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Indice degli argomenti Toggle Efficienza energetica: cosa chiede la Direttiva Case greenIl ruolo dell’automazione: soluzioni per aumentare l’efficienza energeticaGli interventi per adattarsi a quanto richiesto dalla normativaI vantaggi offerti dagli edifici intelligenti La Direttiva Europea n. 2024/1275 del 24/04/2024, pubblicata in GUUE Serie L 08/05/2024 e nota come Direttiva “Case Green”, ha introdotto diverse significative novità in ambito di efficienza energetica. La direttiva EPBD già da anni aveva delineato un chiaro percorso di efficientamento del parco edilizio europeo, ma ora si rendono più stringenti le richieste a tutti Paesi membri, passando anche dal concetto di edifici a energia zero a edifici a emissioni zero. Si parla di riqualificare gli edifici esistenti, energia rinnovabile e mobilità sostenibile. L’obiettivo è di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, passando per alcuni importanti traguardi intermedi. In Italia non sono mancate le perplessità a seguito dell’approvazione del testo definitivo in quanto l’impatto risulta essere significativo. Secondo l’Istat, infatti, sui 12 milioni di edifici presenti in Italia, circa 1,8 milioni dovrebbe essere oggetto di riqualificazione nei prossimi anni. Un tema che apre alcuni spunti di riflessione relativi anche agli investimenti necessari per garantire quanto richiesto dalla direttiva. Efficienza energetica: cosa chiede la Direttiva Case green L’obiettivo della Direttiva Case Green è quella di intervenire sugli edifici più energivori e migliorare le prestazioni complessive del patrimonio edilizio europeo. Nello specifico, la priorità dovrebbe riguardare il 15% degli edifici più energivori di ogni stato membro. Si parla, quindi, di quelli classificati in Classe G. Ovviamente l’attenzione non è posta solo sull’esistente, ma è chiaro che riveste il ruolo più delicato all’interno dei piani predisposti. Entrando nel merito di quanto richiesto, il testo prevede dei requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici esistenti oggetto di ristrutturazione, la realizzazione di edifici nuovi a zero emissioni, la crescita delle energie rinnovabili e, in particolare, dell’integrazione dell’energia solare negli edifici. Si parla, poi, di passaporti di ristrutturazione, mobilità sostenibile e ricarica veicoli, oltre che di piani nazionali di ristrutturazione degli edifici, che ogni stato dovrebbe sviluppare proprio per illustrare come intende raggiungere il target posto. Il ruolo dell’automazione: soluzioni per aumentare l’efficienza energetica Oltre a quanto indicato nel paragrafo precedente, nella Direttiva è specificato che il testo si applica anche agli “edifici intelligenti” (art. 1, comma 2, lett. j), tanto che, quando viene approfondito nell’Allegato II il modello per i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici, si chiede di stendere una rassegna delle politiche e delle misure da attuare, tra le quali è prevista anche la promozione di tecnologie intelligenti. Ma il testo va oltre e introduce un nuovo e interessante tema, ossia quello della misura della prontezza di un edificio all’intelligenza, tramite un nuovo indicatore (Smart Readness Indicator) che, una volta calcolato, riesce ad esprimere la capacità di un edificio adattare il proprio funzionamento a seconda delle esigenze, di risparmiare energia e di migliorare attraverso dispositivi interconnessi e intelligenti. Nel testo si legge: “La metodologia considera tecnologie come i contatori intelligenti, i sistemi di automazione e controllo degli edifici, i dispositivi autoregolanti per la regolazione della temperatura dell’aria interna, gli elettrodomestici integrati, i punti di ricarica per veicoli elettrici, l’accumulo di energia nonché le funzionalità specifiche e l’interoperabilità di tali sistemi, oltre ai benefici per le condizioni climatiche degli ambienti interni, l’efficienza energetica, i livelli di prestazione e la flessibilità così consentita.” Oltretutto, è chiarito che anche la metodologia di calcolo della prestazione energetica di un edificio dovrebbe