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#ViviBusto2030 è il nome del progetto presentato dall’amministrazione comunale bustocca al ministero delle Infrastrutture per il finanziamento secondo il Programma nazionale per la qualità dell’abitare. Un intervento strategico per la città che punta su housing sociale, cultura e a far rivivere immobili pubblici abbandonati A cura di: Pietro Mezzi L’ex villa Bossi-Radeztky (credits, DAP studio) Indice degli argomenti: La centralità dell’housing sociale Un intervento strategico L’ex calzaturificio Borri L’ex Conventino L’ex Presidio militare La villa Bossi-Radetzky Le ex Carceri Il progetto e la partecipazione Gli altri housing di DAP studio L’amministrazione comunale di Busto Arsizio ci crede: fare housing sociale in centro storico su edifici di pregio è possibile. Non si tratta di una generica affermazione da campagna elettorale, ma di un progetto, pur nella sua versione preliminare (il titolo è #ViviBusto2030), per il quale l’amministrazione bustocca chiede il finanziamento per trasformarlo in realtà concreta. Il progetto è quello messo a punto da DAP studio di Milano degli architetti Elena Sacco e Paolo Danelli: un intervento di 18mila metri quadrati di superficie distribuiti su cinque differenti siti cittadini, in cui si effettueranno altrettanti interventi di rigenerazione urbana del centro storico cittadino. Il programma nazionale per la qualità dell’abitare Un programma di riqualificazione, quello messo a punto dallo studio e dal Comune, che attende i finanziamenti statali del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, secondo quanto prevede il decreto del ministero delle Infrastrutture, di concerto con il Mise e il Mibat. Un programma suddiviso in due fasi di selezione, la prima delle quali attesa per agosto prossimo. La centralità dell’housing sociale Caratteristica innovativa del progetto, oltre al recupero di beni storici di proprietà comunale, è l’attenzione prestata all’housing sociale di tipo diffuso. «Si tratta di un progetto complesso – commenta l’architetto Elena Sacco di DAP studio – in cui l’insolito binomio social housing e recupero del patrimonio storico si unisce alla necessità di rilanciare un centro cittadino che è carente di servizi e luoghi di aggregazione. L’idea di residenze sociali diffuse e integrate con servizi aperti alla città è un concetto innovativo che favorirà una generale rinascita di Busto». Quello proposto al ministero è un intervento articolato, che prevede il recupero strutturale e funzionale di edifici storici e di aree in degrado per soddisfare un fabbisogno abitativo residenziale, sociale, culturale, di servizi, mobilità e sicurezza. Si tratta di aree e immobili che richiamano alcuni passaggi fondamentali della storia della città: l’ex calzaturificio Borri, il Conventino, l’ex Presidio militare austriaco, le ex carceri e la villa Bossi-Radetzky. Un intervento strategico Il progetto si sviluppa strategicamente nei quattro quadranti del centro città, intersecati dai grandi assi di collegamento cittadini. La proposta di riconversione, del valore di 29milioni di euro, in linea con le intenzioni dell’amministrazione municipale e nel solco del Pgt comunale, intende offrire un programma di riqualificazione e rigenerazione (densificazione, aree verdi, piazze, spazi per attività open-air) che, direttamente e per effetto domino, migliori la qualità della vita di una vasta area che, diversamente da altre realtà, porta nel proprio centro urbano i segni del degrado e dell’abbandono. Il centro storico di Busto Arsizio con indicate le aree di intervento. 1) ex Conventino; 2) ex carceri; 3) ex Presidio militare; 4) ex villa Bossi-Radetzky; 5) ex calzaturificio Borri (credits, DAP studio) L’attenzione alla mobilità personale e collettiva, tipica dell’approccio progettuale di DAP studio, ha fatto sì che nel progetto rientrassero parcheggi, aree a mobilità dolce, piste ciclabili e zone pedonalizzate. Il sistema di edilizia sociale proposto si concentra su tre dei cinque ambiti di intervento, per un totale di 64 alloggi. L’ex calzaturificio Borri L’area dell’ex calzaturificio Borri, un lotto di 15mila metri quadrati, prevede un intervento di recupero di un complesso archeologico industriale di pregio di fine Ottocento.2 Render delle residenze sull’ex Borri (credits, DAP studio) Prospetto dell’ex calzaturificio Borri (credits, DAP studio) I quattro edifici del lotto, in grave abbandono, ospiteranno funzioni residenziali per 33 appartamenti, il nuovo Polo della Musica, delle arti performative