Case a prova di futuro: come rendere l’abitazione autosufficiente

Iren S.p.A.

L’ampliamento degli orizzonti in merito all’approvvigionamento dell’energia elettrica sta portando alla costruzione (o alla ristrutturazione) di case autosufficienti dal punto di vista dei consumi. Abbattimento degli importi in bolletta, standard di sostenibilità e prospettive di aumento del valore dell’immobile sono i motivi per cui sempre più persone si stanno orientando verso soluzioni green abbinate a tecnologie di ultima generazione.

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Case a prova di futuro: come rendere l'abitazione autosufficiente

In meno di un trentennio il settore ha raggiunto un livello d’innovazione tale da permettere un adeguato sfruttamento delle fonti rinnovabili tra le mura domestiche e, allo stesso tempo, ridurre al minimo eventuali sprechi. Nelle prossime righe è disponibile un approfondimento dettagliato sul tema.

Abitazione autosufficiente: cosa vuol dire veramente?

Esistono ancora molti equivoci sul concetto di casa energeticamente indipendente. Qualcuno ritiene che si tratti di un’utopia, mentre altri la associano ad un uso esclusivo delle energie provenienti da fonti rinnovabili o alla possibilità di non inoltrare alcuna richiesta per l’allaccio a una rete erogatrice.

In realtà, rendere un’abitazione autosufficiente è un obiettivo raggiungibile mediante le tecnologie attualmente disponibili. Con tale espressione, infatti, s’intende un’unità immobiliare progettata e strutturata per produrre l’energia elettrica impiegabile nell’arco di 1 anno, senza andare al di sotto dei propri fabbisogni.

Quanto appena affermato non esclude che, in determinati periodi, l’utente possa effettuare consumi extra, quindi pagando forniture esterne eco-friendly o, sempre meno di frequente, previa estrazione da combustibili fossili. Di qui si fa strada la necessità di calcolare i kW indispensabili per rendere autonoma la propria casa, variabili di situazione in situazione in base alle seguenti variabili:

  • numero di componenti del nucleo familiare
  • caratteristiche dell’edificio
  • ore di funzionamento di elettrodomestici e impianti.

Per una quantificazione obiettiva della potenza oraria massima è bene affidarsi a professionisti del settore. Nel corso del tempo tale parametro può subire modifiche, specialmente in seguito a un cambio repentino di abitudini.

Casa energeticamente autonoma

Interventi per rendere la casa energeticamente autonoma

È doveroso fare una premessa: in termini di consumi, le modifiche apportate all’assetto dell’abitazione risultano tanto più efficaci quanto più la realizzazione è recente (meglio ancora se l’immobile è in costruzione). Le strutture edilizie nZEB (nearly Zero Energy Building) sono avvantaggiate sotto tale punto di vista, in quanto naturalmente predisposte per l’indipendenza energetica.

Tuttavia, con un’opportuna ristrutturazione anche gli immobili più datati possono diventare autonomi dalla rete di fornitura, almeno parzialmente. Per conoscere con buoni margini di approssimazione il risultato raggiungibile occorre avvalersi del supporto di un esperto in grado d’impostare un lavoro su più livelli, anche quando la situazione esige una pianificazione degli interventi nel medio-lungo termine.

Il primo step per una casa autosufficiente è l’installazione di pannelli fotovoltaici i quali, con l’integrazione di batterie di accumulo agli ioni di litio, permettono di contenere la dipendenza dalla rete elettrica. Grazie alla captazione dei raggi solari l’utente può disporre di energia pulita per l’uso quotidiano e immagazzinarla in vista di necessità future (a titolo di esempio, per alimentare la pompa di calore durante l’inverno).

Spesso la posa viene fatta sul tetto, ma non è raro progettare sistemi sulle pareti esterne se ciò non ne compromette l’impatto visivo. Per gli edifici a uso civile (inclusi i condomini) non è prevista alcuna richiesta di permessi, purché l’impianto non superi i 20 kW e il montaggio avvenga in linea con le disposizioni locali in materia edilizia e urbanistica.

Un altro aspetto a cui prestare attenzione riguarda l’isolamento termico, finalizzato alla riduzione del passaggio di energia termica tra 2 o più ambienti a temperature differenti (in particolare tra interno ed esterno). Il cappotto termico permette di mantenere il calore durante l’inverno e, per gli interventi fatti nelle pareti al di fuori di un’unità abitativa, il fresco portato dal condizionatore nei mesi estivi.

Da non trascurare il ruolo delle finestre in termini di efficienza energetica. Infissi in materiali isolanti e vetri a doppio o a triplo strato contribuiscono in modo significativo alla riduzione degli sprechi. Il tutto da abbinare a un sistema di ventilazione meccanica controllata, che garantisce un’ottima qualità dell’aria.

Indipendenza energetica, come assicurarsi un lavoro a regola d’arte

Il buon esito di uno o più interventi mirati all’autonomia dalla rete elettrica è legato al percorso di formazione, all’esperienza e al senso etico delle figure incaricate di portare a termine il progetto. Raggiungere l’indipendenza energetica è un obiettivo che non ammette la presenza di uno o più anelli deboli: impianti e dispositivi devono essere tutti di ottimo livello, progettati da professionisti competenti e montati da installatori altamente qualificati, nel pieno rispetto delle normative in vigore.

Assume un’importanza cruciale anche la scelta del fornitore per l’erogazione di corrente in caso di disservizi occasionali o di energia insufficiente alla batteria di accumulo. Le compagnie più autorevoli propongono, insieme all’allaccio del contatore (quasi sempre trifase), pannelli fotovoltaici all’avanguardia comprensivi di progettazione, installazione e attestazione Enea, previo colloquio e sopralluogo.

Casa autosufficiente: è possibile senza un allaccio alla rete?

Sì, ma è sconsigliato percorrere questa via per 2 motivi: spese molto elevate e indisponibilità di energia in caso di esaurimento totale delle riserve negli accumulatori. Il sistema integrato alla rete di energia elettrica è, al momento, l’opzione migliore in un’ottica di rapporto costi-benefici (il recupero dell’investimento avviene entro pochi anni), a patto che le forniture provengano veramente da fonti rinnovabili.

Inoltre, le società più accreditate nel settore offrono la possibilità d’installare impianti fotovoltaici a condizioni vantaggiose, realizzati con materiali di ultima generazione durevoli nel tempo. Un fattore da considerare è la garanzia, spesso venticinquennale per i pannelli e decennale per gli inverter. I contratti con le compagnie, quindi, rappresentano una valida opportunità per limitare gli importi in bolletta e salvaguardare l’ambiente.

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