includere, “oltre alle prestazioni termiche, altri fattori, tra cui anche i sistemi di automazione e controllo dell’edificio. Gli interventi per adattarsi a quanto richiesto dalla normativa Gli interventi richiesti essere conformi a quanto previsto dalla nuova direttiva sono diversi e riguardano in modo complessivo il sistema edificio. Dall’involucro, agli impianti, infatti, le azioni da mettere in campo hanno obiettivi quali aumentare l’efficientamento energetico e l’innovazione tecnologica, favorire l’utilizzo di energia rinnovabile e ridurre l’impatto ambientale dell’immobile. Una vera e propria sfida per tecnici, progettisti e imprese produttrici protagoniste del mercato edile, chiamati a mettere in campo competenze e nuove soluzioni ad hoc per molti edifici. Con particolare attenzione al tema dell’impiantistica, va sottolineato come le tecnologie per gli smart building e la smart home possono favorire sia l’efficientamento degli impianti, che la riduzione delle emissioni. Questo significa che i principali interventi riguardano sicuramente la sostituzione di impianti vetusti e inadeguati, ma anche e soprattutto l’integrazione e l’ottimizzazione di tutti i sistemi. Scelte le soluzioni impiantistiche per la climatizzazione, l’illuminazione e la ventilazione meccanica controllata più efficienti per l’edificio oggetto di riqualificazione, si possono integrare tecnologie quali: Sensoristica, per la rilevazione costante di parametri ambientali quali la temperatura, l’umidità, la quantità di luce, la presenza di inquinanti nell’aria. Sistemi di gestione centralizzati, con software specifici, a cui connettere tutti gli impianti e i dispositivi installati, assicurando un controllo avanzato di ogni sistema. Soluzioni per il monitoraggio dei consumi, in grado di verificare il corretto funzionamento di ogni impianto e rendicontare in merito all’energia consumata, conservando anche uno storico di dati e informazioni. Negli edifici di maggiori dimensioni o non residenziali, la soluzione migliore per efficientare l’installazione di quanto descritto è il cablaggio dell’impianto elettrico. In realtà, non è l’unica strada, in quanto è possibile ricorrere esclusivamente alle potenzialità dell’Internet of Things, realizzando, ad esempio, una smart home. Si tratta di una soluzione applicabile in qualsiasi edificio e in ogni momento, proprio perché sfrutta la capacità dei singoli dispositivi di connettersi alla rete e comunicare tra loro e con l’utente, senza che siano necessari interventi più strutturali. È chiaro che trova applicazione solo in determinati contesti, di minori dimensioni e principalmente domestici. In ogni caso, la scelta corretta è quella di valutare nel dettaglio le necessità degli utenti, le dimensioni e la tipologia dell’edificio e gli obiettivi posti a livello di riqualificazione, così da investire in modo consapevole ed efficace sulla miglior soluzione. I vantaggi offerti dagli edifici intelligenti Le soluzioni descritte, per quanto riassunte in macrocategorie, permettono di automatizzare il funzionamento degli impianti, favorendo efficienza energetica, risparmio energetico, comfort interno e massima sicurezza. Di pari passo, deriva anche un maggior sostenibilità economica, con una riduzione dei costi per il funzionamento degli impianti. Sulla base delle specifiche esigenze degli occupanti e delle condizioni ambientali rilevate, infatti, ogni impianto viene attivato e regolato in modo puntuale e automatico. Una strategia che permette di ridurre al massimo gli sprechi. Oltretutto, è possibile conoscere sempre in tempo reale le condizioni operative di quanto installato, monitorando i consumi, ma anche intercettando eventuali guasti e malfunzionamenti. Ciò significa agevolare e ottimizzare anche gli interventi di manutenzione, con un costo di gestione dell’impianto nel suo intero ciclo di vita più contenuto. Cresce, di conseguenza, anche il valore immobiliare dell’edificio, evoluto e perfettamente allineato alle richieste del mercato contemporaneo. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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