Sfruttare il potenziale delle acque grigie: come recuperarle

L’utilizzo delle acque grigie provenienti da lavandini, docce e lavatrici offre un’opzione vantaggiosa per scopi non potabili come irrigazione, scarico dei WC, lavaggio di spazi esterni o veicoli. Tale approccio comporta una serie di vantaggi significativi, tra cui la diminuzione del consumo di acqua potabile

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Sfruttare il potenziale delle acque grigie: come recuperarle

Il tema del trattamento e del riutilizzo dell’acqua nel contesto residenziale sta acquisendo sempre più rilevanza in relazione all’uso sostenibile delle risorse idriche. Nonostante l’incremento dell’attenzione su queste questioni, i dati indicano chiaramente che in Italia, nonostante la costante minaccia della crisi climatica e delle sempre più frequenti siccità, solo una percentuale modesta dell’acqua depurata è potenzialmente idonea al riutilizzo, rappresentando in media il 23% del totale.

Tale cifra varia notevolmente a seconda delle regioni, con punte del 41% nel nord-ovest e valori inferiori, come il 6%, nel centro del paese. Inoltre, solamente il 4% di questa risorsa trattata viene effettivamente utilizzata nuovamente, principalmente a scopo irriguo, e prevalentemente nelle regioni settentrionali. Questo scenario sottolinea la necessità di un approccio più efficace al trattamento e al riutilizzo dell’acqua nelle diverse parti del paese.

Cosa sono le acque grigie

Le acque grigie sono quelle acque domestiche usate nelle attività quotidiane che non contengono rifiuti tossici o contaminanti elevati. Queste includono l’acqua proveniente dai lavandini, dalle docce, dalle lavatrici e dalle vasche da bagno.

Cosa sono le acque grigie

Diversamente dalle acque nere, che provengono dai servizi igienici e contengono rifiuti umani, e dalle acque bianche, che sono le acque piovane non inquinate, le acque grigie rappresentano una risorsa relativamente pulita che può essere trattata e riutilizzata per scopi non potabili.

Differenze tra acque bianche, grigie e nere

Per comprendere appieno il concetto di recupero delle acque grigie, è importante distinguere tra acque bianche, grigie e nere:

  • Acque Bianche: Queste sono le acque piovane non inquinate, provenienti dalle precipitazioni atmosferiche. Sono considerate la risorsa idrica più pulita e non richiedono trattamento per molti scopi.
  • Acque Grigie: Le acque grigie provengono da lavandini, docce e lavatrici e possono contenere tracce di detergenti, sapone e piccole quantità di contaminanti organici. Richiedono un trattamento relativamente semplice per il riutilizzo.
  • Acque Nere: Queste acque provengono dai servizi igienici e contengono rifiuti umani e tossici. Richiedono un trattamento rigoroso prima del riutilizzo o dello scarico nell’ambiente.

La grande maggioranza delle acque reflue domestiche può essere recuperata, poiché contengono sostanze organiche che possono degradarsi rapidamente e una carica batterica che si presta facilmente al controllo. Le acque grigie, in particolare, sono costituite per circa il 50% da materiale organico, con una presenza di azoto di circa il 10%, mentre la restante parte è composta da fosforo.

La situazione è molto diversa per le acque nere, che derivano dai rifiuti dei WC e richiedono un processo di trattamento più complesso e prolungato. Il contenuto di materia organica nelle acque grigie è inferiore alla metà di quello presente nelle acque nere, e in pochi giorni è possibile rimuovere fino al 90% delle sostanze in esse contenute, una percentuale doppia rispetto a quanto si riesce a ottenere con le acque nere.

Come funziona il recupero delle acque grigie

Il processo di recupero delle acque grigie coinvolge la raccolta delle acque provenienti da lavandini, docce e lavatrici, il loro trattamento per rimuovere particelle e contaminanti, e il loro riutilizzo per scopi diversi da quelli potabili.

Come funziona il recupero delle acque grigie

Ecco una breve panoramica del processo:

  • Raccolta: Le acque grigie vengono raccolte tramite un sistema di drenaggio appositamente progettato all’interno della casa o dell’edificio. Questo sistema separa le acque grigie dalle acque nere provenienti dai servizi igienici.
  • Trattamento: Le acque grigie raccolte vengono inviate a un sistema di trattamento che può includere filtrazione, disinfezione e processi chimici per rimuovere impurità e batteri. Il grado di trattamento dipende dall’uso previsto delle acque grigie.
  • Stoccaggio: Dopo il trattamento, le acque grigie vengono immagazzinate in serbatoi dedicati prima di essere utilizzate nuovamente.
  • Riutilizzo: Le acque grigie trattate possono essere utilizzate per vari scopi non potabili, come irrigazione del giardino, scarico dei WC, lavaggio di superfici esterne o veicoli.

