Risparmio energetico e cambiamento climatico: come l’efficienza energetica può contribuire alla sostenibilità globale 08/04/2025
Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
A cura di: Andrea Ballocchi Parlare di clima rovente è ormai una costante. Il 2022 da poco archiviato è stato il quinto anno più caldo mai registrato, ma tra il quarto e l’ottavo poco cambia, quanto a fenomeni estremi: a rilevarlo è il Global Climate Highlights 2022, realizzato dal Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) per conto della Commissione europea. L’Europa mette in evidenza numeri da record negativi: l’anno scorso è stato il secondo più caldo, ma vanta l’estate più torrida di sempre. Come ha rilevato Freja Vamborg, senior scientist del C3S presso l’ECMWF, riportando alcuni dati del rapporto, l’Europa si sta riscaldando sempre di più: «le temperature europee sono aumentate di oltre il doppio rispetto alla media mondiale negli ultimi 30 anni e il tasso di aumento è il più alto di qualsiasi altro continente». Il clima rovente nel mondo: gli ultimi 8 anni i più caldi mai registrati Prima di parlare del clima rovente in Europa, è bene partire da quanto illustrato dal Global Climate Highlights 2022, in cui si può trovare una sintesi delle temperature, delle concentrazioni di gas serra e degli eventi climatici e meteorologici significativi del 2022. Sono stati diversi i primati – in termini di temperature elevate – superati nel mondo, e non sono certo mancati eventi estremi in termini di siccità e di esondazioni. A livello globale, gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati. Oltre alle temperature, a destare preoccupazione sono i dati relativi alle emissioni di gas climalteranti: la CO2 ha registrato un incremento di concentrazioni in atmosfera di 2.1 parti per milione (ppm), con tassi simili a quelli degli ultimi anni, le concentrazioni di metano nell’atmosfera sono aumentate di quasi 12 parti per miliardo (ppb). Il risultato nell’anno appena concluso è che la media annuale di anidride carbonica è di circa 417 ppm, mentre per il metano è di 1894 ppb. In entrambi i casi si tratta delle concentrazioni più elevate registrate dai satelliti. Non solo: “includendo altri record, dei livelli più alti da oltre due milioni di anni per l’anidride carbonica e da oltre 800mila anni per il metano”, si riporta nel documento. Al caldo e alle emissioni record si aggiunge un altro dato allarmante: il livello del ghiaccio polare. A febbraio il ghiaccio marino antartico ha raggiunto l’estensione minima degli ultimi 44 anni di registrazioni satellitari. Medie annuali dell’aumento stimato della temperatura superficiale globale al di sopra dei livelli di riferimento del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 (asse di sinistra) e del periodo compreso tra il 1850 e il 1900 (asse di destra); il 2022 è basato solo su ERA5, mentre tutti gli altri anni su sei diversi set di dati. Fonti dei dati: ERA5 (C3S/ECMWF), JRA-55 (JMA), GISTEMPv4 (NASA), HadCRUT5 (Met Office Hadley Centre), NOAAGlobalTempv5 (NOAA) e Berkeley Earth. Credit: Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S). Il clima rovente in Europa Con l’estate più calda mai registrata e l’autunno “sul podio” quale terzo più caldo, il 2022 per il Vecchio Continente è stato archiviato come il secondo anno più caldo mai registrato, superato solo dal 2020, ma ha fatto peggio sia rispetto al 2019, 2015 e 2014, altri anni record. La temperatura dell’Europa è aumentata più del doppio della media globale nell’ultimo trentennio, come detto, con un tasso di crescita più alto di qualsiasi altro continente del mondo. «Per molti Paesi dell’Europa occidentale è stato l’anno più caldo mai registrato. Ma non lasciatevi ingannare dalle piccole differenze: se il Paese A ha sperimentato o meno l’anno più caldo o il secondo/terzo anno più caldo del record, non ha molta importanza. Il quadro generale è che a livello globale gli otto anni più caldi si sono tutti verificati negli ultimi otto anni e sono stati tutti caratterizzati da anomalie superiori a 1 grado rispetto al periodo preindustriale», ha affermato Carlo Buontempo, direttore del C3S, nel corso della presentazione del report. Non solo: le ondate di calore hanno colpito l’Europa occidentale e settentrionale i bassi livelli di piogge hanno causato siccità diffusa (chi non ricorda la situazione dell’estate scorsa in Italia?). Ma a questo scenario, già serio, si aggiunge anche il picco di emissioni: nel 2022 “si sono verificate le più alte emissioni totali causate da incendi boschivi estivi (giugno-agosto) stimate per l’UE e il Regno Unito negli ultimi 15 anni”, rileva l’analisi C3S e ancora peggio è accaduto in Francia, Spagna, Germania e Slovenia dove si sono registrate emissioni estive di incendi più alte degli ultimi 20 anni. Classifica delle temperature superficiali dell’aria per il 2022 per Paese, per il periodo dal 1950. Fonte dei dati: ERA5. Credit: Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service/ECMWF L’importanza dei dati e della loro condivisione La tendenza del caldo rovente dell’ultima estate non è un’eccezione: «sono stati battuti record in tutto il continente, non solo in estate ma anche in autunno e in inverno. E non si è trattato solo di temperature, ma anche di umidità del suolo, portata dei fiumi, copertura nevosa, ghiacciai eccetera», ha proseguito Buontempo, che ha anche evidenziato l’importanza dei dati per affrontare le sfide del clima. «La comprensione del nostro clima in evoluzione è oggi così importante che sta diventando un imperativo rendere i dati climatici disponibili e facili da usare per qualsiasi interessato o persona». Concorde, a questo proposito, è stato il pensiero di Mauro Facchini, Capo osservazione della Terra presso la Direzione generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione Europea. «Le azioni messe in atto per affrontare il cambiamento climatico a livello globale, europeo o nazionale evidenziano che dati, informazioni e conoscenze di alta qualità sull’osservazione della Terra sono uno strumento essenziale – ha rilevato –. Il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus fornisce un monitoraggio autorevole e tempestivo dei cambiamenti climatici, informando così sugli sforzi di adattamento». Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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