Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
Il problema del rischio idrogeologico in Italia è particolarmente significativo, a causa sia della conformazione del terreno che degli interventi antropici. Il nuovo allarme arriva dalla terza edizione del Rapporto recentemente pubblicato da Ispra “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio“, che evidenzia che, nel 2021, il 94% dei comuni è a a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera e sono circa 8 milioni i cittadini che abitano in zone pericolose. Rispetto alla precedente edizione i dati sono persino peggiorati, con un incremento del 4% per quanto riguarda le frane e del 19% per le alluvioni. Solo per le coste si segnala un miglioramento, grazie a interventi capillari volti alla loro protezione. Le regioni in cui si registrano i dati più allarmanti sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (più di 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila) e Liguria (oltre 366 mila). Per quanto riguarda gli edifici, sono 565mila, su un totale di più di 14 milioni (il 3,9%), quelli che si trovano in zone a forte rischio di frane e 1,5 milioni (il 10,7%) a rischio medio di inondazioni. A questi si aggiungono le industrie, circa 84.000 quelle ubicate in zone ad alto rischio frane. Anche i beni architettonici e archeologici non sono al sicuro, sono infatti 12mila (sui 213mila totali) quelli potenzialmente ad alto rischio di frane e 34.000 a rischio alluvioni. E’ indispensabile dunque pianificare interventi capillari di salvaguardia del nostro patrimonio dal valore inestimabile. Buone notizie solo sul fronte dell’erosione costiera, negli ultimi anni infatti sono stati fatti interventi per la protezione delle coste con opere di difesa rigide, con un conseguente aumento dei litorali stabili e in avanzamento e la diminuzione dell’1% di quelli in erosione. Il Presidente di Ispra Stefano Laporta nell’introduzione del Rapporto sottolinea che i dati raccolti possono aiutare le strategie per il contrasto del dissesto idrogeologico previste dal PNRR, mettendo in campo “Una serie di azioni sinergiche che, basandosi su un’approfondita conoscenza del territorio e dei fenomeni che lo caratterizzano, consentano di costruire una pianificazione territoriale integrata ed efficace che alle tradizionali misure strutturali affianchi misure quali delocalizzazioni, manutenzione del territorio e delle opere di difesa, pratiche sostenibili di uso del suolo, formazione, informazione e preparazione dei soggetti competenti e della popolazione anche attraverso idonei strumenti di comunicazione e diffusione di dati e informazioni”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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