Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
Indice: Canapa in edilizia: lavorazioni e prodotti. L’esempio nato in Puglia Canapa, dall’agricoltura all’edilizia un modello ecosostenibile Dal canapulo alla calce e canapa La canapa in edilizia torna a fare parlare (bene) di sé grazie a un progetto messo a punto in Puglia. Qui, nel raggio di pochi chilometri, si è creato un sistema di filiera “dal campo al cantiere” strutturato per passare dalla coltivazione alla prima trasformazione, all’ulteriore lavorazione per ottenere i prodotti necessari per l’edilizia, fino al loro impiego in cantiere nel nuovo complesso “Case nel verde” in via di costruzione a Bisceglie da Pedone Working. Lo ha perfezionato Bio Hemp Trade, realtà nata nel 2016, specializzata nella coltivazione della canapa in Italia con 600 ettari di campi coltivati. Il credo dell’azienda è che la diversificazione delle attività possa portare benefici a tutta la filiera, mirando a creare un portfolio di bio-prodotti, con la valorizzazione dei sottoprodotti, dei residui e degli scarti delle produzioni agricole e la creazione di nuove filiere produttive legate alla canapa grazie alla grande superficie colturale. Lo scorso ottobre ha inaugurato a Cerignola, alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate, il più grande centro di prima trasformazione della canapa attivo in Italia. Canapa in edilizia: lavorazioni e prodotti. L’esempio nato in Puglia Come viene lavorata la canapa per usi edili? Quali materiali edili vengono prodotti? Torniamo allora all’esempio di Bio Hemp Trade. «Nel nostro centro avviene la prima trasformazione delle rotoballe di canapa: dal fusto della pianta si ottengono i due materiali principali per le varie filiere: il canapulo e la fibra – spiega Pietro Paolo Crocetta, imprenditore e fondatore dell’azienda che ha sede a Bari – Grazie a questi materiali sarà possibile avviare anche nel nostro paese intere filiere industriali a base di canapa ad oggi non presenti nel nostro paese come quella della bioplastica, della carta o del tessile». Per ora la produzione di canapulo viene ulteriormente trasformata dall’azienda BioMat, che ne ricava tutti i materiali necessari alle varie lavorazioni in edilizia, sia per le ristrutturazioni che per le costruzioni ex novo, come il biomattone, e poi gli intonaci, i sistemi per tetti e massetti, i pannelli per il cappotto e quelli termoacustici. Nel processo lavorativo l’innovazione tecnologica è parte integrante: «innanzitutto per garantire gli standard necessari, tutto il processo è certificato. Ci siamo avvalsi della collaborazione di xFarm, azienda specializzata nella tecnologia in agricoltura, che ha sviluppato una piattaforma digitale sia per la parte agricola, quindi dal seme al raccolto, che serve ad ottimizzare la coltivazione e quindi ad esempio l’irrigazione tramite sensori o l’aiuto delle mappe satellitari nel monitorare lo sviluppo e che traccia tutte le attività agricole, compresi i prodotti utilizzati». Lo stesso è avvenuta per il centro di trasformazione, con un gestionale digitale, che traccia tutte le altre attività di trasformazione dalla pulizia all’essiccazione. In questo modo, oltre al supporto operativo, tutta la filiera è tracciata dal seme al prodotto finito, dando la possibilità di risalire al lotto di produzione o al campo dove è stata coltivata in modo da sveltire i controlli. Oltre alla collaborazione con Pedone Working, l’azienda pugliese sta valutando diversi progetti, afferma il fondatore di Bio Hemp Trade: «le potenzialità della canapa a livello industriale sono davvero molte. Di recente Bio Hemp Farming, che è il consorzio di cui facciamo parte insieme alla cooperativa agricola Palma d’Oro, ha ricevuto dal ministero della Salute la prima autorizzazione italiana a coltivare canapa, le cui infiorescenze saranno utilizzate per estrarre cannabinoidi e produrre farmaci presso un’officina farmaceutica autorizzata». Questo esempio mostra come in Italia per la canapicoltura sia un buon momento: «speriamo che la canapa si possa inserire nel Green New Deal di cui si parla molto a livello italiano ed europeo. Personalmente sono presente come portatore d’interesse al tavolo di filiera che è stato insediato di recente presso il Mipaaf, per cui speriamo ci siano tutte le condizioni per concertare insieme alle istituzioni competenti il rilancio definitivo di questa coltura, senza dimenticare tutti i vantaggi ambientali che la canapa e il suo utilizzo possono portare». Non bisogna dimenticare che se l’edilizia a livello globale incide per il 30/40% delle emissioni di CO2, la canapa dà vita all’unica filiera costruttiva carbon negative, che toglie cioè dall’ambiente più CO2 di quella che ne verrebbe immessa. «Quindi il nostro è un progetto dal forte valore ambientale, che mette davvero in pratica i principi dell’economia circolare, che può essere la base per una nuova economia sostenibile nel centro-sud», aggiunge Crocetta. Canapa, dall’agricoltura all’edilizia un modello ecosostenibile L’impiego della canapa in bioedilizia è una tendenza che si sta sviluppando, ma conta su una tradizione storicamente affermata. E se negli USA il mercato della canapa per impieghi industriali vale 177 milioni di dollari, l’Europa ha visto più che triplicata la superficie agricola destinata alla coltivazione, passando da meno di 10mila ettari del 2011 a quasi 35mila nel 2016. In Italia, segnala Coldiretti, i terreni coltivati nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte e oggi superano i 4mila ettari. Nel nostro paese si assiste a un progressivo incremento della coltivazione, sostenuto anche dalla legge 242/2016 pensata per promuovere la coltivazione della filiera agroindustriale. I vantaggi della coltivazione della canapa sono molteplici: estremamente resistente, è una pianta che cresce senza dover usare fertilizzanti, pesticidi o erbicidi e bonificare il terreno. La sua crescita così fitta annulla lo sviluppo di specie infestanti. Inoltre è ottima anche da coltivare su terreni ammalorati: infatti, è in grado di assorbire zinco e mercurio, sostanze inquinanti. Fra gli altri vantaggi sottrae CO2 dall’atmosfera e ossigena il terreno. Vale anche la pena di evidenziare che in fase di crescita la canapa cattura quattro volte la quantità di anidride carbonica immagazzinata mediamente dagli alberi. Dal canapulo alla calce e canapa Dal terreno all’impiego in edilizia mantiene intatte le sue proprietà. A partire dal canapulo, risultato della lavorazione del legno di canapa, che ha caratteristiche eccellenti in termini di proprietà isolanti termo acustiche, elevata igroscopicità e capacità di gestire l’umidità. È un materiale traspirante, permette così all’involucro di “respirare”, assicurando così un elevato grado di salubrità dell’aria. Al contrario di quanto avviene normalmente nel settore edile, energivoro, la filiera produttiva di canapa e calce sottrae più biossido di carbonio dall’ambiente di quanta ne verrebbe immessa lavorandola. Parliamo di calce e canapa perché si tratta di una sinergia naturale virtuosa: anche la calce, materiale derivato dal calcare e dalle ottime prestazioni, permette di realizzare vari prodotti per l’edilizia attenta all’ambiente. Articolo aggiornato – Prima pubblicazione 2019 Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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