Il fotovoltaico italiano è vivo: lo conferma la Rete Italiana per la ricerca e l’innovazione

La seconda conferenza della Rete italiana del fotovoltaico è stata l’occasione per toccare i temi sul presente e sul futuro ed evidenziare il contesto, complesso ma ricco di opportunità, entro cui si muovono ricerca e industria.

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Il fotovoltaico italiano è vivo: lo conferma la Rete Italiana per la ricerca e l’innovazione

Se serviva una conferma, è giunta da Bolzano: il fotovoltaico italiano è vivo, ora più che mai. Alla seconda conferenza della Rete italiana del fotovoltaico per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, andata in scena al NOI Techpark, si sono dati appuntamenti diversi esponenti di spicco della ricerca italiana attiva sull’energia solare, e anche diversi protagonisti del mondo industriale italiano.

Organizzata quest’anno da Eurac Research, ha riunito circa 250 persone in rappresentanza di aziende, professionisti, associazioni e centri di ricerca attivi nel settore del solare.

Il fotovoltaico alla prova del futuro, tra scenari e investimenti

Si va verso uno scenario 100% rinnovabili: è uno scenario fattibile, ha confermato Christian Breyer, docente di Economia solare presso l’Università finlandese LUT, membro di ETIP PV, IEA-PVPS e uno dei più importanti esperti al mondo nella modellizzazione di sistemi energetici totalmente rinnovabili, intervenuto virtualmente all’appuntamento italiano. In esso il fotovoltaico sarà fondamentale. D’altronde, sta già recitando un ruolo da protagonista, e lo si nota dai recenti dati contenuti nel report IEA sugli investimenti energetici. In esso si legge che nel 2024 gli investimenti in rinnovabili saranno doppi rispetto a quelli sui fossili: sui 3mila miliardi di dollari, quelli destinati alle FER si stima raggiungeranno 2mila miliardi. Gli investimenti nel solare fotovoltaico sono destinati a superare tutte le altre tecnologie di generazione messe insieme, superando i 500 miliardi di dollari.

Uno momento della conferenza della Rete italiana del fotovoltaico di giugno 2024
Uno momento della conferenza della Rete italiana del fotovoltaico. Img by ETA Florence

Il fotovoltaico ha già raggiunto 1,6 TW di capacità installata nel 2023 e le previsioni del team di ricerca coordinato da Breyer guardano al 2050 a più di 60 TW. «Si prevede di arrivare a 10 TW totali nel 2031-2033», ha affermato David Moser, in apertura della conferenza, illustrando gli scenari attesi – anche in tema di decisioni europee per il settore, prima tra tutte il Green Deal Industrial Plan – ha ricordato il ruolo dell’ETIP Photovoltaics, piattaforma europea di tecnologia e innovazione per il fotovoltaico, nella cui recente sessione ha messo in luce il ruolo cruciale della tecnologia solare nel trasformare dei sistemi energetici. «Dal punto di vista tecnologico, siamo pronti per inserire tutte queste rinnovabili nella rete, ma comunque c’è ancora parecchio da fare dal punto di vista di policy framework e normativo».

Fotovoltaico italiano ed europeo: protagonista o gregario nella transizione energetica?

Proprio sul ruolo del fotovoltaico nella transizione energetica hanno espresso la loro opinione alcuni dei protagonisti del mondo del solare: Marina Foti, responsabile dell’Advanced Technology Development di 3Sun, società di Enel Green Power dedicata alla realizzazione della prima gigafactory italiana e uno dei più grandi impianti di produzione fotovoltaica in Europa; Nicola Baggio, Technical and special projects director di FuturaSun, unica realtà italiana a produrre in Cina e che si appresta a importanti operazioni sia nella Repubblica Popolare che in Italia per la produzione di pannelli fotovoltaici; Paola Delli Veneri, responsabile della divisione Solare Fotovoltaica di ENEA; Michele Torri, presidente e Ceo di Torri Solare Group; Nicola Tomasone, head of project management di Regalgrid Europe e Federico Fazi, business development di EF Solare Italia.

