Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
Il 27 marzo si terrà a Fiera Milano Rho, in occasione della giornata inaugurale di Expocomfort, il Forum 2012 sulla Certificazione Energetica degli Edifici, giunto alla sua seconda edizione, organizzato dal CTI in collaborazione con MCE. Nell'occasione sarà presentato il "Rapporto 2012: Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia". Il Rapporto è diviso in tre parti: nella prima parte vengono presentati 25 prospetti comparativi tematici che fotografano, dettagliatamente, il diverso stato di applicazione a livello nazionale della certificazione energetica.La seconda sezione approfondisce i principali riferimenti normativi e prende in esame gli aggiornamenti normativi e legislativi in atto sia a livello internazionale, come la revisione dell'intero pacchetto di norme tecniche EN attualmente vigente per la determinazione delle prestazioni energetiche degli edifici, che nazionale (revisione del D.P.R. 59/2009 e, nella pratica, di tutti i disposti ad esso collegati) e regionale (disposti vari). Tra le innovazioni più rilevanti della terza parte, relativa agli aspetti normativi ed applicativi delle singole Regioni e Province Autonome, vi è l'intervista ai Responsabili delle politiche locali (Dirigenti e Assessori), protagonisti nel processo di elaborazione e di attuazione dei programmi di efficienza e certificazione energetica degli edifici. A questi è stato chiesto, in particolare, di descrivere le principali politiche energetiche intraprese, con i relativi orientamenti futuri. È stato domandato infine se, considerato l'attuale quadro legislativo nazionale in tema di certificazione energetica, ci sia la necessità di un suo ampliamento. Il 2020 è relativamente vicino e gli obiettivi della "triade energetica", riguardanti riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, efficienza e sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, sono imponenti. In aggiunta, ogni Regione italiana ha realtà differenti per condizioni geografiche, climatiche, qualità e quantità del patrimonio edilizio, rischi territoriali (idrogeologici, sismici, etc.), occupazione e ricadute occupazionali.Dalle risposte alle interviste si legge chiaramente l'esigenza di estendere a tutte le Regioni le "buone pratiche" poste in essere da quelle che hanno investito maggiormente in passato in termini di risorse di bilancio; migliorare il coordinamento tra legislazione nazionale e regionale o agire direttamente sul grado di omogeneità dei testi; semplificare gli iter autorizzativi e di accesso alle sovvenzioni; consolidare l‟accesso agli incentivi per interventi di riduzione dei consumi energetici; istituire sistemi informativi regionali/nazionali per la raccolta e la gestione degli ACE; rendere più funzionali e meno onerose per i cittadini le procedure mediante, ad esempio, la "dematerializzazione" dei documenti; aumentare l‟importanza della sensibilizzazione e dell'informazione dei cittadini sulle tematiche energetiche, con la diffusione della consapevolezza che gli obiettivi del burden sharing (meccanismo di ripartizione di un impegno collettivo, che avviene secondo principi di equità e di responsabilità) sono traguardi comuni, condivisi e irrinunciabili.Infine, parecchie Regioni dichiarano di aver aderito all'iniziativa europea del "Patto dei Sindaci".Una cosa è certa, l‟efficienza energetica sarà nei prossimi anni la chiave di volta della politica di riduzione dell'impatto climatico in materia di sicurezza degliapprovvigionamenti, produzione e consumo di energia. Diventa interessante, in questa prospettiva, esaminare i risultati che ha prodotto, ad ora, la certificazione nelle diverse aree del nostro Paese. A tal proposito il Rapporto 2012 include, per alcune Regioni/Province autonome (Bolzano, Calabria, Emilia Romagna, FriuliVenezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Trento, Valle d‟Aosta e Veneto) i dati concernenti la classificazione energetica degli edifici.Dall'analisi risulta che, nelle Regioni censite, le relative distribuzioni di frequenza per classe energetica degli ACE depositati sono tra loro nettamente differenti.Una questione spinosa, al momento purtroppo irrisolta, riguarda l'autodichiarazione in classe G del proprietario dell‟immobile, prevista dal paragrafo 9 dell‟allegato A del D.M. 26 giugno 2009. Infatti, dove consentita, è stata nettamente preferita rispetto alla certificazione energetica (Abruzzo, Calabria, Campania, Sicilia). La conseguenza è stata che, negli atti di trasferimento immobiliare, la maggior parte di acquirenti o inquilini, non hanno ricevuto in pratica alcuna indicazione sui futuri costi di gestione energetica, né tantomeno informazioni su come migliorare, nella maniera più conveniente, il rendimento energetico dell‟edificio.La Commissione Europea, non ritenendo questa scelta coerente con il completo recepimento della Direttiva 31, ha avviato, nel mese di settembre 2011, una procedura di messa in mora dello Stato italiano. Pertanto, l'autodichiarazione non dovrebbe essere più attuata su tutto il territorio nazionale, inoltre, è in fase di emanazione un Decreto statale "correttivo".Un altro aspetto, seppur relativamente marginale, che fatica a decollare riguarda le targhe energetiche installate: solamente la Regione Lombardia ne ha annunciato l'entità (4.650). Ricordiamo, a tal proposito, che il D.Lgs. 192/2005 all‟art. 6 ne prevede l‟obbligatorietà per gli edifici ad uso pubblico (contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici, o nei quali figura comunque come committente un soggetto pubblico).Tra gli aspetti più dibattuti della certificazione vi sono le attività di controllo avviate, per ora solo sperimentalmente, da poche Amministrazioni. Dalle esigue stime disponibili, realizzate su un campione peraltro ridotto, emerge un'elevata percentuale di ACE con risultanze non conformi. A riguardo, anche la direttiva 2010/31/UE, già in vigore, all'art. 18 affronta apertamente la questione prescrivendo, alle autorità nazionali competenti o agli organismi da esse delegati, l‟istituzione di sistemi di controllo indipendenti (dispone la verifica di una percentuale statisticamente significativa di tutti gli ACE rilasciati nel corso di un anno), in conformità all‟allegato II della medesima. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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