetica Nazionale. I produttori di energia possono essere cittadini, imprese o imprenditori che hanno installato impianti fotovoltaici di dimensioni maggiori rispetto alle proprie esigenze e vogliono condividere l’energia in eccesso con la comunità. Questo processo avviene in modo semplice e senza particolari vincoli burocratici. Quali sono le prospettive di espansione del progetto dopo il lancio ufficiale a Roma? Le prospettive di espansione della Comunità Energetica Nazionale sono molto ampie a livello nazionale. Stiamo già ricevendo numerose richieste di adesione sia da consumatori che da produttori di energia. Un ruolo centrale sarà svolto anche dai “prosumer”, termine che indica coloro che producono e consumano energia elettrica. Questo modello, riconosciuto anche dal GSE, permette agli utenti di contribuire attivamente alla produzione e alla condivisione dell’energia rinnovabile. Attualmente, le richieste stanno arrivando da tutta Italia, segno di un forte interesse verso questa nuova modalità di condivisione dell’energia. Per il 2025, prevediamo una crescita significativa della Comunità Energetica Nazionale, rafforzando il nostro impegno nella diffusione del modello delle comunità energetiche. Quali sono le principali differenze tra il modello di comunità energetica proposto da Fotovoltaico Semplice e le tradizionali CER locali? Il vantaggio più significativo della Comunità Energetica Nazionale è l’eliminazione delle complessità burocratiche, che invece caratterizzano la creazione di una CER locale. Infatti, per costituire una comunità energetica locale, è necessario: creare un’entità giuridica, come un’associazione, una fondazione o una cooperativa, attraverso un atto notarile o una scrittura privata; registrare l’organizzazione presso l’Agenzia delle Entrate; ottenere l’accreditamento presso il GSE (Gestore dei Servizi Energetici); gestire i flussi economici tra produttori e consumatori, occupandosi della redistribuzione dei ricavi generati dall’energia condivisa. Questi passaggi rendono la creazione di una CER complessa e poco accessibile ai cittadini. Per questo motivo, fino ad oggi, la maggior parte delle comunità energetiche esistenti è stata costituita sotto la guida di enti pubblici, come i Comuni. La Comunità Energetica Nazionale, invece, adotta un modello a guida aziendale, con un’azienda che ha già svolto tutto il processo burocratico e giuridico una volta per tutte. Questo significa che sono state accreditate tutte le cabine primarie e le aree di mercato in Italia. Chiunque – produttori, consumatori o prosumer – può aderire alla Comunità Energetica Nazionale senza dover costituire una propria CER locale. In questo modo gli aderenti ottengono gli stessi benefici e incentivi di una CER tradizionale, senza dover affrontare iter burocratici complessi. In che modo l’approccio di Fotovoltaico Semplice rende le energie rinnovabili più inclusive e accessibili? Il nostro approccio mira a rendere le energie rinnovabili semplici, inclusive e accessibili a tutti, in linea con il nostro claim e la nostra visione. Questo è ciò che ci guida da sempre e che continueremo a perseguire con sempre maggiore impegno. Uno dei nostri principi fondamentali è il concetto di moneta energetica, un tema su cui lavoriamo da anni. Già tra il 2017 e il 2018, quando il dibattito sulle comunità energetiche iniziava a diffondersi non solo in Europa, ma a livello globale, studiavamo le prime esperienze di comunità energetiche, come quelle nate nel distretto di Brooklyn, negli Stati Uniti. Questi modelli dimostrano come la condivisione dell’energia possa rendere il sistema più inclusivo e accessibile, permettendo una diffusione più veloce e capillare delle energie rinnovabili e generando un effetto volano che ne accelera la crescita. Come vengono gestiti gli incentivi all’interno del sistema di Fotovoltaico Semplice rispetto ad altre comunità energetiche? Gli incentivi vengono suddivisi tra i partecipanti alla Comunità Energetica Nazionale attraverso tre componenti: Tariffa premio Tariffa incentivante Contributo di valorizzazione, che, pur essendo minimo, può essere considerato come un gettone unico. La distribuzione degli incentivi segue una proporzione equilibrata: 60% al prosumer/produttore, per premiare chi genera energia rinnovabile. 40% al consumatore, garantendo comunque un vantaggio significativo anche per chi utilizza l’energia condivisa. Questa ripartizione, seppur leggermente sbilanciata a favore dei produttori, consente ai consumatori di ridurre in modo considerevole i costi in bolletta, rendendo la partecipazione alla comunità energetica vantaggiosa per entrambe le categorie. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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