Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
La società contemporanea cambia costantemente e sempre più velocemente. L’evoluzione in atto negli ultimi decenni vede nell’architettura una certa difficoltà nella capacità di adattarsi al cambiamento, generando, specialmente in Italia, la problematica dell’abbandono delle strutture e dunque un eccessivo, ma non necessario, consumo del suolo. Questa evoluzione culturale ed economica pretende un sistema urbanistico vivace, capace di gestire l’adattamento della città ai cambiamenti sociali, flessibilizzando l’idea di “edificio” alle necessità di una popolazione in trasformazione. In questo discorso si inserisce pienamente il caso della Darsena di Ravenna, area produttiva portuale di 136ha collocata alle porte del centro storico della città, a dividerli la linea ferroviaria che collega Bologna e Ferrara a nord con Rimini a sud. Allo stato attuale, la Darsena risulta frammentata in oltre 40 aree (subcomparti) di proprietà privata, in cui si alternano stabilimenti produttivi, aree libere ed impianti dismessi. Con la costruzione del nuovo porto commerciale, più vicino al mare, inizia il declino della Darsena. Dalla fine degli anni ’80 infatti, le principali attività si trasferiscono nel nuovo porto o entrano in crisi. È da questa situazione che prendono forma le prime ipotesi di riutilizzo e recupero. Il progetto di tesi vuole dedicarsi al recupero e alla rigenerazione di queste aree, fondando le sue basi sulla conoscenza dell’intero background storico ed urbanistico. Indispensabile anche l’analisi del contesto socio-culturale ravennate, poiché questo ha permesso di capire in maniera chiara quali fossero i punti di forza su cui lavorare e i fabbisogni a cui dare risposta. Alle analisi territoriali si sono quindi aggiunte quelle riguardanti la società. È possibile notare la doppia natura della città: si ha una fascia costiera “balneare” e “naturale”, mentre l’area limitrofa al centro storico può essere classificata come “culturale”. La Darsena è un nodo strategico, poiché mette in contatto queste due “anime” della città, che possono valorizzarsi a vicenda. Il progetto urbano Entrando nel vivo dell’area di competenza, si può notare come a delimitare la Darsena nella direzione del centro storico vi sia la ferrovia, barriera fisica importante che alimenta la percezione di “luogo separato” dalla città. Sono inoltre presenti numerose recinzioni, i limiti catastali delle singole proprietà, che impediscono la vista e l’accesso al canale Candiano. Le poche aree che hanno subito una riqualificazione si concentrano vicino la stazione. L’urbanistica, negli ultimi decenni, si è interrogata su quale fosse il metodo migliore per riqualificare l’intera Darsena. L’ultima proposta è rappresentata dal POC Darsena 2010-2015 che invece di delineare precisamente il progetto dell’intera area, come hanno fatto i programmi di recupero precedenti, ha fornito per gli attori interessati alcune linee guida da rispettare riguardanti la mobilità, il verde e la definizione di aree tematiche. “Making Darsena” parte da qui, prevedendo la riqualificazione di un singolo sub-comparto. Prima si è però definito il cosiddetto “Progetto Urbano”, all’interno del quale si sono raccolti gli interventi puntuali ritenuti indispensabili per innescare la riqualificazione, alcuni di questi già proposti nel Bando Periferie 2016. Essi vanno a risolvere la mancanza di una connessione efficace tra la Darsena e il resto della città, migliorando anche i collegamenti interni. Il Progetto Urbano: 1. Prolungamento del sottopasso della stazione ferroviaria 2. Riqualificazione del sottopasso esistente e del Piazzale Aldo Moro 3. Intervento sulla banchina 4. Nuovo ponte pedonale IL SUB 11 L’azione è prevista su uno dei comparti della sponda Destra, in modo da potersi aggiungere al processo di riqualificazione già in atto. Il Sub_11, inoltre è uno dei pochi comparti che attraversa l’intero spazio tra Via Trieste e la banchina. La possibilità di aprire l’area consentirebbe di risolvere il problema di inaccessibilità alle acque del canale. Fondata nel 1905 come canapificio, nel 1970 la fabbrica passa alla produzione di sacchi in PVC e Polietilene. L’edificio è ora sede dello stabilimento Raviplast, cooperativa formata dagli operai dell’ex Pansac e al momento è ancora in corso l’attività produttiva; solo la stipula di un accordo fra proprietà e Comune di Ravenna in materia di delocalizzazione