e multimediali e spazi commerciali. Sezione del progetto dell’ex Borri (credits, DAP studio) L’esigenza di disporre di un polo artistico è una richiesta dei cittadini e proviene dal ricco tessuto di scuole superiori dedicate alle discipline artistiche. È anche prevista la realizzazione di una “portineria di quartiere”, uffici amministrativi, un parcheggio posto sotto l’auditorium e la riqualificazione a verde degli spazi e delle piazzette circostanti. L’ex Conventino Tra gli immobili più antichi della città, l’ex Conventino (che mostra ancora vestigia quattrocentesche, ma che richiede interventi urgenti) ospiterà 16 appartamenti, distribuiti a ballatoio, e attività commerciali lungo un circuito che lo collega ad altri edifici pubblici. L’area a parco dell’ex Conventino (credits, DAP studio) Pianta delle residenze dell’ex Conventino (credits, DAP studio) I cortili interni e le aree circostanti diventeranno un giardino a disposizione della città, delle famiglie e delle iniziative pubbliche all’aperto. L’ex Presidio militare Lo stabile più centrale è l’ex Presidio Militare, una struttura di 900 metri quadrati che necessita di un risanamento conservativo e strutturale: da ufficio pubblico, non più in grado di assolvere le proprie funzioni, diventerà residenza. La facciata dell’ex Presidio militare (credits, DAP studio) Pianta delle residenze dell’ex Presidio militare (credits, DAP studio) La villa Bossi-Radetzky La villa Bossi-Radetzky, un edificio di 1.100 metri quadrati in neoclassico tardivo di tre livelli fuori terra e seminterrato, è stata scelta per ospitare spazi e attività aperte al pubblico. Planimetria dell’area di intervento sull’ex Villa Bossi-Radeztky (credits, DAP studio) Vi sorgerà il nuovo centro dedicato alla fotografia, con bookshop e caffetteria. Una scelta anche questa voluta dai cittadini, che vede Busto Arsizio al centro di una rete di eventi di richiamo internazionale dedicati alla fotografia. Le ex Carceri Le ex Carceri, un’architettura di 850 metri quadrati, di tre piani fuori terra e un fronte architettonico militare, serviranno a integrare e ampliare gli spazi e gli ambiti della vita culturale della città, in collegamento alle iniziative della Biblioteca e del Museo Civico, in cerca, entrambi, di nuovi spazi e opportunità di sviluppo. Anche per questo sito è prevista la realizzazione di una “portineria di quartiere”. Le ex carceri di Busto Arsizio (credits, DAP studio) Piante e sezioni del progetto di riqualificazione delle ex carceri (credits, DAP studio) Il progetto e la partecipazione Il lavoro propedeutico al progetto preliminare presentato al ministero ha previsto il coinvolgimento di numerosi soggetti: uffici comunali, associazioni, istituti scolastici, cooperative e promotori di eventi cittadini. In più sono stati individuati soggetti privati in grado di gestire alcuni aspetti del programma: dall’housing sociale ai nuovi poli culturali, sino al rilancio degli esercizi e dei servizi di vicinato. Il mix funzionale previsto, che apre le porte delle residenze a nuovi stili, modalità e soprattutto necessità dell’abitare, si integra con le sollecitazioni provenienti da un tessuto sociale coinvolto nelle molte e diversificate iniziative culturali anche di grande respiro, prive, però, di sedi adeguate e ufficiali. Gli altri housing di DAP studio Lo studio milanese non è nuovo a progetti di housing sociale. Di recente sono due le proposte di Danelli e Sacco: la prima a Sampierdarena a Genova, la seconda a La Spezia. Il progetto genovese riguarda la ristrutturazione e il riuso di un immobile per uffici che ospiterà un intervento di edilizia sociale. Il progetto prevede la realizzazione di 34 alloggi distribuiti su sette piani, garantendo varietà tipologica e possibilità di accorpamento. La diversificazione soddisfa un ampio ventaglio di esigenze abitative: il programma prevede infatti la compresenza di alloggi per giovani coppie (40-60 metri quadrati), piccole famiglie (60-70) e famiglie numerose (70-90). A La Spezia invece si tratta di un intervento sull’area di Bragarina: 61 appartamenti, di diversa metratura, distribuiti su due corpi edilizi. Un primo edificio in linea, di dimensioni più contenute; il secondo, più grande, si configura come un impianto a corte aperto sulla strada. Quest’ultimo è composto da tre volumi indipendenti raccordati da elementi strutturali a vista. All’ultimo piano sono ospitati spazi chiusi e aperti dedicati alla socialità: limonaia, orti, solarium, sala per attività comuni. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto