Risparmio energetico e cambiamento climatico: come l’efficienza energetica può contribuire alla sostenibilità globale 08/04/2025
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L’intervento rappresenta un forte segnale urbano e nel paesaggio. Non solo l’antenna e il nuovo edificio ma anche il terreno e l’intero complesso sono pensati come una scultura, un’opera di land art. Nella notte il centro è avvolto in una rete luminosa che parte dal terreno e culmina nell’antenna/scultura, visibile in lontananza. Il centro diventa di per sé uno strumento di comunicazione, un dispositivo interattivo e non un contenitore passivo. Ma la rete che avvolge parte del complesso non è solo uno spazio di comunicazione, funziona anche come una pelle bio-climatica. E’ un sistema ecologico in parte passivo (protezione dal caldo/freddo) in parte attivo (con l’inserimento di pannelli fotovoltaici). Criteri generali dell’intervento – il concetto il progetto nasce e si sviluppa intorno ad alcune linee guida: 1.integrazione delle diverse parti del complesso (edifici esistenti e nuovo edificio, parcheggi, parco) in un unico insieme organico. 2.sviluppo di un prototipo di edificio sensibile ai temi della sostenibilità ambientale e della salvaguardia del territorio. 3.creazione di un potente segnale e strumento di comunicazione anche a livello di territorio. 1. Si è scelto di conservare quasi tutti gli edifici esistenti, per preservare la memoria e la continuità con il passato industriale dell’area, ma gli stessi edifici sono inseriti all’interno di un complesso interamente nuovo. La continuità e l’integrazione tra le diverse parti del centro viene ottenuta attraverso: – il verde. l’intero lotto è interpretato come un’isola verde, una superficie modellata, un paesaggio continuo. – Il sistema degli spazi urbani. il progetto lavora sui vuoti, sugli spazi tra gli edifici, più che sui pieni, sui volumi. una grande piazza/arena centrale rappresenta il cuore del nuovo edificio e insieme dell’intero complesso. La piazza/arena è in forte continuità con il piazzale esistente, le due piazze sono i poli sui quali accessi e percorsi convergono. – la rete dei percorsi. l’intero lotto è attraversabile su più livelli. è previsto a una quota sopraelevata un itinerario di visita “volante” del tutto indipendente dalla circolazione degli addetti e dei lavoratori del centro. 2. Il progetto sviluppa il tema della sostenibilità ambientale su diversi piani, pratici e programmatici. – sono previsti numerosi strumenti e sistemi per il risparmio energetico e l’uso di fonti di energia rinnovabili così come l’impiego di materiali sostenibili o riciclati. Una pelle bio-climatica avvolge il nuovo edificio e parte degli edifici esistenti. E’ un dispositivo in parte passivo (protezione dal caldo/ freddo) in parte attivo (con l’inserimento di pannelli fotovoltaici). – ma il centro si propone anche come prototipo e manifesto di un approccio sensibile nei confronti dell’ambiente, della salvaguardia del territorio, del risparmio di suolo e delle altre risorse. l’intero complesso si presenta come un polmone verde, un parco attrezzato, segnale della volontà di avere più natura nella città. La destinazione a parco può rappresentare un’importante occasione per aumentare il valore “ambientale” del territorio, attraverso la valorizzazione e ricostruzione di specifici elementi naturalistici e paesaggistici, realizzando una “rete ecologica” di riconnessione tra il sistema costiero e quello dell’entroterra. La presenza dell’acqua (il reticolo idrografico e le acque correnti in ambito urbano e peri-urbano) rappresenta un elemento fondamentale di raccordo della rete stessa, svolgendo un ruolo importante di promozione della risorsa idrica e producendo effetti diretti sulla qualità e sulla funzionalità dell’ambiente circostante. 3. La collocazione baricentrica dell’edificio nel territorio, la natura speciale del tema del concorso, il valore simbolico del centro come catalizzatore di energie e motore di sviluppo impongono una particolare attenzione agli aspetti di comunicazione e interazione visiva a differenti livelli: – l’edificio rappresenterà un forte segnale urbano e nel paesaggio. non solo l’antenna e il nuovo edificio ma anche il terreno e l’intero complesso sono pensati come una scultura, un’opera di land art. nella notte il centro è avvolto in una rete luminosa che parte dal terreno e culmina nell’antenna/scultura, visibile in lontananza. – il centro sarà di per sé uno strumento di comunicazione, non un contenitore passivo ma un dispositivo interattivo. la rete metallica che avvolge il nuovo edificio e parte degli edifici esistenti non ha solo una funzione bioclimatica ma è anche una pelle “intelligente” che interagisce sia con l’uso degli spazi interni dell’edificio che con l’ambiente circostante. la superficie dell’edificio diventa così un nuovo tipo di spazio di comunicazione disponibile per videoproiezioni, informazioni di varia natura, mostre e nuove forme d’arte, con la possibilità di convogliare a distanza l’attenzione dell’intera città. il centro può diventare il segnale di una nuova vocazione di Reggio Calabria a divenire polo simbolico di innovazione tecnologica e rinnovamento urbano. Il programma funzionale Il programma funzionale adottato segue lo schema indicativo proposto dal bando del concorso, apportando alcune variazioni mirate alla concentrazione delle funzioni a carattere più pubblico e rappresentativo all’interno del nuovo edificio e creando un nuovo sistema di connessioni alle diverse quote. il nuovo edificio accoglie dunque le attività collettive e direzionali disposte su due livelli all’interno di una struttura a ferro di cavallo affacciata su uno spazio pubblico centrale con la funzione di piazza-cavea dedicata alle relazioni quotidiane e agli eventi speciali. Corridoi, ponti, affacci e terrazze intercettano le diverse funzioni creando particolari effetti di trasparenza tra i diversi ambienti e variando continuamente il confine tra lo spazio esterno e lo spazio al chiuso. Nel dettaglio le funzioni previste in questo edificio sono: Piano interrato – parcheggio – locali tecnici – ascensori , rampe e montacarichi Piano terra – piazza – cavea – spazi espositivi – uffici Primo livello – uffici, sale docenti, amministrazione – sale riunioni, conferenze – terrazza caffetteria Secondo livello – libreria-spazio commerciale – bar – caffetteria Direttamente a contatto con la piazza pubblica e con l’ingresso al centro viene recuperato il padiglione F; questo edificio, di piccole dimensioni, ospita le funzioni di – biblioteca – mediateca – videoteca ed emeroteca. Spazi dove è possibile consultare materiali su supporti informatici ed interattivi, oltre che conservare documentazione di tipo tradizionale cartacea o audiovisiva. I padiglioni D ed E corrispondono attualmente ad una tipologia a capannone, sono cioè grandi contenitori privi di un vero e proprio carattere architettonico. Questi edifici, opportunamente trasformati mediante l’inserimento di nuovi sistemi di copertura, di partizioni interne e di nuovi impianti tecnologici, possono migliorare notevolmente la loro qualità architettonica e accogliere quelle particolari funzioni che richiedono spazi di grandi dimensioni per le manovre di macchinari e il montaggio di scenografie. L’edificio D, dedicato agli studi televisivi e le sale regia, viene ristrutturato utilizzando sistemi costruttivi che permettono la massima trasformabilità degli spazi consentendo l’allestimento di produzioni di diversa entità e complessità. La conformazione tipo prevede la realizzazione di due sale da 400mq, una da 650mq e una di 100mq Nell’edificio E vengono collocate le aree di lavoro e di supporto alle produzioni, prevedendo laboratori di falegnameria, di scenografia e di sartoria. In questi ambienti, direttamente connessi agli studi sono previsti inoltre i depositi costumi, i camerini e le sale trucco per gli attori Le attività didattiche sono concentrate nel padiglione C; questo edificio opportunamente trasformato, permette, per la sua conformazione tipologica, una particolare ricchezza di soluzioni spaziali e una corretta suddivisione tra gli ambienti di servizio, i laboratori specialistici di post – produzione e le aule vere e proprie. Nel dettaglio le funzioni collocate nel padiglione C sono: – ingresso – foyer – uffici – sale audio – sale grafica – sale montaggio – area informazioni – studio radiofonico I padiglioni C-D-E-F sono collegati tra loro da un percorso pubblico sospeso che intercetta le diverse funzioni rendendole visitabili dal pubblico e riconnette questo comparto con l’edificio centrale, i parcheggi e la piazza-cavea. Il comparto terminale del lotto, l’area triangolare delimitata dalla viabilità carrabile, è, come già detto, conformato da uno spazio verde modellato su di diverse quote che raccordano i dislivelli esistenti, accogliendo un parcheggio a raso immerso nel verde e collegato al resto del centro mediante un ponte pedonale; al di sotto del parcheggio sono ricavati i locali tecnologici e i magazzini. Le prestazioni biotecnologiche e funzionali Un tema fondamentale del progetto è quello di ottenere un nuovo assetto del centro con elevate prestazioni biotecnologiche e funzionali. Tale obiettivo è raggiungibile