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Indice degli argomenti Toggle Riduzione CO2: produrre energia in modo più greenEfficienza energetica e involucro edilizioDecarbonizzazione dell’edilizia: materiali sostenibiliChe cos’è la Carbon Footprint di un edificio La riduzione della CO2 è un obiettivo trasversale a diversi settori, dall’industria, ai trasporti, fino all’edilizia. Lo scopo è quello di ridurre l’impatto ambientale e combattere fenomeni quali i cambiamenti climatici, limitando in generale l’emissione dei gas climalteranti. Un tema decisamente attuale, per quanto i primi passi siano stati fatti a fine anni Novanta, con la sottoscrizione del Protocollo di Kyoto. Dal 1998 ad oggi sono diverse le misure messe in atto, tra cui incentivi per la produzione di energia rinnovabile, l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili e lo sviluppo di un’edilizia più efficiente. Uno sforzo che punta alla quota zero emissioni CO2 entro il 2050, con un obiettivo intermedio di una riduzione del 55% entro il 2030. Tutte le misure sono contenute nel pacchetto Fit For 55. Obiettivi ambiziosi che, anche in ambito edile, richiedono un discreto impegno per la riduzione dell’impatto ambientale degli edifici, sia nuovi che esistenti. A sottolineare l’importanza del tema, c’è anche lo sviluppo di strumenti come il Carbon Risk Real Estate Monitor dell’Unione Europea, che nasce per monitorare e incentivare la decarbonizzazione del settore real estate. Oltretutto, in Italia le potenzialità di miglioramento sono davvero significative, in quanto il parco immobiliare risulta particolarmente datato e, quindi, ampiamente migliorabile. Proprio per questo motivo sono nate anche tutte le misure di incentivazione per gli interventi di efficientamento energetico e recupero degli immobili esistenti. Riduzione CO2: produrre energia in modo più green Per la riduzione della CO2 in edilizia è fondamentale intervenire su diversi ambiti, tra cui indubbiamente quello energetico. Un edificio, infatti, consuma energia per poter funzionare e assicurare il comfort interno ai suoi occupanti. Il riscaldamento, il raffrescamento, la produzione di acqua calda sanitaria e il funzionamento dei dispositivi elettronici richiedono ogni giorno energia, che viene prodotta mediante impianti che possono presentare diverse criticità, tra cui inefficienza e ricorso a fonti fossili. Per ridurre la produzione di CO2 del settore delle costruzioni, quindi, è essenziale intervenire sulle soluzioni impiantistiche presenti nell’edificio. Ciò significa: Installare generatori di energia efficienti e commisurati al fabbisogno dell’edificio; Verificare e, in caso, riqualificare il sistema di distribuzione del calore; Optare per fonti rinnovabili di energia, con impianti in sito per l’autoproduzione. Le soluzioni tecnologiche per aumentare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre le emissioni di CO2 sono molte e il consiglio è sempre quello di rivolgersi ad un tecnico competente per la valutazione dell’impianto migliore. Tra i principali e i più noti esempi c’è l’installazione di pompe di calore, combinate con un sistema radiante a pavimento e un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. Ma questa non è l’unica strada e ogni soluzione va attentamente valutata. Efficienza energetica e involucro edilizio Per quanto non incidano in modo diretto sulla produzione di CO2 di un edificio, le caratteristiche della costruzione di un immobile possono fare la differenza per ridurre il fabbisogno energetico. Infatti, oltre a preferire l’energia rinnovabile e a produrre quanto necessario con impianti efficienti, l’obiettivo dovrebbe essere anche quello di ridurre i consumi. Il risparmio energetico, infatti, è tra le priorità dell’Unione Europea quando si parla di interventi sull’edilizia e obiettivi per il 2030 e 2050. Questo significa riqualificare l’involucro, sia opaco che trasparente. Isolamento termico e infissi ad elevate prestazioni diventano gli interventi principali per favorire una riduzione della domanda energetica dell’edificio, tanto che sono generalmente protagonisti delle opere di riqualificazione dell’esistente, insieme alla sostituzione dell’impianto per la climatizzazione. In conclusione, si adottano tutte le misure necessarie per ridurre il consumo di energia e costruire edifici che soddisfino quel poco di cui necessitano con impianti efficienti. Si collocano in questo ambito gli NZeb, gli edifici a energia quasi zero, e le case passive. Decarbonizzazione dell’edilizia: materiali sostenibili Ultimo, ma non per importanza, c’è il tema dell’impatto ambientale dovuto alle emissioni di CO2 causate dai processi di produzione e lavorazione dei materiali per l’edilizia. Infatti, applicando un approccio di ciclo di vita dell’edificio, è corretto prendere in considerazione anche tutti gli impatti imputabili a ogni suo componente, dall’estrazione delle materie prima, fino allo smaltimento di componenti e materiali. Questo significa valutare le emissioni “incorporate” in materiali e prodotti e riconducibili a fasi quali l’estrazione delle materie prime, i processi industriali produttivi, il trasporto e le modalità installazione, fino al loro successivo smaltimento, a seguito della demolizione dell’edificio o della loro sostituzione. Di conseguenza, per ridurre le emissioni si dovrebbero prediligere materiali locali e che non richiedono lunghi trasporti, ma anche naturali e non soggetti a processi inquinanti per la lavorazione e la produzione dei componenti da utilizzare in fase di costruzione. Infatti, queste attività richiedono anche il consumo di molta energia, che a sua volta causa emissioni di CO2. Un’altra importante attenzione riguarda l’uso di materiali provenienti da filiere improntate sull’economia circolare: materiali di recupero, riciclati e riciclabili sono più sostenibili di molti nuovi prodotti. Che cos’è la Carbon Footprint di un edificio Per conoscere davvero la quantità di emissioni di CO2 imputabili alla costruzione, all’uso e alla demolizione di un edificio è possibile ricorrere ad alcune metodologie di analisi, tra cui la Carbon Footprint. Come avviene per uno studio LCA, che valuta gli impatti ambientali imputabili a ogni fase, anche la Carbon Footprint può essere applicata all’intero edificio o a un singolo prodotto. La tendenza è quella di approcciare il tema con uno sguardo ampio, considerando tutto il ciclo di vita dell’edificio. L’impronta di carbonio, in sostanza, esprime l’impatto ambientale complessivo di un edificio in base alla quantità di emissioni di CO2 di cui è responsabile. Si tratta di un parametro, quindi, che misura in tonnellate di CO2 equivalente tutti i gas serra emessi, direttamente e indirettamente. Infatti, l’anidride carbonica non è la sola sostanza climalterante, ma si includono anche elementi quali ossido nitroso e idrofluorocarburi. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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