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Indice degli argomenti Toggle Che cos’è un’analisi LCALe informazioni che fornisce un’analisi LCA per scegliere i materialiAlternative alla valutazione LCA Scegliere i materiali edili in funzioni di valutazioni quali l’analisi LCA (Life Cycle Assessment) è un modo per assicurare la sostenibilità dell’edificio. L’edilizia di oggi deve essere necessariamente attenta al proprio impatto ambientale e, di conseguenza, anche la scelta dei materiali dovrebbe essere indirizzata da obiettivi “green”. Del resto, l’industria edile è responsabile di un elevato consumo di risorse naturali, emissioni di gas serra, della produzione di rifiuti e del consumo di energia, di conseguenza è fondamentale favorire una svolta sostenibile per il settore. Scegliere materiali a impatto ambientale ridotto, inoltre, permette anche di garantire sicurezza e benessere per le persone, in quanto nella maggior parte dei casi i più virtuosi da un punto di vista ambientale sono anche quelli soggetti a minori lavorazioni industriali e sono di origine naturale. I materiali sostenibili, poi, non richiedono rinunce in termini di prestazioni: vi sono prodotti performanti, durabili e resistenti. Infine, è necessario aggiungere che, molto spesso, i materiali sono definiti sostenibili anche in virtù della possibilità di essere riciclati, riutilizzati o recuperati. O ancora, si considera la loro provenienza, eventualmente proprio da un processo di riciclo o recupero. Si parla, quindi, di economia circolare. La domanda da porsi, a questo punto, è come valutare in modo complessivo tutte quelle caratteristiche e quei fattori che concorrono alla definizione della sostenibilità di un materiale. Vi sono diverse soluzioni e l’analisi LCA è proprio fra queste. Che cos’è un’analisi LCA Un’analisi LCA, ossia un’analisi del ciclo di vita di un materiale per l’edilizia è uno studio finalizzato a valutare l’impatto ambientale complessivo di quel prodotto, prendendo in considerazione tutte le fasi del ciclo di vita dello stesso. Uno studio LCA può essere condotto definendo i confini dell’analisi, che può essere parziale o completa rispetto alla vita dell’oggetto studiato, parlando così di analisi “dalla culla alla tomba”. Si parte dall’estrazione delle materie prime necessarie alla realizzazione del prodotto, fino all’ultima delle fasi, ossia quella dello smaltimento, dopo il suo utilizzo. In questo modo, è possibile comprendere completamente e dettagliatamente come un materiale influisce sull’ambiente. Le utilità di un’analisi LCA possono essere diverse: può interessare i produttori, alla ricerca di soluzioni progettuali utili ad aumentare la sostenibilità di un prodotto, ma anche il consumatore o i progettisti, che possono effettuare scelte consapevoli in fase di acquisto. Per questo motivo, è essenziale stabilire fin dal principio sia il perimetro dell’analisi, che gli obiettivi per cui la si conduce. Si devono poi identificare tutte le fasi del ciclo di vita, analizzando gli specifici processi produttivi, oltre che le fasi di uso e le modalità di smaltimento. Poste le basi per lo studio, è possibile raccogliere i dati relativi all’intero ciclo di vita del prodotto, valutando l’entità degli impatti in modo analitico. Si possono valutare le emissioni, il consumo di risorse naturali, l’inquinamento delle matrici ambientali e molto altro. I risultati devono essere interpretati, arrivando alle conclusioni dello studio e alla sua comunicazione. Per quanto riguarda i riferimenti normativi, è opportuno citare la UNI EN ISO 14040:2021 “Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Principi e quadro di riferimento” e la UNI EN ISO 14044:2021 “Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Requisiti e linee guida”. Le informazioni che fornisce un’analisi LCA per scegliere i materiali Un’analisi LCA permette di conoscere gli impatti ambientali associati alle diverse fasi di vita di uno specifico prodotto utilizzato in edilizia. Questo significa che è possibile valutare l’impatto ambientale generato dalla scelta di utilizzare quel prodotto all’interno di un progetto di costruzione o riqualificazione. È importante sapere, però, che l’analisi LCA non nasce per paragonare differenti prodotti, analizzati con studi nati con perimetri e scopi differenti, ma solo per sapere quanto uno specifico prodotto possa impattare sull’ambiente. Le informazioni fornite hanno l’obiettivo di indirizzare gli acquisti nell’industria edile, favorendo una maggior consapevolezza in merito ai materiali e ai componenti edilizi che si decide di utilizzare. Oltretutto, il tema del ciclo di vita è presente anche nel Nuovo Codice Appalti e poter contare su una valutazione completa degli impatti ambientali relativi ad ogni fase del ciclo di vita è fondamentale per i Criteri Ambientali Minimi. I CAM, del resto, hanno proprio lo scopo di individuare soluzioni progettuali e prodotti migliori da un punto di vista ambientale, rispetto all’offerta del mercato. Alternative alla valutazione LCA Lo studio LCA non è l’unica soluzione per valutare la sostenibilità di un prodotto per l’edilizia. Sono disponibili anche diverse etichette ambientali, che testimoniano la sostenibilità di un materiale. Lo scopo è sempre quello di comunicare in modo efficace le prestazioni di un prodotto, informando il mercato e favorendo una maggior consapevolezza di chi progetta, acquista o costruisce. Nessuna etichetta ambientale è obbligatoria e ne esistono di 3 diverse tipologie: Etichette ambientali di Tipo I, regolate dalla ISO 14024, come ad esempio il marchio Ecolabel, utilizzato per diverse tipologie di prodotti e che sono frutto di una certificazione da parte di un ente terzo; Etichette ambientali di Tipo II, secondo ISO 14021 e che includono diverse autodichiarazioni ambientali, come ad esempio il simbolo relativo al “riciclabile”; Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (tipo III), secondo ISO 14025, che si possono basare proprio su studi quali l’analisi del ciclo di vita (LCA), secondo requisiti definiti nelle PCR (Product Category Rules). In aggiunta, all’intero edificio si possono applicare anche dei sistemi di certificazione e valutazione complessivi, come ad esempio il protocollo LEED, che considera la sostenibilità ambientale dell’intera costruzione, per la quale concorrono anche i materiali scelti. Le etichette ambientali di prodotto, invece, hanno proprio l’obiettivo di comunicare al mercato in modo efficace i risultati ottenuti in materia di sostenibilità per il singolo prodotto. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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