Investire sullo stoccaggio di batterie può farci risparmiare 9 miliardi di euro in gas

Lo studio di Ember evidenzia che una politica di supporto mirata allo sviluppo dello storage energetico potrebbe portare a un risparmio consistente, grazie alla riduzione dell’uso di fonti energetiche fossili. Oltre a ciò, favorirebbe una serie di benefici come la diminuzione dei costi dei sistemi fotovoltaici, migliorando la sostenibilità e l’efficienza del settore energetico.

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Investire sullo stoccaggio di batterie può farci risparmiare 9 miliardi di euro in gas

Senza un adeguato sistema di accumulo, entro sei anni l’Europa rischia di disperdere una quantità di energia rinnovabile da eolico e fotovoltaico pari a 183 TWh, quanto il consumo energetico annuo di un paese come la Polonia (37 milioni di abitanti). Al contrario, investire nel potenziamento dello stoccaggio di energia rinnovabile potrebbe consentire un risparmio di circa 9 miliardi di euro all’anno entro il 2030, riducendo significativamente la bolletta del gas.

È quanto emerge dal nuovo report di Ember, dal titolo “EU battery storage is ready for its moment in the sun”, che esplora le opportunità offerte dalla combinazione di solare e batterie a livello europeo.

Fotovoltaico non stoccato, i paesi più spreconi

Nei ventisette Paesi dell’Unione Europea, gli impianti fotovoltaici hanno registrato una crescita del 40% per tre anni consecutivi, dal 2021 al 2023. Questo sviluppo rappresenta un passo avanti importante nella riduzione dell’energia prodotta da fonti fossili. Tuttavia, senza un adeguato sistema di accumulo, si rischia uno spreco significativo quando la produzione supera la domanda, in assenza di batterie che permettano di conservare l’energia in eccesso per un uso futuro.

Investire sullo stoccaggio di batterie può farci risparmiare 9 miliardi di euro in gas

Per comprendere l’entità del fenomeno, il report di Ember stima che “tra agosto 2023 e luglio 2024 la produzione di energia solare ed eolica abbia superato l’80% della domanda in quindici Paesi dell’Ue”, con picchi record in Paesi come Olanda e Grecia, dove la produzione ha ecceduto i consumi di oltre il 100%.

Una tendenza destinata a intensificarsi nel tempo; secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), i paesi Ue dovrebbero aumentare la quota di fonti energetiche rinnovabili (FER) nel mix elettrico fino al 66% entro la fine del decennio. Le simulazioni di Ember indicano che, entro il 2030, la generazione eolica e fotovoltaica coprirà in media il 49% della domanda oraria complessiva in Europa. Per confronto, nel 2023 queste fonti hanno soddisfatto circa la metà di tale fabbisogno, pari al 27%.

Solare ed eolico limitano il ricorso alle energie fossili

Secondo le più recenti relazioni sullo stato energetico dell’Unione, l’uso di energia da fonti fossili è diminuito del 17%, grazie alla riduzione della produzione elettrica da gas e carbone. La produzione complessiva da fonti fossili è scesa al 27%, mentre il solare e l’eolico insieme coprono il 30% del fabbisogno elettrico. Complessivamente, le fonti rinnovabili superano ormai il 50% della produzione totale di energia elettrica nell’Unione Europea.

Solare ed eolico limitano il ricorso alle energie fossili

Le stime di Ember prevedono inoltre che nel 4% delle ore annuali, l’energia prodotta da eolico e fotovoltaico supererà il 100% della domanda, mentre nel 35% delle ore queste fonti copriranno oltre il 50% della domanda. Attualmente, ciò avviene solo nel 7% dei casi, rispetto al 2% di due anni fa.

Come cambiano i prezzi elettrici

Un segnale dell’impatto del fotovoltaico sui mercati energetici è l’aumento dello spread di prezzo tra le ore centrali della giornata e il picco serale, specie durante l’estate 2024, rispetto allo scorso anno. In Grecia e Ungheria, come anche in altri paesi del Sud dell’Europa o nell’Est, lo spread è aumentato rispettivamente da 71 €/MWh a 262 €/MWh e da 102 €/MWh a 397 €/MWh”, spiega il report di Ember.