operando da una parte sul recupero e la riconversione dei manufatti esistenti, con il loro adeguamento tipologico e tecnologico e dall’altra inserendo nuovi organismi ed attività capaci di definire un sistema edilizio completamente rinnovato con maggiori qualità ambientali. L’orientamento progettuale è stato quello di minimizzare ogni possible impatto negativo, prevedendo e tutte le misure necessarie a contenere i consumi energetici e ridurre i carichi ambientali secondo quanto indicato dal Protocollo Itaca Sintetico redatto a cura del “Comitato Tecnico per l’Edilizia Sostenibile” relativamente ai seguenti obiettivi: – riduzione del consumo di risorse – ridurre i consumi energetici per la climatizzazione invernale – ridurre i consumi energetici per la produzione di acqua calda sanitaria attraverso l’impiego dell’energia solare; – inerzia termica – contenimento consumi energetici estivi – ottimizzazione dello sfruttamento della luce naturale ai fini del risparmio energetico e del comfort visivo. – diminuzione dei consumi annuali di energia elettrica degli edifici – utilizzo materiali eco-compatibili- Ridurre il consumo di materie prime non rinnovabili; – utilizzo materiali eco-compatibili – Favorire l’impiego di materiali riciclati e/o di recupero per diminuire il consumo di nuove risorse. – riduzione dei consumi di acqua potabile per l’irrigazione delle aree verdi. – riduzione dei consumi di acqua potabile all’interno degli edifici – contenimento dei carichi ambientali – minimizzare le emissioni di gas serra in atmosfera, – favorire, attraverso una corretta differenziazione, il riutilizzo dei rifiuti solidi organici e non. – minimizzare la quantità di effluenti scaricati in fognatura. Impiego di sistemi di raccolta e depurazione delle acque grigie, – minimizzare l’interruzione e l’inquinamento dei flussi naturali d’acqua. Il tetto verde offre la possibilità di immagazzinare l’acqua utile ai fini domestici, irrigui e per l’umidificazione dell’aria mediante processi di vaporizzazione ed evaporazione. La pelle bioclimatica Una rete metallica avvolge il nuovo edificio, parte degli edifici esistenti e il ponte che connette le due zone. E’ una pelle bioclimatica che crea una zona ombreggiata che rende piacevole il percorso pedonale attraverso il centro ma è anche un dispositivo di comunicazione potente sia a livello urbano che per i visitatori del centro. L’edificio stesso si trasforma in un medium del tutto nuovo e originale. La pelle metallica in alcune parti aderisce all’edificio e ne costituisce la facciata ma in altre se ne separa e tra la rete e l’edificio si crea uno spazio intermedio, abitabile, percorribile. La rete è una superficie modellata, così come quella del terreno, deformata. La deformazione nasce dall’interazione con l’ambiente circostante, ne risulta una forma simile a quella di un origami. L’arte giapponese di piegare la carta (ori= piegare, gami=carta) permette attraverso le manipolazioni della superficie di un foglio di aumentarne la resistenza strutturale e dare vita a una nuova forma. Questa tecnica antica è simbolo della capacità dell’architettura di non collocarsi passivamente all’interno di un ambiente ma di interagire con questo. L’interazione in questo caso avviene anche utilizzando questa superficie come schermo, la pelle esterna dell’edificio diviene un grande origami digitale. Uno spazio disponibile per: informazioni sulle attività del centro, giochi di luci, videoproiezioni integrate con manifestazioni e mostre all’interno del Cetes, performances digitali, allestimenti e installazioni multimediali che possono prevedere anche dispositivi in grado di interagire con gli utenti. L’obiettivo è catalizzare le energie di artisti locali e internazionali, istituzioni culturali e didattiche, suscitare interesse nei confronti delle attività del Cetes. L’edificio potrà modificare il suo aspetto a seconda delle ore del giorno, dei periodi dell’anno, delle attività previste e anche del comportamento dei visitatori. Il centro potrà essere di stimolo verso un nuovo rapporto con l’architettura e l’ambiente, sempre più fluido, mutevole, sempre meno determinato a priori. CONCORSO “Ce.Te.S.” per la realizzazione di un Centro Televisivo Sperimentale e Didattico/culturale negli stabilimenti dell’ex Italcitrus di Reggio Calabria PROGETTISTI: AKA (AKA studio associato Caccavale, Casadei, Pineschi architetti) GRUPPO DI PROGETTAZIONE: arch. Federica Caccavale, arch. Alessandro Casadei, arch. Paolo Pineschi, arch. Nadav Engel PRIMO PREMIO Tema Tecnico Architettura sostenibile, Solare fotovoltaico Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto