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Mai così tante nomine di energy manager come nel 2023: lo confermano le analisi condotte da FIRE, Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia, associazione che promuove l’uso efficiente dell’energia. Nel 2023 sono stati ben 2.498 gli energy manager nominati, il numero più alto degli ultimi 20 anni. In particolare, 1.728 lavorano presso soggetti obbligati e 770 presso soggetti non obbligati, con un incremento rispetto all’anno precedente in tutti i settori di riferimento. L’identikit degli energy manager Quali sono le competenze degli energy manager? Il 79% di loro possiede una laurea tecnica, l’1% una laurea non tecnica e il 16% un diploma tecnico-professionale. Le aree di miglioramento delle competenze, sulla base della nuova edizione della UNI CEI 11339 pubblicata nel 2023 e di quanto emerso dall’indagine di FIRE, sarebbero: soft skill, tematiche legate alla decarbonizzazione, alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Cresce anche il loro coinvolgimento sulle questioni legate a sistemi di gestione e configurazioni di autoconsumo diffuso. Inoltre, l’analisi segnala che bisognerebbe migliorare l’inquadramento professionale di questa figura. Sebbene la maggior parte degli energy manager (il 63%) abbia un inquadramento aziendale elevato (quadro, dirigente e amministratore) ci sono ancora numerosi professionisti con un livello troppo basso per potere incidere in modo significativo sulle scelte aziendali (sono per lo più impiegati e quadri di basso livello). Le certificazioni I dati FIRE mostrano poi che gli energy manager interni certificati EGE sono il 21% (percentuale in linea con i dati dello scorso anno), mentre sono il 73% gli energy manager consulenti esterni e certificati, in crescita di due punti rispetto al 2022. Le Pubbliche Amministrazione che nel 2023 hanno nominato un EGE come energy manager sono più del 40%: un segnale positivo per il comparto pubblico, in cui i professionisti qualificati sono ricercati per tutti i progetti di efficientamento energetico. Inoltre sono stati ben 60 i comuni che hanno nominato volontariamente l’energy manager, pur non superando la soglia di obbligo. Guardando invece ai sistemi di gestione dell’energia (SGE), i soggetti che hanno nominato un energy manager, siano essi obbligati o no, e che sono allo stesso tempo in possesso della certificazione ISO 50001 per il loro sistema di gestione dell’energia sono 397, circa il 19% in più rispetto al 2022. Le prospettive per il futuro Questi numeri dimostrano come l’importanza degli energy manager sia in crescita. E la diffusione di questa figura professionale è destinata a ancora a ad aumentare, in vista dell’obbligo introdotto dalla direttiva 1791/2023 sull’efficienza energetica, che prevede la certificazione ISO 50001 per tutte le imprese sopra gli 85 TJ di consumo medio di energia nei tre anni precedenti. Nelle Pubbliche Amministrazioni, in particolare, ci si aspetta un incremento, contando che nel 2023 le nomine nelle regioni sono state pari al 45% (9 su 20, in aumento di due unità rispetto all’anno precedente), nelle province il 19%. La strada da fare è comunque ancora lunga: i capoluoghi di provincia che hanno nominato un energy manager sono 46 su 109, 6 unità in più rispetto allo scorso anno. E solo la metà delle città metropolitane ha inviato la nomina. Il Rapporto FIRE è disponibile sul sito ed è stato realizzato da FIRE nell’ambito della Convenzione con il Ministero dello Sviluppo Economico per la promozione e la formazione della figura del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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