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Indice degli argomenti Toggle Fotovoltaico e finanziamenti: quali sono le intenzioni delle bancheIl decreto FER X dal punto di vista normativoFER X e bancabilitàIl punto di vista del mercato Per incentivare lo sviluppo del fotovoltaico, i finanziamenti necessari all’installazione di impianti sono fondamentali. Secondo lo scenario internazionale prospettato dal World Energy Investment 2024 della IEA (International Energy Agency), l’energia solare attirerà più investimenti di tutte le altre fonti di generazione di elettricità messe insieme, superando i 500 miliardi, sugli oltre 3mila miliardi destinati alla spesa energetica globale, superando gli investimenti combinati in tutte le altre fonti di produzione di energia elettrica. Ma non è semplice riuscire a individuare le misure possibili per contare su un sostegno efficace. In Italia «il mercato bancario è molto variegato e spesso gli sponsor fanno fatica a individuare la controparte più adatta alle loro esigenze», ha rilevato Maria Sabella, consigliere e coordinatrice del gruppo di lavoro Finanza di Italia Solare, in occasione di un evento, organizzato dalla stessa associazione, focalizzato sulle possibilità di finanziamento aperte per il fotovoltaico. Durante l’evento è stata presentata un’indagine di confronto sugli strumenti di finanziamento offerti dalle banche. Inoltre è stata anche l’occasione per trattare dell’ultima bozza dell’atteso Decreto FER X che intende sostenere la produzione energetica elettrica da rinnovabili “con costi di generazione vicini alla competitività di mercato”. Come? Attraverso la definizione di “un meccanismo di supporto che ne promuova l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità in misura adeguata al perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030”. Fotovoltaico e finanziamenti: quali sono le intenzioni delle banche Il gruppo Finanza di Italia Solare ha condotto una survey sugli istituti di credito, per comprendere intenzioni e forme di finanziamento possibili per il fotovoltaico. Gli istituti sono stati classificati per target di finanziamento di almeno 30 milioni di euro o inferiore questa cifra (quest’ultimo è potenzialmente adatto anche a impianti in auto-consumo). La prima indicazione utile, a proposito di fotovoltaico e finanziamenti, che emerge dall’indagine è il forte interesse da parte degli istituti di credito a continuare a finanziare progetti e impianti fotovoltaici, nonostante le incertezze dell’attuale contesto. La forma prevalente è quella del project financing, mentre è molto limitata quella del leasing. Tutte le banche hanno mostrato disponibilità e apertura verso un finanziamento ponte in fase di costruzione e valutano anche finanziamenti relativi a progetti fully merchant, ovvero senza alcun tipo di PPA (power purchase agreement, accordo di acquisto di energia) a lungo termine. Nell’analisi al dettaglio sui principali termini di finanziamento, nel caso delle banche del cluster di almeno 30 milioni, si è fatta notare la disponibilità a finanziare anche impianti su copertura, in alcuni casi disponibilità a finanziare le comunità energetiche rinnovabili, e la necessità di individuare uno strumento ad hoc per progetti relativamente piccoli (500-1000 kW). Nel caso, invece, delle banche che hanno come target di finanziamento anche importi inferiori a 30 milioni, si è ravvisata la disponibilità a finanziare anche in fase di costruzione. Tuttavia, alcune banche hanno fatto presente la necessità di avere una tempistica di allaccio ravvicinata per evitare periodi di pre-ammortamento insostenibili. Il decreto FER X dal punto di vista normativo A proposito di fotovoltaico e di finanziamenti, c’è molta attesa sul Decreto FER X. È il provvedimento attuativo che stabilisce le modalità e le condizioni in base alle quali possono accedere al meccanismo di supporto gli impianti solari fotovoltaici (oltre a quelli eolici, idroelettrici e agli impianti di trattamento di gas residuati dai processi di depurazione). In questi giorni circola una nuova bozza, approvata in conferenza unificata, ma sulle tempistiche c’è ancora incertezza. Su di essa ha parlato Emilio Sani, avvocato e coordinatore del gruppo di lavoro Legislazione e consigliere di Italia Solare. Capitolo tempistiche: «l’approvazione del decreto non sarà a lungo termine perché le interlocuzioni con l’Unione Europea sono avanzate, quindi ritengo probabile che per la fine dell’anno, forse anche prima, si avrà il decreto. Successivamente, il GSE avrà tempo 90 giorni per stabilire le proprie regole e 30 giorni per fare l’asta. La speranza, quindi, è di arrivare a un’asta ad aprile. Per quanto riguarda gli impianti inferiori a 1 MW, potranno iniziare i lavori non appena uscirà il decreto». La condizione fondamentale è non cominciare prima, altrimenti non si potrà percepire l’incentivo. C’è un altro aspetto da