degli impianti produttivi e di definizione dei livelli occupazionali produrrà lo svuotamento dell’area. Schema 3D del Sub_11 Le costruzioni presenti sono estremamente eterogenee tra loro per materiali e tecniche costruttive, risultato di un’evoluzione costante della fabbrica. L’attività produttiva ancora in corso si concentra nello stabilimento Pansac centrale, mentre le altre parti sono dismesse o utilizzate come deposito di materiali. Alcuni edifici sono risultati particolarmente interessanti, dimostrando di avere un incredibile potenziale, una volta restituiti alla città. Fasi di intervento La strategia ritenuta più idonea ha portato alla suddivisione del processo di riqualificazione in tre principali fasi di intervento. Ciò consentirebbe di occupare gli spazi un po’ alla volta, stimolando interesse verso una riqualificazione completa progressiva. Agire per fasi permetterebbe di distribuire i costi nel tempo e di avere delle entrate in un tempo più recente rispetto a quanto non si avrebbe con una riqualificazione unitaria posteriore alla delocalizzazione dell’impianto, facendo delle fasi iniziali un volano per le riqualificazioni delle aree limitrofe e delle fasi successive. La riqualificazione progressiva per fasi FASE 1 INNESCO (2018-2023) | Lo stato di fatto vede la presenza attiva dello stabilimento produttivo. L’obiettivo è “innescare” la riqualificazione del comparto agendo sulle aree dismesse. FASE 2 POTENZIAMENTO (2023-2028) | Inizierà in seguito alla ricollocazione dell’attività produttiva, permettendo l’apertura dell’impianto con l’eliminazione delle recinzioni di proprietà. Le aree asfaltate convertite in aree verdi, formeranno un nuovo tassello di Parco delle Arti. Per quanto riguarda l’edificato, viene mantenuto lo stabilimento Pansac, mentre vengono demoliti magazzini e vecchie porzioni produttive. FASE 3 DENSIFICAZIONE (2028-2033) | Si potrà sfruttare l’intera capacità edificatoria concessa dal POC realizzando un nuovo edificio sviluppato in altezza. A questo punto tutta l’area risulterà riqualificata. La scelta delle funzioni Attorno alla Darsena si trovano quartieri prettamente residenziali, in cui non sono presenti spazi pubblici, ma solamente piccole attività commerciali. La prima tipologia funzionale da inserire riguarda i servizi ad uso pubblico. Questi oltre a creare un’attrattiva, influirebbero positivamente sul valore dei comparti limitrofi. Tuttavia, l’inserimento di sole funzioni pubbliche non risulta sufficiente, infatti per garantire un’attivazione completa dell’area 24h, è importante anche la presenza di residenze. Quale tipo di servizi? La vicinanza al centro storico inevitabilmente richiama ad un passato artistico e ad un valore culturale di estrema importanza. La predilezione verso attività di questo tipo è stata quasi obbligata. La scelta è ricaduta su un tema che a Ravenna ha fortissime radici culturali: l’artigianato. Le funzioni ad uso pubblico che troveranno spazio all’interno del Sub_11 sono: co-working, laboratori artigianali e FabLab, che possono connettersi alla rete di botteghe già presenti. L’artigianato risulta essere elemento positivo proprio perché parte dalla tradizione della città, ed essendo i FabLab aperti a tutti, si potrebbe creare una nuova polarità del “fare”, in collaborazione con le tantissime istituzioni culturali già presenti. Inoltre, molto forte risulta la connessione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, la cui sede si trova sempre in Darsena. A tutto ciò si aggiungono spazi dedicati alla vita sociale, all’organizzazione di eventi, aree sportive e tutto ciò che consente un miglioramento del benessere sociale. “Il quartiere dei giovani”. Il tipo di intervento vuole puntare su una popolazione giovane, maggiormente interessata a vivere in Darsena e più in sintonia con il carattere innovativo dell’area. Dalle analisi del mercato immobiliare risulta particolarmente richiesta la possibilità di contratto di breve periodo e a questa tipologia di residenze temporanee vengono associati gli studenti e i giovani lavoratori/ricercatori. Si è inoltre pensato di intercettare un turismo di tipo diverso, quello esperienziale, dove vengono offerti pernottamenti uniti alla possibilità di scoprire in prima persona l’arte e l’artigianato. Il progetto vuole quindi coprire queste esigenze attraverso l’introduzione di diverse tipologie di residenze, più o meno temporanee, distribuendole nelle diverse fasi di