Uno momento della conferenza della Rete italiana del fotovoltaico di giugno 2024
I protagonisti della conferenza Rete italiana del fotovoltaico

A partire da quali siano i principali elementi di sfida nell’avviare una gigafactory sul fotovoltaico in Italia fino a mettere in evidenza gli spazi di opportunità creati da agrivoltaico e comunità energetiche, oltre che dalla digitalizzazione, sono stati diversi gli aspetti da considerare e le complessità che non mancano certo.

Su tutte, una questione: c’è ancora spazio per la produzione del fotovoltaico in Italia? «Secondo voi c’è spazio per produrre automobili? Abiti? Attrezzature per lo sport? Macchine automatiche?», ha risposto Michele Torri, ponendo la necessità di puntare sulla qualità, di alta gamma. «L’anno prossimo immetteremo sul mercato circa 40MW, se producessimo automobili ci posizioneremmo indicativamente tra lo share di mercato di Porsche e quello di Tesla. Mi sembra un confronto più che sufficiente per sostenere che in Italia si può investire ed anche produrre, certo mantenendo il collegamento con le filiere globali e soprattutto sviluppando il proprio segmento di riferimento, come accade appunto in mercati storici e molto più maturi».

Nicola Baggio ha, invece, evidenziato, la criticità entro cui muoversi, a partire dal contesto normativo e burocratico: c’è bisogno forse, di più esperti di giurisprudenza nel campo del fotovoltaico, proprio per dirimere le molteplici questioni aperte dalle recenti decisioni in materia, dall’agrivoltaico al Decreto FERX.

In ogni caso, e lo ha messo in evidenza bene Paola Delli Veneri, la ricerca italiana è dinamica e crea sempre più spazi e opportunità per crescere e competere in un orizzonte globale complesso; le occasioni, spaziando dalle comunità energetiche all’agrivoltaico, ci sono e anche soluzioni per monitorare e ottimizzare consumi, a partire dalla digitalizzazione.

La ricerca italiana c’è su: fotovoltaico del futuro, impiego dell’AI, alternative al silicio

La due giorni di eventi, nata per creare occasioni e punti di contatto tra ricerca e industria del fotovoltaico italiano, ha posto al centro le soluzioni allo studio nei centri di ricerca italiani per il futuro della tecnologia solare. Si è trattato ampiamente di perovskite e dell’impiego di tecniche di machine learning per la selezione intelligente di componenti utili per creare celle solari a base di perovskite, come pure di soluzioni alternative e complementari che guardano alla kesterite o al seleniuro di antimonio, o al nuovo fotovoltaico a film sottile spettralmente selettivo organico e inorganico.

La ricerca italiana c’è su: fotovoltaico del futuro, impiego dell’AI, alternative al silicio

C’è stato spazio e occasione per comprendere gli avanzamenti promettenti dell’industria, tra queste Solertix (acquisita da FuturaSun nel 2023) che ha annunciato – attraverso il proprio CTO, Francesco di Giacomo – la volontà di avviare la linea di produzione di moduli tandem silicio-perovskite in Italia a partire dal 2027.

Il nuovo Lab avanzato di prototipazione di moduli fotovoltaici

A conclusione della conferenza per la Rete del fotovoltaico italiano è stato inaugurato al NOI Techpark di Bolzano, il nuovo laboratorio di prototipazione di moduli fotovoltaici avviato da Eurac Research, organizzatore dell’evento. Il lab permetterà di fabbricare prototipi di moduli fotovoltaici e di determinarne l’affidabilità. Inoltre, è pensato per supportare le aziende nello sviluppo di moduli fotovoltaici fuori standard.

L’avvio di questo laboratorio intende consentire un rapido screening dei vari componenti e materiali che entrano nella composizione dei moduli solari. La fabbricazione interna dei moduli solari permette, inoltre, di controllare la composizione di ciascun modulo, facilitando così l’identificazione delle cause del degrado osservato sul campo durante il monitoraggio esterno.

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