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Indice degli argomenti Toggle Eolico offshore negli USA: leva economica, industriale e occupazionaleNon fermare l’eolico offshore: i pareri dei governatori e degli addetti ai lavori Il presidente Donald Trump ha sospeso le nuove concessioni federali per l’eolico offshore negli USA in attesa di una revisione ambientale ed economica. La sua avversione ai “mulini a vento”, come li ha chiamati più volte, rei persino della “morte delle balene” (una opinione non suffragata da alcuna prova scientifica, hanno rivelato diversi esperti, tra cui l’agenzia governativa NOAA – National Oceanic and Atmospheric Administration) è stata ufficializzata. Lo scorso 20 gennaio è stato pubblicato, tra le azioni presidenziali, pubblicate sul sito web della Casa Bianca, il “Ritiro temporaneo di tutte le aree sulla piattaforma continentale esterna dalla concessione di locazione di energia eolica offshore e revisione delle pratiche di concessione e autorizzazione del governo federale per i progetti eolici”. Vengono citate motivazioni economiche (“la necessità di promuovere un’economia energetica in grado di soddisfare la crescente domanda di energia affidabile del paese”) e ambientali (l’importanza della vita marina) alla base della scelta. L’azione presidenziale intende marcare una netta opposizione alle politiche dell’ex presidente Joe Biden, la cui amministrazione nei quattro anni di vita, ha approvato 11 progetti eolici offshore su scala commerciale, per oltre 19 GW, rileva il Dipartimento degli Interni. Ma perché bloccare l’eolico offshore negli USA? Per quanto riguarda l’aspetto economico-occupazionale, sarebbe bene evidenziare quanto emerso dal report di Oceantic Network, uscito pochi giorni prima dell’insediamento di Trump. Si legge, infatti, di 25 miliardi di dollari in nuovi investimenti nella filiera che fluiscono verso le comunità costiere e centrali, 4 miliardi di dollari nella produzione di acciaio e 1,8 miliardi di dollari di investimenti diretti nella nuova costruzione navale. Eolico offshore negli USA: leva economica, industriale e occupazionale L’energia eolica fornisce attualmente circa il 10% dell’elettricità generata negli Stati Uniti. È la più grande fonte di energia rinnovabile della nazione. Oggi si contano più di 73mila turbine eoliche in tutto il Paese; la capacità eolica ammonta a 153 GW, facendone la principale fonte energetica rinnovabile degli Stati Uniti e la quarta fonte di capacità di generazione di elettricità nel paese, secondo l’American Clean Power Association. Per quanto riguarda lo stimolo occupazionale, il Dipartimento dell’Energia statunitense riportava lo scorso agosto che l’energia eolica, nel complesso, sotto la guida del presidente Biden e del vicepresidente Harris, nel 2023 aveva rappresentato il 12% della nuova capacità elettrica, con 10,8 miliardi di dollari di investimenti di capitale e oltre 125mila “posti di lavoro americani”. American Clean Power nel 2024 prevedeva che lo sviluppo, la costruzione e la gestione di progetti eolici offshore avrebbe potuto generare fino a 56mila posti di lavoro entro il 2030, con il settore pronto a investire 65 miliardi di dollari. Il citato report di Ocean Network “Offshore Energy at work”, uscito da pochi giorni, documenta una rapida crescita dell’industria eolica offshore statunitense capace di “innescare oltre 1.900 contratti con i fornitori in 40 Stati”, offrendo opportunità sia alle comunità costiere che alle città manifatturiere del Midwest. L’eolico ha generato oltre 40 miliardi di dollari in investimenti industriali, molti dei quali derivanti dalla fine degli anni 2010, quando le aziende si sono spostate sullo sviluppo dell’eolico offshore negli USA, “stanno ora espandendo l’economia della nazione”. Fonte report Oceantic Network Oggi, l’industria dell’eolico offshore degli Stati Uniti ha quasi 5 GW in fase di installazione o funzionamento e altri 8 GW approvati per la costruzione. Si tratta di quasi mille turbine eoliche, centinaia di partner della catena di fornitura, decine di imbarcazioni e una forza lavoro enorme che costruisce e mantiene queste risorse offshore. Non fermare l’eolico