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Dal momento in cui il Governo ha annunciato l’approvazione del Decreto Rilancio, l’argomento di cui parlano tutti è il superbonus 110%, una misura che nelle intenzioni dei legislatori dovrebbe dare un nuovo slancio all’edilizia, rappresentando un volano per tutta l’economia. Ricordiamo che l’aliquota del 110% delle spese sostenute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 interessa interventi volti a incrementare l’efficienza energetica degli edifici, ridurre il rischio sismico e interventi connessi relativi all’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Il contribuente potrà scegliere, al posto della detrazione, per un contributo sotto forma di sconto in fattura da parte del fornitore, che potrà recuperarlo sotto forma di credito di imposta cedibile ad altri soggetti. I dubbi in attesa dei decreti attuativi sono però moltissimi, sia degli utenti che delle aziende che navigano a vista tra incertezze applicative, tempi di attesa prima dell’entrata in vigore del decreto, perplessità sullo sconto in fattura e i tempi per il recupero del credito. Proprio per questo Infobuild e Infobuildenergia hanno organizzato giovedì 18 giugno un webinar dedicato al Superbonus 110%. A conferma che l’interesse per l’argomento sia altissimo, ma che le incertezze siano ancora troppe, la partecipazione è andata al di là delle nostre aspettative, con circa 2700 persone che hanno seguito l’appuntamento, grazie anche alla presenza di alcuni fra i più importanti referenti a livello nazionale nei settori dell’isolamento termico, energie rinnovabili, edilizia sostenibile, climatizzazione e riqualificazione efficiente, che hanno hanno spiegato nel dettaglio e in maniera chiara la misura, i possibili vantaggi per le diverse categorie, ma anche le criticità e i nodi da sciogliere e le possibili modifiche da inserire in fase di conversione del decreto. Il punto di Valeria Erba, presidente Anit Valeria Erba – Ingegnere civile esperto di efficienza energetica e acustica in edilizia, dal 2008 Presidente ANIT- Associazione Nazionale per l’isolamento termico e acustico, che si occupa di efficienza energetica dell’involucro e comfort acustico in edilizia – ha seguito il DL rilancio nell’art. 119 e 121 dalle prime stesure e proposto modifiche e correzioni. L’ing. Erba apprezza il provvedimento sotto molti punti di vista, a partire dal sostegno agli interventi combinati, involucro più impianto: gli interventi dell’ecobonus che non accedono direttamente al 110% di fatto possono accedervi se realizzati insieme a quelli diretti e possono aiutare il raggiungimento della doppia classe energetica. D’altra parte, la presidente dell’Anit ha sottolineato che una delle maggiori criticità del Superbonus riguarda la chiarezza degli obiettivi del decreto. Non è infatti ancora chiaro quale sia il vero obiettivo: “se è quello di fare pochi interventi di grossa portata, riqualificando degli edifici in maniera sostanziale, va benissimo”. Si tratta infatti di un incentivo molto alto e non vanno dimenticate anche le altre detrazioni per altri interventi. Ma non si capisce se sia questa l’intenzione del legislatore. I professionisti, ma non solo, in questo momento si appellano ai tecnici dell’Anit per capire se sia possibile beneficiare del bonus 110% anche per singoli interventi. Un altro nodo interessa sicuramente le criticità tecniche legate ai requisiti di efficienza energetica richiesti per l’isolamento delle superfici opache, oltre alla dimensione dell’intervento (deve insistere su più del 25% della superficie disperdente dell’edificio) e ai criteri ambientali minimi sui materiali, l’indicatore scelto del miglioramento di almeno 2 classi energetiche non va bene per questo tipo di interventi. “La classe energetica non è identificativa di un miglioramento effettivo nel caso di interventi sull’involucro”. Anche facendo tutti gli interventi richiesti, con isolamento a cappotto su tutto l’involucro verticale con ponti termici e seguendo i requisiti di legge, che sono molto prestazionali, si ottiene poco più di un salto di classe, però con un risparmio complessivo fino al 50%. Bisogna dunque parlare di riduzione del fabbisogno energetico e non di classificazione energetica. Un altro aspetto critico legato alla certificazione energetica è la richiesta di un documento che deve attestare il doppio salto di classe mediante l’attestato di prestazione energetica (APE) ante e post intervento. Ma l’APE per l’intero edificio non si può fare (art. comma 4 dlgs 192), si può infatti riferire solo a una o più unità immobiliari che fanno parte di uno stesso edificio. È una criticità che si può sistemare con la legge di conversione “basta dire che è una procedura di calcolo”. Infine, non si può sottovalutare l’importanza della diagnosi e del progetto preliminare e dettagliato che dovrebbe anzi essere un requisito fondamentale. “Tra le spese detraibili al 100% ci dovrebbe essere anche questa diagnosi preliminare, a prescindere che il lavoro venga realizzato”. L’Ingegner Erba ha approfondito molti altri temi tra cui la possibilità di accedere al superbonus 110% per gli interventi su unità abitative in condominio o in bifamiliari con parti in comune e i Criteri Ambientali Minimi da rispettare sull’involucro per accedere alla detrazione. Vedi anche Cecilia Hugony: quali certezze abbiamo sul superecobonus? Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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