Normativa e Regolamenti

La normativa relativa al recupero delle acque grigie varia da luogo a luogo, ma in molti paesi, esistono regolamenti che stabiliscono standard per il trattamento e il riutilizzo delle acque grigie. È importante seguire le leggi locali e ottenere le autorizzazioni necessarie prima di installare un sistema di recupero delle acque grigie.

Ad esempio, negli Stati Uniti, l’Environmental Protection Agency (EPA) fornisce linee guida e regolamenti per il riutilizzo delle acque grigie, mentre in Europa, la normativa può variare da paese a paese.

Sul riutilizzo delle acque reflue urbane depurate ed affinate per vari scopi, l’Unione europea ha introdotto un nuovo regolamento che entrerà in vigore il 26 giugno. Questo regolamento, noto come (UE) 2020/741, è stato già approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio europeo. La sua principale caratteristica è quella di stabilire requisiti minimi per l’utilizzo delle acque recuperate, un passo significativo verso la promozione di pratiche sostenibili nel settore idrico.

In questo contesto, l’Italia fa parte dei 27 Stati membri dell’Unione europea che da tempo hanno adottato il riutilizzo delle acque reflue depurate. Nel corso degli anni, l’Italia ha sviluppato e implementato le tecniche più adeguate per garantire che questo processo sia condotto nel rispetto della salute pubblica e dell’ambiente. Questo dimostra l’impegno del paese verso la sostenibilità idrica e la conformità con le normative europee in evoluzione in materia di gestione delle risorse idriche.

Esempi di sistemi di recupero delle acque grigie

Esistono diverse modalità per implementare un sistema di recupero delle acque grigie, e la scelta dipende dalle esigenze specifiche e dalle risorse disponibili. Ecco alcuni esempi di sistemi di recupero delle acque grigie:

  • Sistemi Centralizzati: Questi sistemi raccolgono e trattano le acque grigie da più unità abitative o edifici in un’unica struttura. Questo approccio è efficace per edifici residenziali o commerciali di grandi dimensioni.
  • Sistemi Decentralizzati: In questo caso, ciascuna unità abitativa o edificio ha il proprio sistema di raccolta e trattamento delle acque grigie. Questo è adatto per edifici più piccoli o situazioni in cui la separazione e il trattamento localizzato sono pratici.
  • Sistemi Greywater-toilet (GWTS): Questi sistemi collegano direttamente le acque grigie al sistema di scarico dei WC. Le acque grigie trattate vengono utilizzate per lo scarico dei servizi igienici, riducendo così il consumo di acqua potabile.
  • Sistemi di Irrigazione: Le acque grigie possono essere utilizzate per l’irrigazione del giardino e delle piante. Questo riduce la necessità di acqua potabile per mantenere un giardino verde.
  • Sistemi di Lavaggio per Auto: In alcune applicazioni commerciali, le acque grigie trattate possono essere utilizzate per il lavaggio di veicoli, contribuendo a risparmiare acqua potabile.

Oggi esistono diverse tecnologie per il trattamento e il riutilizzo delle acque di scarico in condomini e residenze. Un esempio è l’MFB (Membrane Filtration Block) – CUBO di Culligan, un’azienda leader nel settore del trattamento dell’acqua. Questo sistema permette il trattamento di acque grigie e nere, riducendo i costi idrici annuali, e può essere alimentato da pannelli solari per una maggiore sostenibilità ambientale.

Trattamento acque grigie, sistema MBR (Membrane BioReactor) di Culligan
Sistema MBR (Membrane BioReactor)

Un altro sistema, il MBR (Membrane BioReactor), sempre di Culligan, può trattare grandi volumi di acque reflue, rendendole adatte al rilascio in mare o all’irrigazione. La tecnologia MBR combina il trattamento a fanghi attivi con la separazione mediante membrane microporose, offrendo un’alternativa efficace alla tradizionale separazione. Una versatilità che lo rende adattabile anche al settore residenziale, contribuendo a un trattamento efficiente ed ecologico delle acque di scarico.

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