Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
Indice degli argomenti Toggle Stufe a bioetanolo: cos’è e come funziona il riscaldamento senza canna fumariaIl bioetanolo è ecologico?Conviene una stufa a bioetanolo?I prezzi delle stufe a bioetanoloQuali sono i vantaggi di una stufa a bioetanolo?Installazione semplice e design accattivanteStufe a bioetanolo: svantaggi e quando NON conviene installarleQuale stufa a bioetanolo scegliere? Guida ai migliori modelli del 2025FAQ – Stufe a bioetanolo: cosa sono, come funzionano e quando convengonoCosa sono le stufe a bioetanolo e come funzionano?Le stufe a bioetanolo sono sicure da usare?Le stufe a bioetanolo riscaldano efficacemente un’intera casa?Quanto consumano le stufe a bioetanolo?Ci sono incentivi fiscali per le stufe a bioetanolo? Installare un caminetto o una stufa a casa non è sempre possibile dal momento che queste soluzioni richiedono spazio e soprattutto la possibilità di predisporre una canna fumaria. Per questo motivo si stanno diffondendo sempre di più soluzioni più semplici da installare, ma capaci allo stesso modo di creare un’atmosfera elegante e rilassante. Stiamo parlando di soluzioni come camini senza canna fumaria e stufe a bioetanolo, validissime alternative ai riscaldamenti tradizionali, perfette per chi non vuole rinunciare al fascino “della fiamma” con il vantaggio di poter regolare la potenza di riscaldamento. Le stufe a bioetanolo, oltre a riscaldare la casa, permettono di arredare l’ambiente grazie alla proposta di un’ampia varietà di modelli il cui costo può variare, mantenendo, però, lo stesso funzionamento. Stufe a bioetanolo: cos’è e come funziona il riscaldamento senza canna fumaria Esistono diverse tipologie di stufe a bioetanolo che differiscono per dimensioni, materiali, forme e potenza, ma anche per tipologia di installazione. I camini e le stufe a bioetanolo possono essere installati a pavimento, a parete o anche sospesi dal soffitto. Alcuni modelli possono anche essere spostati nell’ambiente liberamente. Sono sempre di più i camini di design disponibili sul mercato, ad esempio con pareti in vetro o integrati in altri componenti d’arredo, come tavolini da soggiorno. La resa in termini di calore è buona, anche se la potenza della stufa dipende dal modello di stufa a bioetanolo installato. Data la sempre maggiore diffusione di questi elementi d’arredo, sono sempre di più le imprese produttrici che lavorano a modelli di potenza maggiore e oggi se ne trovano anche fino a 3.5 kW, così da poter riscaldare ambienti anche di 20-25 mq. In base al modello cambia anche la capacità del serbatoio e quindi della durata della combustione del liquido. In conclusione, esistono stufe e camini a bioetanolo meno potenti e più piccoli, pensati principalmente per fini estetici, ed altri progettati in modo adeguato per integrare il sistema di riscaldamento tradizionale. Il bioetanolo è ecologico? Il bioetanolo è un alcool infiammabile derivante dalla fermentazione degli amidi e degli zuccheri del mais, delle patate e della canna da zucchero, considerato per questo assolutamente “green” e “pulito”. Per quanto il bioetanolo sia considerato un combustibile sostenibile, proprio per le sue origini naturali e vegetali, è bene ricordare che durante la combustione si causano comunque delle emissioni di CO2, per quanto non elevate e equivalenti a quelle assorbite dalla pianta durante il suo ciclo di vita. Il bilancio, quindi, è a zero emissioni. Questo significa che per calcolare in modo più appurato il suo impatto ambientale è necessario prendere in considerazione più fattori, tra cui sicuramente l’intero processo produttivo del bioetanolo, il suo trasporto e il funzionamento dello specifico modello di stufa installata. In aggiunta, per non causare ulteriori problematiche a livello ambientale, è essenziale essere precisi nel rispettare tutte le indicazioni del produttore del camino, in quanto la pulizia e la manutenzione potrebbero incidere notevolmente (sia in positivo, che in negativo) sulla sostenibilità finale dell’apparecchio, oltre che sulla sicurezza delle persone. Conviene una stufa a bioetanolo? Una stufa a bioetanolo può essere considerata interessante in quelle situazioni in cui l’obiettivo principale è quello di inserire un elemento simile a un camino, ma non è possibile procedere alla sua installazione. In sostanza, il primo e indiscutibile vantaggio riguarda la sua estetica e la sua libertà di installazione. Il camino a bioetanolo, infatti, non può essere considerato alla pari di un camino tradizionale per il riscaldamento domestico. La potenza delle stufe a bioetanolo è espressa dal produttore in Watt e, a seconda delle necessità, può essere acquistato il prodotto con potenza adeguata alle dimensioni della stanza in cui lo si vuole installare. Di conseguenza, la stufa a bioetanolo conviene solo se la potenza è commisurata alle necessità e, in combinazione, lavora un ulteriore sistema di riscaldamento. Si ribadisce, quindi, che lo scopo è quello di creare l’atmosfera tipica del camino e, in aggiunta, alzare la temperatura di una stanza, senza però pensare di utilizzare la stufa a bioetanolo come unico sistema di riscaldamento. In alcuni casi, però, il bioetanolo può essere utilizzato anche in altre tipologie di impianti, come i classici funghi per dehor e verande, con potenza superiore e come unico sistema di riscaldamento. I prezzi delle stufe a bioetanolo Acquistare una stufa bioetanolo è una decisione oculata per chi desidera ottenere alte performance e un buon rendimento nel tempo, ma è importante conoscere quanto quanto costa una stufa a combustibile liquido, quali sono i costi del bioetanolo e le possibili detrazioni. Le stufe a bioetanolo sono oggetti accessibili, il cui costo varia in base al modello e alla potenza. In generale, comunque, si trovano stufe e camini tra i 100 e gli 800 euro, mentre si sale di prezzo per modelli di design. A questa spesa, poi, non va aggiunto nulla per l’installazione, in quanto non sono richieste ulteriori opere. Il consumo orario, invece, dipende dalla tipologia di stufa a bioetanolo installata, ma è chiaro che le stufe più potenti consumeranno di più. Quindi, anche se il potere calorifico dell’etanolo è maggiore, ad esempio, di quello del pellet (5100 kCal/litro contro 4500/kg), il costo per il riscaldamento è più alto a causa dei prezzi del bioetanolo maggiori. Quali sono i vantaggi di una stufa a bioetanolo? Tra i pregi del riscaldamento a bioetanolo è opportuno citare la sua praticità: non è necessario, infatti, dotarsi di un sistema di impianto fisso e neppure delle canne fumarie. Non è dunque necessario un sistema di smaltimento perché la stufa a bioetanolo non produce fumo, ma, se il liquido è di buona qualità, verranno prodotti solamente biossido di carbonio e acqua. In ogni caso, la maggior parte dei produttori sconsiglia un funzionamento continuo in stanze troppo piccole e senza ricambio d’aria, in quanto le condizioni ambientali possono incidere sul processo di combustione e provocare un conseguente peggioramento della qualità dell’aria. Comunque, si tratta di una soluzione ecologica, in quanto il bioetanolo viene prodotto da biomasse di scarto. Infine la bellezza e il design della stufa a bioetanolo la rendono un complemento d’arredo davvero affascinante, in grado di dare carattere alla camera in cui viene installata. Installazione semplice e design accattivante Le stufe a bioetanolo si distinguono per la loro estrema facilità di installazione, che non richiede opere murarie o l’installazione di canne fumarie. Questo le rende una soluzione ideale per chi desidera un sistema di riscaldamento rapido e non invasivo. Disponibili in una vasta gamma di modelli – da quelli da pavimento a quelli sospesi o da incasso – le stufe a bioetanolo aggiungono un tocco di design contemporaneo a qualsiasi ambiente. Grazie alle linee eleganti e ai materiali innovativi, come vetro temperato e acciaio inox, diventano veri e propri complementi d’arredo capaci di valorizzare gli spazi, con il fascino di una fiamma viva e regolabile. Stufe a bioetanolo: svantaggi e quando NON conviene installarle Nonostante il loro fascino estetico e la praticità d’uso, le stufe a bioetanolo presentano alcune limitazioni che le rendono inadatte in determinate situazioni. Il principale svantaggio riguarda la loro capacità di riscaldamento, che risulta inferiore rispetto ai sistemi tradizionali: una stufa a bioetanolo è efficace per ambienti fino a 50 mq, ma non è sufficiente a scaldare abitazioni di grandi dimensioni o spazi con dispersioni termiche elevate La stufa a bioetanolo richiede inoltre alcuni accorgimenti: la produzione di anidride carbonica, seppure minima, rende necessario areare le stanze ogni due o tre ore. Questo sistema, poi, non è particolarmente adatto a riscaldare ambienti troppo estesi, la forza di diffusione del calore non è pari a quella di un impianto di riscaldamento completo. le stufe a bioetanolo non sono adatte per un uso continuo o come fonte primaria di riscaldamento, ma piuttosto come soluzione integrativa o decorativa. Per ambienti particolarmente freddi o scarsamente ventilati, è consigliabile optare per impianti più performanti o dotati di maggiore potenza. Quale stufa a bioetanolo scegliere? Guida ai migliori modelli del 2025 La scelta della stufa a bioetanolo ideale dipende da diversi fattori, tra cui le dimensioni dell’ambiente da riscaldare, il design desiderato e la potenza del modello. Nel 2025, i modelli più richiesti combinano efficienza energetica e design innovativo, offrendo soluzioni che si adattano a ogni tipo di spazio, dal soggiorno agli open space. Le stufe da pavimento sono perfette per chi desidera un elemento decorativo spostabile, mentre i caminetti da parete o da incasso rappresentano l’opzione migliore per chi cerca un impatto visivo elegante e permanente. Per ambienti più piccoli, le stufe portatili o i modelli da tavolo offrono una soluzione pratica, capace di creare un’atmosfera accogliente con un consumo ridotto. I modelli più avanzati del 2025 integrano sistemi di regolazione della fiamma e serbatoi di maggiore capacità, garantendo autonomia fino a 8 ore. Scegliere una stufa con una potenza compresa tra 2,5 e 4 kW consente di riscaldare efficacemente spazi tra i 20 e i 50 mq. Optare per marchi noti, come Planika o Infire, assicura qualità e sicurezza, con modelli dotati di vetro di protezione e sistemi di spegnimento automatico. FAQ – Stufe a bioetanolo: cosa sono, come funzionano e quando convengono Cosa sono le stufe a bioetanolo e come funzionano? Le stufe a bioetanolo sono sistemi di riscaldamento che richiamano nell’aspetto i tradizionali caminetti, ma a differenza di questi sistemi tradizionali non richiedono l’installazione di una canna fumaria. La fiamma in una stufa a bioetanolo, infatti, viene generata utilizzando un combustibile liquido, il bioetanolo per l’appunto, un alcol di origine naturale ottenuto da sostanze quali la canna da zucchero o altre materie vegetali ricche di zucchero. Si tratta di una soluzione che, effettivamente, riesce a creare un’atmosfera accogliente e calda in ogni ambiente, anche quando non è possibile realizzare o installare un tradizionale camino a legna o pellet. Il processo di funzionamento della stufa a bioetanolo è semplice, grazie anche ai pochi elementi che la compongono. Queste stufe e caminetti sono dotate di un serbatoio che accoglie il combustibile, utilizzato per bruciare un altro componente interno, che generalmente coincide con un panno di lana di vetro, imbevuto e utilizzato per l’accensione. Una volta che il liquido prende fuoco, si crea la fiamma e vengono rilasciati i vapori derivanti dalla combustione, che possono essere immessi direttamente nella stanza. Un vantaggio importante rispetto ai camini tradizionali è dato dalla possibilità di regolare la fiamma e la sua intensità, così come la sua durata, in base alla potenza del bruciatore. Le stufe a bioetanolo sono sicure da usare? Il meccanismo di funzionamento delle stufe a bioetanolo permette di evitare la produzione di fumi, per quanto si causino comunque emissioni di CO2, abbastanza ridotte, con del vapore acqueo. Di conseguenza non è necessario realizzare una canna fumaria, facilitando anche l’installazione, e