offshore: i pareri dei governatori… “Bloccare l’eolico offshore rappresenta un enorme passo indietro nei nostri sforzi per promuovere un futuro di energia pulita e danneggia le opportunità economiche dello Stato”, ha riferito alla Reuters il governatore democratico della Carolina del Nord, Josh Stein. Il governatore dem del New Jersey, pochi giorni prima dell’insediamento di Trump, tramite l’Ordine esecutivo 28, ha stabilito l’obiettivo di mettere il New Jersey sulla strada verso il 100% di energia pulita entro il 2050. Sulla base di tale obiettivo, nel 2019, l’Ordine esecutivo n. 92 ha effettivamente aumentato l’obiettivo eolico offshore del New Jersey da 3.500 MW entro il 2030 a 7.500 MW entro il 2035. Tuttavia, Donald Trump ha riservato particolari critiche ai progetti eolici offshore nel New Jersey, ricorda Politico, “inveendo contro di loro durante un comizio elettorale la scorsa estate e durante una conferenza stampa a Mar-a-Lago all’inizio di questo mese”. Anche nel Maine, l’ordine del nuovo presidente USA arriva solo pochi giorni dopo che l’Energy Office del governatore del Maine aveva pubblicato il suo piano strategico per fornire energia affidabile e conveniente, soddisfacendo al contempo gli obiettivi climatici dello stato. Tale piano prevede un mix di fonti di energia pulita, ma si basa in gran parte su un obiettivo delineato nella legge statale di sviluppare 3 GW di energia eolica offshore nel Golfo del Maine entro il 2040. …e degli addetti ai lavori La decisione di Trump, che vieta l’ulteriore sviluppo dell’eolico offshore, genererà diverse reazioni e conseguenze. Tra queste, secondo gli osservatori del settore, il rischio serio è che potrebbe incoraggiare azioni legali contro progetti già approvati. C’è chi ha intenzione di proseguire sulla strada intrapresa. «La California rimane impegnata e sulla buona strada per rendere l’eolico offshore una parte fondamentale del suo crescente portafoglio di energia pulita. Come settore, siamo concentrati e andiamo avanti con ciò che sta facendo progredire l’eolico offshore in California, e in questo momento la maggior parte di ciò si sta verificando a livello statale». Lo ha dichiarato, il giorno successivo all’azione di Trump, la coalizione industriale Offshore Wind California. Secondo quanto rilevato, l’eolico offshore dello Stato ha compiuto passi importanti “per rendere disponibile questa importante risorsa di energia pulita”. I più notevoli sono stati la decisione della California Public Utilities Commission di stabilire un obiettivo intermedio fino a 7,6 GW entro il 2035-37 per l’approvvigionamento di energia eolica offshore su larga scala e l’approvazione “storica” da parte degli elettori della California di una proposta per un bond climatico da 10 miliardi di dollari che include 475 milioni di dollari per l’ammodernamento dei porti per l’eolico offshore galleggiante. Inoltre, California Independent System Operator, principale gestore della rete elettrica della California nel 2024 aveva svelato un piano per investire oltre 4,5 miliardi di dollari per potenziare il sistema di trasmissione dello Stato per l’energia eolica offshore. American Clean Power, associazione che rappresenta le imprese del settore dell’energia pulita, comprendendo le aziende dell’eolico, fotovoltaico, stoccaggio, che insieme generano il 15% dell’elettricità immessa nella rete, ha pubblicato una dichiarazione di opposizione alle misure “generalizzate” per “fermare o impedire lo sviluppo dell’energia eolica nazionale su terreni e acque federali”. La contraddizione tra gli ordini esecutivi incentrati sull’energia è netta: “mentre da un lato l’amministrazione cerca di ridurre la burocrazia e scatenare la produzione di energia, dall’altro aumenta le barriere burocratiche, indebolendo lo sviluppo energetico nazionale e danneggiando le aziende e i lavoratori americani”. E aggiunge che la possibilità che il governo federale possa cercare di opporsi attivamente alla produzione di energia da parte di aziende americane su terreni privati “è in contrasto con il carattere della nostra nazione e con i nostri interessi nazionali”. 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