progetto. FASE 1 I servizi ad uso pubblico presenti prevedono la condivisione di spazi, attrezzature e idee. Non entra in gioco solo il fattore economico, la condivisione porta a favorire l’incontro tra professionisti e non, provocando nuove collaborazioni in un ambiente informale dove condividere significa migliorare. Si inseriscono anche residenze di tipo temporaneo. FASE 2 Sfruttando le archeologie industriali, viene potenziata l’offerta di servizi. Gli spazi dedicati all’artigianato si arricchiscono di nuovi laboratori per l’Accademia. Si propone nell’ex stabilimento produttivo un intervento leggero ed economico con l’inserimento di blocchi prefabbricati e/o container e di arredi flessibili. In questo modo, sarà possibile utilizzare lo spazio secondo esigenze sempre variabili. FASE 3 Il quartiere a questo punto è diventato di forte attrattiva, e più persone potrebbero essere propense ad abitarci. La funzione residenziale viene potenziata con l’aggiunta della formula fissa. La vendita andrebbe a coprire i costi delle fasi precedenti. FASE 1 – Il masterplan I due interventi di questa fase si trovano ai margini del comparto per “occupare” progressivamente l’area e anche se rimangono scollegati l’uno dall’altro vengono già pensati per poter essere uniti nelle fasi future. Il primo intervento riguarda la creazione di un nuovo parco di quartiere, nuovo ingresso in darsena, a disposizione degli abitanti per svolgere attività di svago e sportive. Il secondo intervento agisce sugli edifici dismessi affacciati sul canale. Il progetto Gli edifici dismessi di intervento sono due, una porzione vincolata da riqualificare e un blocco non vincolato in pessimo stato manutentivo per cui si propone la sostituzione edilizia. Il concept del nuovo edificio riflette la volontà di rendere permeabile l’area, da qui la decisione di proporre un piano terra trasparente e attraversabile (ospitante funzioni ad uso pubblico), che mette in comunicazione diretta la banchina con la nuova piazza interna. Il volume opaco superiore corrisponde invece alle funzioni più private. Le due “anime” del progetto sono in questo modo riconoscibili anche dall’esterno. La piazza verde La banchina è di proprietà demaniale, l’edificio si trova in corrispondenza del confine di proprietà. Si è scelto pertanto di mantenere un fronte lineare verso la banchina, mentre si potrà recuperare superficie utile sul lato sud, attraverso un sistema di volumi a sbalzo che si affacciano sulla piazza. Schemi di concept Al piano terra, nel blocco vincolato recuperato, si trova una sala polivalente, mentre nell’edificio nuovo trovano posto un ristorante con cucina a vista, un bar, il FabLab (lato banchina) e il coworking. Nell’area interna, tra il volume di nuova edificazione e il blocco produttivo, viene realizzata la nuova piazza verde, che diventa luogo di aggregazione e di incontro per lavoratori, residenti e visitatori occasionali. Non ci sarà solo il verde ma anche aree attrezzate destinate allo svago, ristoro e spettacolo. Pianta Piano Terra Al primo piano si trova il B&B, dove vengono proposti due tipi di camere. Le Standard, a sud, si caratterizzano per la loro forma allungata dovuta alla necessità di disporre il maggior numero possibile di stanze. Le camere Deluxe, a nord, alla zona notte aggiungono una zona living separata, che in estate può essere aperta diventando una loggia ventilata con vista sulla Darsena e centro storico. Al secondo piano si trovano gli appartamenti, pensati per un target di studenti e lavoratori in trasferta che hanno bisogno di trovare un alloggio economico, con una formula contrattuale più flessibile. La connessione interna è garantita dalla scala centrale, che oltre a connettere fisicamente i vari piani ha una vocazione fortemente collettiva poiché vi si trovano le aree comuni. La sostenibilità Le strategie energetiche passive adottate: Le serre solari, che creano un “buffer” tra il nuovo e l’antico; Un sistema di volumi a sbalzo e di logge permette di ombreggiare le vetrate presenti, garantendo un maggiore comfort interno nel periodo estivo; A sud, le serre solari apribili a cui si aggiunge un sistema di frangisole scorrevoli formano un sistema dinamico che si modifica a seconda delle esigenze stagionali; Le alberature a foglia caduca della piazza verde. Involucro e impianti L’involucro, ad alto isolamento termico, e le strategie energetiche passive hanno consentito di minimizzare gli impianti. Il calcolo dei fabbisogni termici è stato effettuato utilizzando il software ProCasaClima. Per il riscaldamento e raffrescamento viene adottata una pompa di calore idrotermica, scambiante calore con le acque del vicino canale Candiano, alla quale si aggiunge l’impianto di ventilazione meccanica controllata. Sulla base di queste considerazioni, sfruttando la copertura per l’installazione di pannelli fotovoltaici, è possibile coprire il 100% della domanda globale di energia elettrica dell’edificio, ottenendo una gestione energetica a costo 0. Fattibilità economica Sono state, infine, effettuate delle indagini di mercato per l’individuazione del valore di locazione di ciascuna tipologia inserita in fase 1, presumendo entrate economiche provenienti dalla gestione degli spazi. I ricavi e i costi previsti sono stati messi a confronto in un modello di Analisi Costi-Ricavi, prendendo un riferimento temporale di 25 anni. Il grafico mostra come al 20esimo anno di gestione del progetto si raggiunge un valore attuale netto positivo che dimostra la fattibilità del progetto. Conclusioni Approfondendo lo studio del Subcomparto 11, si è quindi sviluppata una strategia concreta di intervento, urbano ed architettonico, che possa servire come volano per la rigenerazione delle aree limitrofe. Attraverso lo studio di un piano diacronico (il makING Darsena), il progetto desidera pertanto creare un nuovo quartiere abitabile creativo, in cui l’inserimento di residenze e servizi – accanto alle attività produttive – ricerca l’attivazione del ciclo economico sul breve, medio e lungo periodo. In questo modo, e con l’approfondimento di uno studio impiantistico-energetico, si raggiunge una sostenibilità del processo sotto i punti di vista economico ed ambientale. _______________________________________________________________________ Titolo tesi di laurea: MAKING DARSENA. Progetto di riqualificazione di un comparto nella Darsena di Ravenna Relatori: prof.ssa arch. Laura Gabrielli; prof.ssa arch. Silvia Brunoro Correlatori: prof. arch. Marco Filippucci; prof. arch. Federico Arieti; prof. arch. Fausto Barbolini Dipartimento di Architettura Università degli studi di Ferrara Anno Accademico: 2016-2017 Approfondimento realizzato in collaborazione con Architettura>Energia, centro ricerche del Dipartimento Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
23/04/2025 Il settore energetico dell'UE guida la riduzione delle emissioni di gas serra nel 2023 Il 2023 ha rappresentato un anno di svolta per l’Unione Europea nella sua ambiziosa corsa verso ...
22/04/2025 22 aprile, Earth Day 2025: Our Power, Our Planet Il 22 aprile si celebra la Giornata della Terra 2025 con il tema "Our Power, Our ...
16/04/2025 Europa e crisi climatica: il report Copernicus 2024 conferma un continente sempre più fragile A cura di: Raffaella Capritti Il report Copernicus 2024 rivela un’Europa sempre più esposta alla crisi climatica: caldo estremo, alluvioni e ...
15/04/2025 Le città europee accelerano sugli investimenti per transizione ecologica e infrastrutture sociali Le città europee aumentano gli investimenti per transizione ecologica, edilizia sociale e infrastrutture resilienti.
14/04/2025 Tecnologie energetiche emergenti: tra slancio innovativo e incertezze di mercato Analisi delle tecnologie energetiche emergenti secondo l'IEA, tra progressi, rischi e necessità di investimenti.
12/04/2025 Green Energy Day: impianti rinnovabili aperti e visitabili 12 aprile, Green Energy Day: una giornata per capire l'importanza della transizione energetica andando a visitare ...
09/04/2025 Acciaio verde per una decarbonizzazione possibile e necessaria A cura di: Erika Bonelli Acciaio verde: pressioni industriali e inerzia politica possono rallentare la necessaria decarbonizzazione del settore.
02/04/2025 Rete elettrica UE: servono investimenti per evitare il blackout della transizione energetica La rete elettrica dell’UE è obsoleta e inadatta a sostenere la transizione energetica. Servono investimenti massicci, ...
01/04/2025 ISH 2025: digitalizzazione e sostenibilità per l'edilizia del futuro A cura di: Laura Murgia Tecnologia, innovazione e soluzioni intelligenti hanno caratterizzato ISH 2025, appuntamento imprescindibile per il settore HVAC.
31/03/2025 La Giornata internazionale Rifiuti Zero 2025 dedicata alla moda e ai tessuti A cura di: Fabiana Valentini Si celebra il 30 marzo lo Zero Waste Day 2025 che si concentra sul mondo della ...