considerare: entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, l’ARERA provvederà a definire i prezzi di aggiudicazione per gli impianti di potenza inferiore o uguale a 1 MW che accedono direttamente al meccanismo di supporto. Dovrà, quindi, stabilire la tariffa incentivante. «Chi inizia i lavori, lo farà senza conoscerla. È un atto di fede a mio avviso ipotizzabile, perché si può immaginare che la tariffa incentivante non sarà distante da quella prospettata nelle bozze circolate in precedenza», ha rilevato il legale. FER X e bancabilità Riguardo ai temi di bancabilità, Sani ha fatto notare una novità: «in precedenza era previsto che, in caso di prezzi negativi o di tagli della produzione, venisse ripagato immediatamente un indennizzo per la produzione mancata, ora invece tale indennizzo per la produzione mancata sarà pagato alla fine del periodo incentivante. Ritengo che non farà venire meno la bancabilità, ma probabilmente richiederà qualche piccolo aggiustamento alla struttura del finanziamento perché si dovrà prevedere, nella durata dello stesso finanziamento, anche la possibilità di recupero del periodo perso in corso di incentivo per i prezzi negativi e per il taglio della produzione che può verificarsi». Sul rischio di non ottenere la tariffa incentivante, il legale si è detto ottimista: «i rischi sono relativamente bassi in quanto i criteri sono laschi. A mio avviso, le banche possono considerare di iniziare a finanziare la costruzione anche se l’assegnazione degli incentivi verrà più avanti». Infine, nell’ultimo testo del FER X, non ci sono più i coefficienti locazionali. Questo potrebbe aiutare a contare su contingenti di gara più cospicui. Il punto di vista del mercato Qual è, invece, la percezione di chi opera nel mercato dell’energia? Secondo Stefano Cavriani, fondatore e direttore di EGO Energy, nonché cordinatore del gruppo di lavoro Mercato e PPA (Power Purchase Agreement) di Italia Solare, «non dobbiamo dimenticare che il FER X sarà un virtual PPA», riferendosi all’accordo per l’acquisto di energia virtuale. «Non è un incentivo, non è uno schema incentivante, è tecnicamente un PPA virtuale che il produttore va a stipulare con una controparte (nel caso specifico, il GSE)». Lo stesso Cavriani ha spiegato che un virtual PPA, per definizione, è un contratto finanziario, non fisico. «L’energia che l’impianto produrrà e dovrà immettere in rete, dovrà comunque essere venduta con un contratto parallelo nel quale servirà dunque gestire il dispacciamento dell’impianto a un trader. In parallelo a questo, sicuramente, questo contratto di vendita dell’energia dovrà essere a prezzo variabile, indicizzato alla Borsa Elettrica (il cosiddetto mercato del giorno prima)». In parallelo, l’impianto avrà un contratto finanziario, cosiddetto Contract for Difference (CfD), a due vie, per regolare i differenziali di prezzo nelle due direzioni con il GSE. «Invito a prestare attenzione al concetto di mercato, anche parlando di FER X, per almeno due motivi. Innanzitutto, perché tale decreto consente, se si vuole, una gestione ibrida: l’impianto può gestire tutta la propria produzione con il virtual PPA, oppure solo una parte. Inoltre, FER X è – per definizione – un meccanismo competitivo, quindi anche in questo caso c’è un mercato. La differenza è che non si andrà ogni giorno sul mercato e vendere l’energia o, eventualmente, fissare il prezzo con un contratto bilaterale per uno o due anni. La differenza è che si andrà a fissare il prezzo per vent’anni. Il momento in cui accade questo è l’asta del GSE». In essa il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha creato un meccanismo tale per cui, «se c’è poca offerta, il GSE ridurrà il contingente e taglierà il 5% più caro. Se c’è, invece, abbondante offerta, amplierà il contingente. Qualora ci sia abbondante offerta, e quindi maggiore competizione, e il prezzo sia più basso, non ci sarà limite in basso, mentre in alto c’è il cosiddetto prezzo di esercizio superiore». Quest’ultimo rappresenta il valore necessario per assicurare adeguata remunerazione agli impianti che accedono alle procedure competitive di cui al presente decreto in caso di condizioni di costo particolarmente elevate. Insieme al prezzo di esercizio inferiore, rappresenta la novità della bozza del Decreto. Nell’ultima versione il prezzo di esercizio superiore è fissato a 95 €/MWh, quello inferiore a 65 €/MWh. «L’importante è concepire FER X come un meccanismo competitivo in cui, in esito a un’asta, ci sarà un’aggiudicazione. Dal punto di vista dell’acquirente (GSE) l’obiettivo è acquistare al prezzo più basso possibile. A mio parere, l’aspetto più interessante per chi sviluppa dei progetti e anche per chi li deve finanziare, è guardare sempre alla competitività della propria energia», ha rilevato Cavriani. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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