Un nuovo boom fotovoltaico 2025: la Cina accelera, il mondo insegue

Nel 2025 il settore fotovoltaico a livello globale vivrà una crescita senza precedenti: la capacità produttiva di moduli solari dovrebbe raggiungere 1,8 TW nel 2025. La Cina guida la corsa, triplicando la capacità produttiva. Un cambiamento strutturale che sfida le economie occidentali, apre opportunità strategiche e ridisegna le dinamiche energetiche globali. Il 2025 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui il fotovoltaico ha dimostrato di poter trainare, da solo, la decarbonizzazione globale.

Un nuovo boom fotovoltaico 2025: la Cina accelera, il mondo insegue

 

Il 2025 è destinato a segnare una nuova svolta per il fotovoltaico: secondo il nuovo report del think tank australiano Climate Energy Finance, la capacità produttiva globale di moduli solari raggiungerà 1,8 terawatt, triplicando i volumi installati nel 2024. Un’accelerazione che non ha precedenti nella storia dell’energia e che sta ridisegnando gli equilibri industriali e geopolitici del settore. Al centro di questa corsa c’è la Cina, che domina l’intera catena di fornitura, controllando tra l’80% e il 95% della produzione globale lungo tutta la filiera: dal polisilicio ai moduli.

In un contesto di ipercompetizione, deflazione dei prezzi e sovracapacità produttiva, il modello industriale cinese sta trasformando il fotovoltaico in una tecnologia a costo marginale prossimo allo zero, rendendo sempre più obsoleti i combustibili fossili. Il report invita le economie occidentali a smettere di contrastare Pechino con logiche protezionistiche e ad adottare un approccio più strategico e collaborativo per accelerare la transizione energetica.

Fotovoltaico + Storage: la nuova era dell’energia

L’integrazione tra fotovoltaico e sistemi di accumulo a batteria (BESS) è diventata lo standard tecnologico dominante. Nel 2024, il 30% della capacità BESS installata a livello globale era associata a impianti solari. La Cina ha giocato un ruolo determinante anche in questo segmento: nel solo 2024 ha installato 78GW/184GWh di BESS, pari al 70% del totale mondiale.

Il crollo dei prezzi delle batterie al litio – in media 94 USD/kWh in Cina – sta rendendo i sistemi ibridi sempre più competitivi rispetto a gas e carbone, anche nei mercati emergenti. Il potenziale è enorme: entro il 2030, la capacità globale di BESS potrebbe superare il terawattora, trasformando il concetto stesso di stabilità di rete.

Anche i veicoli elettrici (EV) entrano in gioco: grazie alla tecnologia V2G (Vehicle-to-Grid), saranno vere e proprie “batterie su ruote”, capaci di fornire servizi di rete e generare valore economico per gli utenti. In Australia, uno studio dell’ARENA stima che ogni EV potrebbe generare fino a 12.000 AUD l’anno in servizi di bilanciamento della rete.

Il fotovoltaico sarà la tecnologia con il più basso LCOE entro il 2030

Secondo le previsioni, il fotovoltaico diventerà entro il 2030 la tecnologia con il più basso levelised cost of electricity (LCOE) a livello globale, con poche eccezioni in Europa dove l’eolico onshore resterà competitivo.

I progressi economici delle batterie a lunga durata hanno favorito lo sviluppo di progetti di fotovoltaico con storage, rendendoli competitivi rispetto a nuove centrali a carbone e gas fossile in molti mercati fin dal 2020.

Il mondo reagisce: chi collabora vince

Mentre la Cina costruisce gigafactory e stringe accordi globali, le altre economie faticano a tenere il passo. Gli Stati Uniti, pur avendo beneficiato dell’Inflation Reduction Act, rischiano una fuga di capitali industriali a causa delle nuove tariffe imposte alle tecnologie cinesi. L’Unione Europea, nonostante i progressi in termini di installazioni, sta vedendo la propria base manifatturiera erosa dal crollo dei prezzi dei moduli.

In controtendenza, l’Australia si propone come caso virtuoso: iniziative come il programma Solar Sunshot e la joint venture tra SunDrive e Trina Solar mostrano come sia possibile costruire una filiera domestica competitiva grazie a partnership industriali intelligenti e politiche di supporto ben congegnate.

Il messaggio di CEF è chiaro: collaborare con la Cina non significa cedere sovranità, ma sfruttare un’opportunità industriale e tecnologica irripetibile per rilanciare la manifattura green, ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e garantire sicurezza energetica. Le politiche basate su dazi e chiusure rischiano invece di frenare la transizione e danneggiare i consumatori.

Crollo dei costi e balzo tecnologico del fotovoltaico

Uno dei fattori più importanti nella crescita esponenziale del fotovoltaico è la straordinaria riduzione dei costi unita a progressi tecnologici senza precedenti. Il capex medio per impianti solari è passato da 3.000 USD/kW nel 2014 a circa 1.000 USD/kW nel 2024, con punte minime di 500–700 USD/kW in mercati altamente competitivi come India e Australia. A contribuire a questa deflazione strutturale è stato anche il crollo del prezzo del polisilicio in Cina, che ha registrato una caduta dell’80%, arrivando a soli 5 USD/kg.

Parallelamente, sul fronte dell’innovazione, si stanno raggiungendo traguardi che ridefiniscono le soglie dell’efficienza: le celle perovskite tandem, una delle tecnologie più promettenti del settore, hanno toccato un record del 33,84% di efficienza, grazie a colossi come Jinko Solar. Le previsioni indicano che si potrà raggiungere il 35% nei prossimi anni, aprendo la strada a un nuovo abbattimento del costo per watt e a una maggiore densità energetica per superficie installata.

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