Questo divario potrebbe essere ridotto grazie alla diffusione delle batterie di accumulo, che permetterebbero di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso dagli impianti eolici e fotovoltaici. Ciò contribuirebbe a rendere il mercato dell’energia più stabile e meno speculativo, acquistando energia a basso costo per rivenderla in momenti in cui le condizioni di mercato sono più favorevoli.

Secondo gli autori del report di Ember, lo storage ha anche il potenziale di ridurre i prezzi di picco: “Questo può fornire una maggiore concorrenza alle risorse di gas flessibili, riducendo al contempo la dipendenza dall’energia fossile nei momenti di picco della domanda”, chiarisce il rapporto.

Questo miglioramento contribuisce a rendere il solare economicamente più sostenibile, mitigando il cosiddetto “effetto cannibalismo,” ovvero la riduzione dei prezzi durante le ore centrali della giornata a causa della crescente penetrazione del fotovoltaico.

Previsto un triplicamento dell’energia solare

In questo scenario, i sistemi di accumulo diventeranno sempre più fondamentali. Ad esempio, nel solo mese di giugno 2024, la Germania avrebbe potuto risparmiare fino a 2,5 milioni di euro di spesa per il gas se avesse avuto a disposizione 2 GW di batterie aggiuntive.

Entro il 2030 l'energia fotovoltaico dovrebbe triplicare

Senza flessibilità e capacità di accumulo, entro i prossimi sei anni il fenomeno che oggi si osserva in Olanda e in Grecia, dove in alcune ore dell’anno la produzione eolica e solare supera la domanda, diventerà una realtà regolare in tutta l’Unione Europea.

I vari Piani Nazionali per l’Energia e il Clima (PNIEC), come quelli recentemente presentati da Spagna e Germania, prevedono un aumento considerevole delle capacità rinnovabili: l’energia solare sarà triplicata e quella eolica raddoppiata rispetto ai livelli del 2022, per raggiungere il 66% di rinnovabili nel mix elettrico entro la fine del decennio.

I consigli del report, come favorire l’accumulo di energia

In conclusione del report, Ember lancia alcune raccomandazioni alla Commissione Europea: come eliminare le barriere che ostacolano la co-localizzazione dei sistemi di storage con gli impianti di energia rinnovabile (FER), ma anche chiedere l’implementazione tempestiva di strategie nazionali per favorire la flessibilità pulita, partendo dai Piani Nazionali Integrati per l’Energia e il Clima (PNIEC).

Un altro passo cruciale è garantire un migliore accesso al mercato per lo storage e la flessibilità della domanda, oltre a migliorare la disponibilità di dati sulla flessibilità, che dovrebbero essere integrati nella pianificazione del sistema energetico dell’Ue. Infine, Ember sollecita la pubblicazione di una strategia europea per la flessibilità pulita, necessaria per accelerare la transizione energetica e favorire lo sviluppo di un mercato più efficiente e stabile per le energie rinnovabili.

Il report cita la California come esempio di successo, dove la capacità di stoccaggio tramite batterie è aumentata di tredici volte in cinque anni, raggiungendo 10 GW nell’aprile 2024. Questa crescita ha trasformato il modo in cui la rete elettrica viene alimentata. In particolare, nello Stato, il contributo del gas durante le ore di picco serale nell’aprile 2024 è stato ridotto di circa la metà rispetto a quanto registrato nell’aprile 2021.

“L’Europa potrebbe seguire lo stesso percorso per ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili importati – conclude il report – le batterie sono cresciute rapidamente negli ultimi anni nell’Ue. Tuttavia, la capacità è concentrata in un piccolo numero di paesi”.

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Tema Tecnico

Storage - Sistemi di accumulo

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