Fotovoltaico ed estetica: dai tetti ai solidi, la transizione energetica si concilia con l’estetica

Unire la finalità della produzione elettrica da fotovoltaico e l’estetica è possibile. Due aziende italiane propongono idee in grado di promuovere lo sviluppo della transizione energetica, conciliando funzionalità e attenzione al contesto esterno, ideali per amministrazioni pubbliche, ma anche per privati

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Fotovoltaico ed estetica: dai tetti ai solidi, la transizione energetica si concilia con l’estetica

Conciliare fotovoltaico ed estetica è un’opportunità di grande interesse, specie in un Paese come l’Italia, ricco di arte e di storia. Integrato sui tetti o in altre superfici per renderlo pressoché invisibile o conciliarlo in forme eleganti e collocabili anche in aree urbane di pregio, il fotovoltaico trova nuove vie per svilupparsi, attraverso idee interessanti e originali.

Due di sicuro hanno fatto bella mostra a KEY 2025. Si tratta di due soluzioni proposte da aziende italiane: in un caso il fotovoltaico si integra in forme tridimensionali, oggetti di design. Nell’altro prende forma in un sistema di coperture fotovoltaiche compatibili col paesaggio, per valorizzare l’estetica di edifici storici e contemporanei.

Fotovoltaico ed estetica: l’idea dei solidi geometrici solari

Combinare fotovoltaico ed estetica è un’opportunità, specie per l’Italia, primo Paese al mondo per siti patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco (ben 60).

Per conciliare transizione energetica e design è nata Dynamo Energies, marchio della società benefit italiana Verde 21, specializzata in soluzioni in grado di produrre e accumulare energie multi-sorgente.

Amerigo Della Pina - Dynamo Energies
Amerigo Della Pina – Dynamo Energies

Dynamo dà il nome al sistema fotovoltaico tridimensionale brevettato, unico e certificato che nasce – come ha illustrato il presidente e fondatore, Amerigo Della Pina – dalla consapevolezza di arricchire la proposta per la produzione energetica da fonti rinnovabili, com’è quella da fotovoltaico «che viene sistemato prevalentemente sui tetti o a terra, senza poter creare nessun tipo di valore aggiunto dal punto di vista dell’impatto paesaggistico e urbanistico».

L’idea alla base si sviluppa dalla creazione di solidi geometrici, che accolgono sulle proprie superfici pannelli fotovoltaici di ultima generazione, assicurando una produzione energetica maggiore rispetto a un impianto disposto su un’unica superficie.

Le strutture fotovoltaiche tridimensionali possono aumentare la densità di energia generata sfruttando l’altezza della struttura e riescono a coprire in modo più efficace la curva dell’autoconsumo energetico giornaliero.

Fotovoltaico, estetica e servizi: un’ottima soluzione per borghi e città

All’interno del solido geometrico è possibile inserire inverter, batteria di accumulo, pompa di calore, ma anche integrare una colonnina di ricarica per veicoli elettrici, «aggiungere un sistema di videosorveglianza o di allarme. Dynamo, quindi, assume una duplice veste: svolge produzione energetica ed eroga servizi». È un ruolo che ben si sposa con le esigenze di un’amministrazione pubblica.

Le possibilità sono varie, anche di inserire un LED wall per trasmettere contenuti e informazioni audio-video, alimentato dal fotovoltaico.

Gli sviluppi possibili di questi “solidi energetici”, oltre a conciliare fotovoltaico ed estetica, possono essere strumenti per dare avvio a comunità energetiche, ipotizza lo stesso Della Pina.

Il tetto è fotovoltaico, l’estetica è assicurata

Conciliare fotovoltaico ed estetica a partire dalle coperture con tegole e coppi è l’idea alla base del tetto fotovoltaico proposto da Phero, nome della realtà imprenditoriale nata nel 2024.

tetto fotovoltaico proposto da Phero
La tegola fotovoltaica di Phero

«La nostra finalità è proporre una soluzione per installare una fonte rinnovabile senza andare a intaccare il panorama circostante – ha spiegato Domenico Fittipaldi, amministratore dell’azienda –. Il brevetto, depositato nel 2022, si pone questo obiettivo e si concretizza sotto forma di un sistema composto da tegole e canaline».

Cuore tecnologico è il sistema VISEN (Visible Energy), che incorpora moduli fotovoltaici direttamente nelle tegole. Si tratta di un sistema brevettato. Phero, che ha partecipato al progetto, si occupa della rivendita.

Domenico Fittipaldi - amministratore delegato di Phero
Domenico Fittipaldi – Phero

In pratica, la copertura del tetto ospita la configurazione fotovoltaica. Le tegole sono poggiate su una rete di canaline in lamiera zincata che ospita la rete elettrica e i supporti meccanici su cui si fissano embrici e coppi. Ogni coppo è fissato alla canalina sottostante con uno speciale filo di ferro plastificato.

«Il sistema permette di contare su un tetto ventilato che presenta un vantaggio per il raffrescamento delle celle, in caso di alte temperature, e un tetto robusto e saldamente ancorato, calpestabile, impermeabile, resistente al fuoco».

Le configurazioni possono variare perché, a seconda anche del vincolo che bisogna superare, sia la parte piatta, quindi l’embrice, sia il coppo possono essere fotovoltaici o meno. «Il coppo può essere in terracotta, in metallo o anch’esso fotovoltaico. Ed è una soluzione unica perché, in condizioni di non trasparenza, riesce a garantire una resa ottimale», specifica Fittipaldi.

In questo sistema ogni singola tegola sviluppa una potenza da 16 a 30 Wp.

«Cerchiamo di proporre soluzioni innovative per i beni culturali. Questa tecnologia è stata applicata a Pompei dove in una domus c’era la necessità di rifare il tetto, di portare l’elettricità all’interno, e questa è stata una soluzione ottimale per la riproduzione di questa copertura», ha concluso l’amministratore di questa società, attiva nel campo dell’energia rinnovabile e della stampa e riproduzione artistica.

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