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Indice degli argomenti: Il contributo del verde Lo stato dell’arte I benefici ambientali Il valore economico La strategia L’Italia è oggi il secondo tra i grandi paesi europei per copertura forestale, con 11,4 milioni di ettari e il 38% della sua superficie territoriale. Ogni anno le foreste italiane sottraggono dall’atmosfera circa 46,2 milioni di tonnellate di CO2 (anidride carbonica), che si traducono in 12,6 milioni di tonnellate di carbonio accumulato. Il carbonio organico accumulato nelle foreste italiane è pari a 1,24 miliardi di tonnellate, corrispondenti a 4,5 miliardi di tonnellate di CO2. Questi alcuni dei dati del rapporto ‘Boschi e foreste nel Next Generation EU. Sostenibilità, sicurezza, bellezza’ messo a punto da Fondazione Symbola, in cui viene messa in evidenza “l’importanza di una gestione forestale sostenibile nella transizione verde europea e nel contrasto alla crisi climatica”. “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può avere nei boschi e nelle foreste uno dei suoi punti di forza – osserva il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci – a partire da un’alleanza tra pubblico, privato, comunità e cittadini. Gli alberi riducono una parte delle emissioni di CO2, danno più qualità e abbattono l’inquinamento nelle città, possono rafforzare la filiera del legno importante per il made in Italy. La quota più rilevante del Next Generation UE (il 37%) è proprio destinata alla transizione verde”. Il contributo del verde In città le piante possono ridurre le temperature e rimuovere ozono e polveri sottili; quest’ultime in gran parte responsabili di 60mila morti premature che ogni anno avvengono in Italia a causa dell’inquinamento atmosferico. Foto di Oscarg510 da Pixabay Si tratta – viene spiegato – di un contributo dei boschi e delle foreste italiane alla sostenibilità e alla sicurezza destinato a crescere con la piantumazione nei prossimi 10 anni di più di 200 milioni di alberi come propria spinta nazionale alla ‘Strategia europea per la biodiversità 2030’, che prevede di piantare 3 miliardi di alberi nei Paesi dell’Unione. Lo stato dell’arte In poco meno di 30 anni la superficie boschiva italiana ha registrato una crescita del 20%, passando da 9 milioni di ettari del 1990 agli attuali 11,4 milioni. Con il 38% della superficie nazionale coperta da boschi l’Italia è al secondo posto tra i grandi paesi europei per copertura forestale dopo la Spagna 55,4%; davanti a Germania 32,8%, Francia 32,1% e Gran Bretagna 13,1%. Foto di Valiphotos da Pixabay A fronte di una media Ue del 33%. Inoltre nel periodo tra il 1990 e il 2015, l’Italia ha registrato una crescita annuale media di superficie forestale dello 0,8%, seconda a quella della Spagna (1,2%), davanti a Francia (0,7%), Gran Bretagna (0,5%) e Germania (0,04%), con la media Ue allo 0,4%. Più del 32% delle foreste italiane sono custodite da aree protette; in Europa la media è del 24%. I benefici ambientali Il carbonio organico accumulato nelle foreste italiane è pari a 1,24 miliardi di tonnellate, corrispondenti a 4,5 miliardi di tonnellate di CO2. Le foreste italiane sottraggono ogni anno dall’atmosfera circa 46,2 milioni di tonnellate di CO2, che si traducono in 12,6 milioni di tonnellate di carbonio accumulato. Secondo il panel di scienziati che studiano il clima su mandato delle Nazioni Unite, l’Ipcc, la gestione forestale sostenibile rappresenta il più importante strumento di mitigazione grazie all’assorbimento, all’immagazzinamento negli stock di biomassa e alla sostituzione di prodotti fossili con prodotti legnosi. Foto di 5598375 da Pixabay Se il patrimonio forestale fosse gestito correttamente e non abbandonato, l’immagazzinamento del carbonio crescerebbe del 30%. Inoltre, se aumentassimo l’utilizzo del legno in tutti gli edifici pubblici (50% modello francese) si avrebbe per ogni kg di legno impiegato una riduzione media di 1,2 kg di carbonio, dovuto al mancato utilizzo di materiali ‘carbon intensive’, come cemento e acciaio. Il valore economico L’Italia con oltre 10 miliardi di dollari è terza al mondo per saldo della bilancia commerciale nel legno arredo dopo la Cina con 92 miliardi e la Polonia con 11 miliardi; ed è al quarto posto in Europa per la produzione di edifici prefabbricati in legno. Attualmente oltre l’80% del fabbisogno di legno è coperto dall’importazione, per un valore complessivo di 3 miliardi di euro, un valore che ci rende secondi importatori netti in Europa dopo il Regno Unito. L’Italia importa quasi 70 milioni di metri cubi equivalenti così suddivisi: 3,2 milioni di metri cubi di legname grezzo, 37,6 milioni di metri cubi equivalenti di prodotti semilavorati, 29,3 milioni di metri cubi equivalenti di paste e carta. Se facessimo piantagioni dedicate in grado di sostituire almeno il legname grezzo che importiamo, servirebbero 365mila ettari, mentre migliorando la gestione degli 783mila ettari dei boschi in grado di fornirlo, sugli 11,4 milioni di ettari che abbiamo, produrremmo più di 3 milioni di metri cubi annullandone così la necessità di import e generando un processo virtuoso a cascata sull’importazione di semilavorati. La strategia L’Italia è chiamata nei prossimi 10 anni a piantare più di 200 milioni di alberi come proprio contributo alla ‘Strategia europea per la biodiversità 2030, riportiamo la natura nelle nostre vite’ che prevede di piantare 3 miliardi di alberi nei Paesi dell’Ue. Un obiettivo perseguibile grazie alla Strategia forestale nazionale attenta alla pianificazione e gestione sostenibile delle risorse forestali. Ipotizzando almeno 100mila ettari di nuovi impianti e nuovi boschi, la sottrazione di CO2 dall’atmosfera aumenterebbe di 387mila tonnellate rispetto ai 46 milioni di tonnellate di CO2 che le foreste italiane rimuovono ogni anno dall’aria. Il settore florovivaismo occupa in Italia circa 200mila persone. Per soddisfare la richiesta di 200 milioni di piante nei prossimi 10 anni serviranno 25mila nuovi posti di lavoro stabili a cui si aggiungono 4mila posti per i primi 4 anni legati alle iniziali attività di piantagione e manutenzione (sfalcio, erba e irrigazione). “Abbiamo elaborato insieme a Federforeste la proposta di piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale – annuncia il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale, secondo l’indagine Coldiretti e Ixè, bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori”. 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