al contempo non serve alcun tipo di collegamento ad impianti esistenti, né elettrici, né a gas. Ad ogni modo, i produttori consigliano le dimensioni minime degli ambienti in cui installare le stufe a bioetanolo, in base alla loro potenza, così da evitare accumuli di biossido di carbonio. Un buon consiglio è anche quello di ventilare adeguatamente i locali. Le stufe a bioetanolo riscaldano efficacemente un’intera casa? Una stufa a bioetanolo può essere considerata un vero e proprio caminetto dal punto di vista estetico ma, anziché funzionare con la legna, impiega il bioetanolo. Va sottolineato, però, che le stufe a bioetanolo sono in grado di riscaldare ambienti dai 25 fino a 50 mq, generando circa 3,5-4 kW/h, anche se il consumo dipende, comunque, da dimensioni e potenza del modello scelto, e che generalmente non vengono utilizzate in sostituzione di un sistema di riscaldamento tradizionale, ma come potenziamento. Queste soluzioni, quindi, permettono di riscaldare in breve tempo con una capacità medio-alta ambienti di dimensioni contenute, ma non sostituiscono completamente il sistema di riscaldamento principale. Quanto consumano le stufe a bioetanolo? Per valutare quanto possa essere vantaggiosa una stufa a bioetanolo, è necessario considerare quanto carburante viene consumato per il suo regolare funzionamento. Va specificato che è impossibile definire un valore unico per tutti i camini, in quanto incidono diversi aspetti, come la tecnologia della stufa, la capienza del serbatoio, la potenza di riscaldamento e le ore di utilizzo. Questo significa che, al momento della scelta, è opportuno verificare le prestazioni dei singoli modelli, confrontando tra loro più tecnologie, anche di marchi differenti. La capacità del serbatoio delle stufe a bioetanolo può variare, da pochi a diversi litri di bioetanolo, in modo da rispondere in modo adeguato a differenti necessità del mercato. La durata del carburante, con la stufa in funzione, dipende da come si regola il bruciatore e dalle performance dello specifico modello. In ogni caso, come anticipato, i produttori forniscono tutte le informazioni necessarie alla valutazione, tra cui il consumo orario o la durata del serbatoio in relazione ai possibili diversi livelli di fiamma. Per dare un riferimento indicativo, i valori medi possono essere da circa 0,2 litri all’ora per una fiamma al minimo, fino anche a più di un litro all’ora nel caso di potenze superiori. Per l’acquisto del bioetanolo, poi, è necessario scegliere contenitori di dimensioni adeguate al consumo della propria stufa, in quanto sul mercato ve ne sono di taglie differenti che partono dai 5 fino ad arrivare ai 50 litri. Il prezzo al litro generalmente varia dai 3,20 ai 3,50 € per una tanica da 20 litri acquistata da rivenditore fisico, mentre ordinando quantità maggiori online è possibile abbattere i costi. Il consiglio è quello di monitorare i reali consumi, in modo da poter stimare le necessità di acquisto in modo più preciso, al di là di quanto indicato dal produttore sul manuale. Ci sono incentivi fiscali per le stufe a bioetanolo? Chi è interessato ad installare una stufa a bioetanolo, ma è dubbioso per prezzi del bioetanolo deve considerare che l’installazione di questi camini è detraibile. Rimangono validi, infatti, i bonus per il riscaldamento, ossia incentivi o agevolazioni fiscali che spingono all’adozione di sistemi di riscaldamento più ecologici ed efficienti. Nello specifico, per l’installazione di stufe a bioetanolo, è valido l’Ecobonus 2024 che prevede: detrazione del 50% per gli interventi di riqualificazione del singolo impianto di riscaldamento; detrazione del 65% per la riqualificazione energetica totale dell’edificio comprensiva di involucro e impianto. Hanno accesso agli incentivi previsti dall’Ecobonus tutti coloro che acquistano entro il 31 Dicembre 2024 una stufa, un caminetto o una caldaia con un rendimento uguale o superiore all’85%. Articolo aggiornato – Prima pubblicazione Ottobre 2020 Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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